~CAPITOLO 12~

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Un'altra giornata stava iniziando, e già dalla prime ore del mattino non era iniziata bene.
Stamattina Il risveglio è stato più che traumatico. Senza contare che Sebastian è più di una settimana che non si fa sentire, almeno non con me.
Da quando ho scelto l'università l'umore in casa Grey è cambiato, mio padre ha fatto un giro di telefonate e alla fine ha trovato, o meglio comprato, un appartamento vicino ad Harvard la quale ha accettato più che volentieri la mia iscrizione, quindi adesso non manca che studiare per i test di ammissione.
Spartan è già su un aereo, di mio padre, pronto ad arrivare da me.
Stando alle parole di mia madre, papà aveva già una mezza intenzione di portare a casa il cavallo, anche senza la scelta dell'università; diciamo che stato solo un pretesto a velocizzare la cosa.
-Sarah, puoi scendere?- è mio fratello a distrarmi di questi pensieri.
-Si certo, arrivo.- finisco di pettinare i capelli e mi avvio verso le scale.
Cerco mio fratello nel salone, ma non c'è.
Vado verso la cucina e lo trovo seduto ricurvo sulla sgabello della penisola, intento a parlare al telefono.
-Che hai combinato Maddox! Lo sai in che condizione l'hai messa adesso!- sbraita scuotendo la testa.
-No invece. Tu hai pensato solo ai tuoi interessi, per farti vedere grande! Sei una testa di cazzo Maddox!-
Spaventa mi avvento su Ted cercando di prendere il telefono.
-Sebastian...- sussurro.
-Sarah, io... sto venendo li, non uscire dobbiamo parlare.- e riattacca.
Sono immobile, non riesco a muovere un muscolo.
-Ted. Dimmi che sta succedendo. Adesso!-
Mio fratello scuote la testa e sbatte con forza una mano sul piano della cucina.
-Non lo so, Sarah. Non lo so.- sospira.
Non ci credo.
Faccio per rispondere ma il campanello trilla e corro ad aprire alla porta.
-Che ci fai qui Simone!-
Non risponde e spalanca la porta facendomi indietreggiare.
Lui sorride, con un sorriso diabolico.
Non l'avevo mai visto così, mi fa paura.
-Sarah, Sarah, Sarah. Piccola e ingenua. Non lo sai perché sono qui? Non te l'ha il caro fratellino?- ride di nuovo -Oh ma che peccato, adesso rimediamo.-
In un lampo la porta è chiusa e io sono in trappola.
Simone ha un braccio intorno al mio collo e una pistola è puntata alla mia tempia.
Sto per urlare ma Ted fa la sua comparsa, seguito da Sebastian.
-Sarah chi...- non fa in tempo a finire di parlare che si blocca alla vista di quello che sta succedendo.
-Lasciala andare! Non è lei che ha fatto i casini. Siamo stati noi.- urla Sebastian.
Simone strige di più la presa su di me e ride di nuovo.
-Oh è qui che ti sbagli Maddox. Tu non paghi, io me la prendo con lei. Una volta urlava tanto quando eravamo solo io e lei, non è vero piccola Grey?-
Che lurido.
Mi viene il vomito al solo pensiero, come ho fatto a stare con uno così!
-Non chiamarmi piccola Grey!- sputo -E poi eri una pena a letto!-
Sorride ancora, e io non capisco cosa ci sia da ridere.
-Perché non posso chiamarti piccola Grey? È un privilegio solo di Maddox?-
Mi si gela il sangue.
Sebastian, perché non si è fatto sentire in questa settimana.
Alzo lo sguardo e due occhi azzurri mi scrutano impauriti.
-Smettila Simone, che cosa vuoi da loro!- urlo ancora.
Ride e si avvicina al mio collo con il naso, e lentamente sale, fino ad arrivare al mio orecchio.
-Rivoglio i miei soldi. I soldi che Maddox ha perso in una scommessa. E quelli che tuo fratello mi deve se vuole che io tenga il segreto.- la mano che ha libera scende, andando a palpare e posizionarsi sul mio seno.
Mantenere il segreto?
-Lascia andare mia sorella e avrai quello che ti viene. Ma devi lasciarla andare!- finalmente parla mio fratello, percepisco il suo terrore dal tremolio della voce.
-No. Risposta sbagliata.-
Sento un punto freddo sulla mia tempia, estraneo e angosciante.
Guardo Sebastian, che in quel momento ha una pistola che punta verso di me.
-Maddox abbassa la pistola o la tua piccola Grey non ne uscirà viva.-
Perché Theo non è più qui!
Le lacrime iniziano a scorrere sul mio viso, e un senso di nausea mi assale.
-Sebastian fa quello che vi dice perfavore. Andate a prendere quei maledetti soldi! Perfavore!- strillo in preda al panico.
Sebastian mi guarda ancora, ha paura.
-Avanti Maddox fai quello che ti dice la tua Giulietta.- è Simone a parlare.
-No Simone. Non me ne vado fin che lei non è qui con me.- sputa acido Sebastian.
Simone ride ancora più forte e la sua risata mi fa venire i brividi.
-Simone questo è l'ultimo avvertimento. Prendere o lasciare.- è Theo a parlare questa volta, ma dove è?
Poi succede tutto molto velocemente.
Simone che da le spalle a Sebastian e punta la pistola verso mio fratello, poi si rigira mettendosi in una posizione in grado di vedere tutti e due.
Ed è in questo momento che mio fratello fa partire un colpo e la presa che prima mi stringeva mi lascia libera.
Corro verso Sebastian, ma mi fermo poco prima di arrivare da lui.
-Sarah no!-
Sento una strana sensazione all'addome, e mi porto una mano.
La tolgo e vedo la mano piena di sangue.
Mi lascio cadere per terra perché non ho più le forze per stare in piedi.
-Sarah perfavore!- è Theo che urla disperato mentre due braccia mi afferrano non facendomi cadere come una pera marcia.
-Ehi. Ehi. Guardami, non addormentarti. Rimani con me.- mi sento gli occhi pesantissimi mentre qualcuno mi sussurra queste parole.
Non capisco chi è perché sento anche il suono delle sirene in lontananza.
-Sarah ti prego rispondimi.- sento una lacrima cadere sul mio viso e mi impongo di aprire gli occhi.
Gli stessi occhi azzurri che mi guardavano prima mi stanno fissando anche ora, ma sono velati da un velo lucido.
Lacrime che Sebastian non vuole far scendere, ma di cui una è già sfuggita al suo controllo.
Con uno sforzo immenso alzo il braccio andando incontro al viso di Sebastian, le mie dita tremanti sfiorano le sue labbra, e risalgono andando ad asciugare un altra lacrima solitaria.
-Non chiudere gli occhi.-
Tenere gli occhi aperti è troppo faticoso, mi ripeto che posso resistere, e c'è la posso fare a non chiuderli.
Dopo questi pensieri è un attimo.
Non sento più le urla di mio fratello.
Non sento più le braccia di Sebastian che mi stringono.
Non sento più niente.
Intorno a me c'è solo buio, il nero più totale.
Se mi concentro vedo un piccolo puntino bianco, ma anche questo richiede troppa energia.
E adesso vedo solo nero.
Non sento nulla.
Il silenzio ed il nero.

Don't let me go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora