Il pianto per me è sempre stato liberatorio.
Ogni volta che smettevo di piangere mi sentivo sempre meglio.
Ma questa volta non è così.
Oggi piangere non mi aiuta, anzi mi butta ancora di più a terra.
Mentre cammino per le strade affollate di Seattle trovo uno Starbucks e ci entro.
Cerco un tavolo e mi siedo.
Sto bevendo il mio caffè quando due occhi azzurri mi fissano.
Un momento questo tizio quando si è seduto qui?
-Che piacere piccola Grey.-
Maddox! Cazzo.
-Cosa vuoi Maddox.- sbotto acida asciugandomi gli occhi dalle lacrime. Ci manca solo che mi veda piangere e poi è fatta.
I suoi occhi cercano i miei, ma io non li voglio guardare e mi concentro a guardare la gente che passa al di fuori della caffetteria.
-Niente passavo di qua e ti ho vista sola soletta.- sorseggia il suo cappuccino.
Solo adesso noto un particolare che alla festa non ho notato.
Ha un tatuaggio a metà braccio.
Sono due cerchi neri, come un bracciale che non si toglie. Per esattezza uno più sottile, una linea quasi invisibile, e l'altro più grande appena sotto.
Quando mi riprendo rispondo sempre con acidità.
La mia famiglia non sembra gradire il suono del suo cognome.
Ed è anche per questo che sono qui da sola, o meglio in compagnia, con la persona che dovrei evitare.
-Beh te ne puoi anche andare. Non ho bisogno di nessuno!- dico non togliendo lo sguardo dalla strada.
Sebastian fa una piccola risata.
Una di quelle risate fastidiose, come se volesse prenderti per i fondelli.
Mi fa distogliere lo sguardo dalle persone che passeggiano per guardare meglio quel ghigno da sberle che si ritrova.
-Cos'è il papariono e il fratellino ti hanno detto di starmi lontano?- beve un altro sorso di cappuccio.
-Sei una bimba ribelle! Saranno molto contenti la mammina e il papino.- e ride di nuovo.
Forse hanno ragione i miei, devo stargli lontana.
Non importa del motivo, ma devo allentarmi da lui.
-Non mi interessa come sono. Adesso devo andare.- prendo la mia felpa da dietro la sedia e mi alzo per uscire.
Sebastian mi segue e dopo pochi passi mi afferra, facendo combaciare perfettamente il suo petto alla mia schiena.
-Ah piccola Grey, i tuoi genitori e tuo fratello hanno ragione a dirti di stare lontano da me.- fa una piccola risata -Ma lo so che tra poco infrangerai questa regola.- sussurra contro il mio orecchio.
Se fosse stato leggermente più distante non l'avrei sentito.
Mi allontano scioccata per le parole che ha appena detto.
Non capiterà mai che io mi avvicini ancora a Sebastian Maddox.
-Contaci Maddox.- rispondo sempre con toni freddi.
Sebastian si piazza davanti a me e fa ancora quella risata maledetta, avvicinandosi sempre di più al mio orecchio.
-Beh sbaglio o adesso sei con me?- il suo fiato mi solletica il collo e numerosi brividi mi attraversano la schiena.
Lui si allontana leggermente e io mi sento un po' più tranquilla.
Come si permette a dire delle cose del genere?!
-Ci si vede piccola Grey!- agita la mano facendo qualche passo all'indietro per poi girarsi e confondersi in mezzo alla folla che cammina freneticamente.Dopo qualche minuto di tranche, sistemo la borsa sulla spalla e mi avvio verso gli uffici di mia mamma.
Ha ragione papà.
Ha ragione Ted.
Hanno sempre avuto tutti ragione.
Devo stare lontano da Maddox.Quando arrivo davanti agli uffici di mia madre, prendo il telefono dalla borsa e lo accendo.
Ho una marea di chiamate senza risposta.
10 da mio padre.
5 da mia madre.
7 da Theo.
Decido di lascia perdere il telefono ed entro nella reception della SIP.
-Salve stavo cercando mia mamma.- dico alla segretaria.
Lei gira la sedia e una sensazione famigliare mi assale.
-Ah sì. Cercavi tua mamma? Beh eccomi!- il suo tono di voce è duro e freddo.
Faccio per rispondere ma compare al suo fianco anche mio padre.
È fatta.
Sono nei guai fino al collo.
-Faccio senza dirti che sei in punizione, perché spero che tu l'abbia capito da sola.- mio papà mi guarda gelido. -Posso almeno sapere dove sei stata?-
Faccio un bel respiro e prendendo quel poco coraggio che mi rimane rispondo.
-Avevate ragione. Io.. Io dovevo darvi ascolto.- scoppio a piangere. -Sebastian Maddox. Io... Io devo stargli lontana.-
Mia madre si alza dalla sedia e seguita da mio padre mi viene ad abbracciare.
-Sai a volte bisogna sbattere la testa da soli prima di capire veramente la cosa giusta.- continua a consolarmi.
-Dove l'hai incontrato?- domanda papà allungandomi un fazzoletto.
Lo prendo e mi asciugo le lacrime.
-Ero entrata in uno Starbucks per bere un cappuccino e stare un po' da sola, quando me lo sono ritrovata davanti.- spiego.
