41. Sensi di colpa da placare.

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Finisco di ricopiare l' ultima parte della mia verifica di spagnolo, la rileggo velocemente e mi dirigo verso la cattedra per consegnarla.
Mentre attraverso i banchi, faccio cascare "accidentalmente" il foglio proprio sotto il banco di Arianna, che solleva gli occhi disperata.
Le faccio l' occhiolino e, mentre  mi chino x raccogliere il mio compito, faccio scivolare un biglietto arrotolato sulle sue gambe.
Mi tiro su e poso la verifica l sulla cattedra.
"Grazie!"mi sussurra, mentre torno al mio banco.
Mi siedo ed inizio a fissare con insistenza lo schermo del mio cellulare: 15 minuti alla campanella, 15 minuti all' inizio delle vacanze...
Ho l' ansia x Mirko: se l' interrogazione va male  si ritroverà un' insufficienza in pagella e non sarà un bel Natale davvero.
Il tempo sembra aver rallentato il suo corso...
Finalmente il suono tanto atteso si diffonde nei corridoi della scuola.
Afferro lo zaino e mi precipito in cortile, seguita da Ari e Vicky.
"Mi hai salvato la vita e soprattutto le vacanze, lo sai? Avevo fatto 2 esercizi su 5!".
Ari é una bomba nelle materie scentifiche, ma con le lingue ci fa a cazzotti.
Ci sediamo sul solito muretto ad aspettare gli altri e a chiacchierare del più e del meno.
Finalmente eccoli uscire dall' ingresso principale: la faccia di Mirko non preannuncia nulla di positivo.
Gli corro incontro speranzosa, lui scuote la testa.
"Allora Peter Pan?".
Mi fa una smorfietta rassegnata. "Conviene che avverta i miei prima che arrivi la pagella, almeno saranno preparati!".
Ma no! Uff.. ha studiato tanto! Com' é possibile sia andata male.
"Mi dispiace  cucciolo!" dico, cercando di consolarlo.
Tira fuori un ghignetto divertito.
"A me no! Devo avvertire i miei xché vedere una pagella pulita al primo trimestre potrebbe fargli venire un infarto! Non ci sono abituati.".
Che stronzo mi ha preso in giro!
"Davvero?"
Annuisce sorridente.
Gli salto al collo tutta gasata. "Hai visto? Un po' di sforzo e tutto si risolve!".
Mi prende x mano e mi porta un po' distante dagli altri.
"Senti scricciolo, dovrei chiederti un favore."
Sembra preoccupato... Perché?
"Senti, oggi dovresti fermarti a pranzo dalle ragazze. Preferirei non fossi a casa... Ecco c' é un' altra cosa un po' rognosa di cui dovrei parlare con i miei!".
Resto sorpresa da questa sua richiesta.
Cerco di controbattere: magari la mia presenza avrebbe addolcito la pillola... Ma poi cos' é sta cosa di cui deve parlare con loro?
"Scricciolo, per favore. Preferisco tu non ci sia. Vengo a riprenderti più tardi e andiamo dal dottore, ok?".
Sospiro rassegnata: é cocciuto, inutile insistere.
Io, Vicky e Giugi ci dirigiamo verso casa: oggi pomeriggio tra donne.
"Che volete mangiare? Faccio le crepes rustiche?".
Immaginate cosa può accadere quando tre amiche pasticciano tra uova e farina... Beh, noi siamo peggio. In meno di 10 minuti si é scatenata una vera e propria battaglia... La cucina sembra Cortina in piena stagione sciistica e noi dei pupazzi di neve.
Siamo finite a mangiar panini, accucciate sul divano.
"Mi spieghi che cavolo é successo ieri sera?" mi chiede all' improvviso Giugi.
"Ehm... Credo che Kiky abbia tirato fuori l' Otello  che é in Mirko. Tutto qui!".
Ieri sera mi ha risparmiato l' interrogatorio, ma sapevo che prima o poi avrebbe voluto sapere.
"E fin qui c' ero arrivata! Io mi riferivo al motivo x il quale ieri ti tenevi il polso e ora lo porti fasciato.".
Ecco! E adesso che le dico? Mirko ha avuto uno scatto d' ira e mi ha colpito?
"Ehm, ho solo battuto...".
Si alza dal divano per prendere dell' acqua  e andando via mi dice"Si, l' hai battuto contro la mano di Mister Cojone. Se ci riprova é morto".
Le sorrido timidamente.
"É tremendamente pentito...".
"Ah, lo immagino! É un po' stronzo, ma ti adora! Se ha bisogno di sfogare l' aggressività,digli di andare in palestra xò, se nn vuole che lo eviri!".
Giulia é sempre così protettiva nei miei confronti. Credo che sia diventata in qsti mesi una sorella x me.
"Come siete messe con i regali di Natale? Io devo andare a prendere qlcs ai miei. Se facessimo un giro?".
Chiede Vicky uscendo da camera sua.
"Ehm, x me va bene! Ma prima devo passare a Torvajanica a prendere la carta di credito.".
Arrivati nella mia  amatissima villetta a due passi dal mare, corro velocemente oltre la porta d' ingresso. In cucina c' é Francesca.
"E tu che ci fai qui? Non dovevi essere cn le tue amiche?". Mi chiede, vedendomi sfrecciare in corridoio.
"Ciao Franci, si sono passata a prendere una cosa in camera. Andiamo a comprare le ultime cosine x Natale!".
Corre verso le scale, parandosi davanti a me.