Mio papà scuote la testa e guarda mia mamma.
-Ti ha fatto del male? Dimmi cosa ti ha fatto. Cazzo giuro che se ti ha anche staccato un capello io vado a trovare suo padre e...- a questo punto mia madre lo guarda confusa.
-Il padre proprio? Farai un viaggio eterno allora!- sbotta sarcastica.
-Papà tranquillo non mi ha nemmeno sfiorata. Mi ha solo fatto qualche battuta ma niente di che.- rispondo pensando alle parole di mia mamma.
Mio padre viene verso di me e mi abbraccia, rimango sorpresa, non lo fa molto spesso.
-Sarah è ora che tu sappia la verità.- sussurra sui miei capelli.Pietrificata e con il sangue che si è gelato nelle vene seguo i miei genitori nell'ufficio di mia mamma.
Stanno per dirmi la verità su Sebastian.
Ma voglio veramente saperla?
Sono pronta a saperla?
-Io e tua madre ci eravamo appena fidanzati. Io avevo la mia azienda e lei era all'ultimo anno di università. Si stava per laureare. Aaron Maddox. La persona più fidata all'interno del mio team di sicurezza.- sospira prendendo fiato.
-Una sera dovevo fare una sorpresa a tua madre. Dovevamo andare fuori a cena a Portland e poi fare un giro in elicottero per arrivare a Seattle nel mio loft dove le avrei chiesto di sposarmi. Solo lui sapeva come doveva svolgersi la serata.- sento la sua voce inclinarsi e la mano di mia mamma non tarda a stringere la sua.
Li guardo e non riesco ad immaginare che cosa hanno passato.
Ho gli occhi lucidi solo al pensiero.
-Non devi continuare per forza papà..-
Punta gli occhi su di me e il suo sguardo si addolcisce.
-No. Devi sapere la verità.- guarda mia madre -Sono andato davanti all'università per aspettare la mamma, ma lei non usciva mai. Ho aspettato quasi un ora dopo di che ho provato a chiamarla. Dopo tre squilli risponde al telefono, ma non era la sua voce era quella di Aaron Maddox.- prende fiato -Ti risparmio i dettagli perché non sono per niente piacevoli e di sicuro avrai anche capito che è successo dopo.-
In quel momento non riesco a capire più niente. Il padre di Sebastian ha rapito mia mamma e l'ha anche molestata.
Non voglio crederci.
Inizio a piangere, e corro ad abbracciare i miei genitori, in questo momento abbiamo tutti bisogno di quest'abbraccio.
-Tesoro non piangere ormai è tutto finito. Aaron non c'è più, è morto un paio di anni fa e Sebastian vive con i nonni- spiega mia mamma cullandomi.
-Ti abbiamo detto la verità perché anche Sebastian ha dei precedenti per molestie e non vorrei mai che accadesse. Una volta basta e avanza.- dichiara papà allungandomi un altro fazzoletto.
-Avete ragione. Io non voglio avere niente a che fare con Sebastian. Scusate se mi sono comportata in quel modo, non succederà più, avete la mia parola.- dico soffiandomi il naso.
-Lo spero.- sorride mamma.
-Però ho una domanda. Dopo tutto quello che è successo perché permettete a Theodore di frequentarlo?- chiedo curiosa.
-Theodore è un maschio. In più Sebastian non sa il passato del padre, anche se lui gli assomiglia molto la sua famiglia e la nostra non voleva farlo soffrire di più di quanto abbia sofferto. Dopo quell'episodio Aaron è scappato e ha lasciato la moglie incita da sola che è morta di cancro quando Sebastian era ancora piccolo e l'hanno cresciuto i nonni.- spiega mamma.
Decido di lasciare perdere, alla fine hanno ragione Theo sa difendersi da solo, io no.
-Andiamo a mangiare? Avrei proprio un piccolissimo buco nello stomaco...- scoppio a ridere.
-Sarah! Sono cose che una donna non dice!- mi rimprovera mio papà.
-Oh ma lasciala stare, non è una donna è ancora una bambina.- scherza mia mamma.
-Io non so una bambina e nemmeno una donna. Sono una ragazza che ha fame!-
Si mettono a ridere.
Sono felice di averli fatti ridere. La tensione era troppa e poi diciamocelo io seria non riesco a starci.
-Allora forza bimba affamata. Conosco proprio un ristorantino che fa al caso nostro.- suggerisce papà.
Alzo gli occhi al cielo guadagnandomi un'altra occhiataccia da mio padre.
-Non sono una bamb... Dio lasciamo perdere.- sbuffo e li seguo verso l'auto.N/A
Buona sera splendori.
Finalmente abbiamo scoperto la verità su Sebastian, forse può essere banale o forse no.
Fatemi sapere comunque che ne pensate e cosa i piacerebbe che accadesse nei prossimi capitoli.
Un bacione 😘❤️
STAI LEGGENDO
Don't let me go.
FanfictionI personaggi sono gli stessi, ma la storia è diversa. Anastasia, Christian e Theodore vi aspettano, ma Phoebe non c'è. Il suo nome è Sarah. La sua vita non è stata mai facile. Il giorno del suo diciassettesimo compleanno arriva una busta. Scopre la...