"No,Sarah, aspetta! Vieni un attimo in cucina con me, devo farti vedere una cosa.".
E senza lasciarmi proferir parola, mi trascina via.
Gironzola imbarazzata x la cucina, poi recupera il suo cellulare e mi trascina a sedere.
"Vedi, io con qsto cellulare non riesco a salvare più i contatti.."
La guardo dubbiosa, Francesca é più che capace a smanettare con cellulari ed aggeggi elettronici.
Mentre cerco di spiegarle come salvare i contatti in rubrica, vedo scendere dalle scale Gianbattista, con una faccia a dir poco funerea.
"Ehi ballerina, stai bene? Il polso ti fa ancora male?" Mi chiede senza nemmeno voltarsi a guardarmi.
"Si, sto bene! Ma tu come lo sai?".
Cerca gli occhi di Francesca, che gli fa un sorriso rassicurante.
Per tutta risposta, lui si volta e si chiude nello studio.
Guardo Franscesca, che é diventata improvvisamente triste.
"Che succede? Che ha?".
Franci, che sembra aver perso improvvisamente interesse x il cellulare e i suoi misteri, si alza andando verso il lavello.
"Niente, tranquilla gli passerà. Odia qsti momenti... E lo capisco. Ma tu non dovevi andare a far spese con le amiche?".
Avverto una strana inquietudine. La tristezza nelle sue parole, l' espressione sulla faccia di Gianbattista... Perché ha cercato di impedirmi di salire? Xche tanta angoscia nei loro occhi? Odia qsti momenti... Come fa Gianbattista a sapere del mio polso dolorante?
Xche oggi sono tutti così strani.
"Mirko?" Chiedo.
Dovrebbe essere a casa, ma non l' ho ancora nè visto, nè sentito.
"Vi ha dato la bella notizia?".
Francesca mi guarda come se nn capisse.
"Dell' interrogazione di mate. C' é da festeggiare! Da qnto non vedete una sua pagella senza insufficienze?".
"Mirko é in camera sua... No, non ci ha detto nulla..".
Ok se nn gli ha detto della pagella, di cosa doveva parlargli.
Mi fiondo su per le scale, spalanco la porta di camera sua, ma non c' é.
Sento scattare la porta del bagno e mi volto.
É a torso nudo e pantaloni della tuta, ha gli occhi gonfie arrossati e il viso sconvolto.
"Amore mio, tutto ok?".
Alza gli occhi e mi sorride.
"Certo che sto bene! Come dovrei stare... Che ci fai qui?".
Entra in camera e si butta sul letto.
Resto impalata sulla porta a guardarlo. Poi lo raggiungo, sedendomi al suo fianco.
"Sono venuta a prendere la carta di credito x andare a comprare le ultime cose con le ragazze. Ma che avete tutti? Francesca sembra una matta, tuo padre x poco nn piange e te... Che vi prende?".
Mi sorride e mi accarezza la mano fasciata.
"Aspetta, Mirko che hai detto ai tuoi? Non di ieri sera vero?"
Continua ad accarezzarmi la mano.
"Lui come sta?".
"Lui chi? Tuo padre?". Gli chiedo
Non ci sto capendo molto sono sincera.
"Non benissimo. É un bel po' giú! Mi fai capire?".
Mi fa segno di avvicinarmi a lui. Mi distendo al suo fianco e gli accarezzo il viso.
"É successa una cosa che, anche grazie a te che mi hai tenuto fuori dai guai, non avveniva da un po'... Stavolta sono stato io a volerlo, ne avevo bisogno. Si, ho detto ai miei di ieri sera... E mio padre sta così perché. gli ho chiesto di farmela pagare cara per il modo violento in cui ti ho trattata... E ora si sente di merda!".
Lo guardo scioccata.
"Xché? Xché gliel' hai detto? Era tutto risolto...".
"Per lo stesso motivo x cui tu mi dici quando vomiti Sarah! Potresti non farlo, non potrei scoprirlo in alcun modo... ma c' é senso di colpa che ti logora... Non é un' ammissione di colpa la tua... Sai che potrei punirti e infondo lo fai x quello, xché così ti liberi dalla sensazione di essere una merda umana...paghi un debito!".
Lo abbraccio piu forte che posso, baciandogli il viso.
"Per qsto non volevi che fossi a casa?".
"Esatto! Avrei preferito non lo sapessi. E speravo di venirti a riprendere qndo era passato il malumore a tutti... Ma tu sei una peste e sei tornata prima!".
Si alza dal letto, prende una maglietta e se la infila.
"Dai, recupera qllo x cui sei venuta e vai con le ragazze. Io scendo. Credo sia il caso che passi un po' di tempo col boss x accellerare un po' la ripresa dello stato di quiete!".
Scendiamo insieme le scale, mano nella mano. Passiamo in cucina.
"Ma', tranquilla, sto bene,ok? Papone è nello studio?".
Francesca gli sorride, facendogli cenno di si con la testa.
"Scricciolo, ci vediamo tra un paio d' ore. Tu vai a fare spese, io a far pace con mio padre. Non fare qll' espressione preoccupata! Ti assicuro che qllo che sta peggio in qsto momento é lui! Io sono solo un po' acciaccato, ma mi sento più leggero.".
Mi da un bacio in fronte e va verso lo studio.
Guardo Franci che ridacchia compiaciuta. "É finta anche qsta!" dice, tirando un sospiro di sollievo.
Ok, sono capitata in una famiglia di pazzi.

Shelter From The Storm   [ MirkoTrovato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora