75. Peter Pan non sa più volare.

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Mi giro e mi rigiro da ore nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Angel é rimasto su con me per poco piu di mezz' ora poi ho dovuto farlo scendere e tornare sul suo cuscinone. Non posso rischiare che si lanci giú con tutti quei ferri e quelle viti.
Ho provato ad improvvisare con i cuscini "qualcuno" a cui attaccarmi come un cucciolo di koala, ma, ahime, i cuscino non respirano e non hanno un cuore che batte.
Mi manca Mirko, questa é le verità! Sono così abituata a dormire incollata a lui che ora mi sento immersa in un profondo vortice di solitudine devastante.
Mi alzo dal letto in punta di piedi, per non svegliare il mio cucciolo che russa a più non posso, e mi siedo a calvalcioni della finestra ad osservare il cielo.
Stanotte le stelle e la luna sono più luminose del solito.
Afferro il cellulare, apro facebook e scorro la home, leggiucchiando posts qua e la, per far passare il tempo, quando mi compare un post del profilo privato di Mirko: "Guardo la nostra stella, Wendy. Vorrei raggiungerla! Ma senza te Peter non ha più pensieri felici per poter volare... Mi manchi!!!".
Sposto lo sguardo verso il giardino, appena illuminato dal bagliore della luna, mi sforzo di distinguere la sua figura, un suo movimento... Ed eccolo li, disteso a pancia in su sull' erba umida, che giocherella col cellulare.
Resto a guardarlo per un po', con un sorrisino ebete: é bello anche in pigiama e giubotto.
Le sue fans darebbero la vita x una sua foto in questo momento, così teneramente infantile, trasandato, con lo sguardo sognante.
Si tira su a sedere a gambe incrociate, lascia cadere il cellulare e si circonda il capo con le braccia. Posso notare da qui i lievi sobbalzi provocati dal pianto.
Senza rendermene conto, anche il mio viso si riempie di calde lacrime.
Ha ragione lui, sono orgogliosa! Sto tenendo puntiglio solo per una questione di orgoglio! Non sono arrabbiata con lui, non lo odio, e non temo realmente che mi abbia mentito da sempre. Ha sbagliato a non dirmi tutta la verità e questo é certo, ma so che é stata la paura di perdermi a costringerlo.
Vorrei tanto correre giú da lui, stringerlo a me... Ma non riesco a combattere questa convinzione che non sarebbe la cosa giusta.
Si alza da terra, iniziando a camminare nervosamente per il giardino, tira fuori dalla tasca qualcosa: le sigarette che mi ha sequestrato poche ore fa!
"Non lo fare Peter Pan!" Sussurro tra me e me.
Ne mette una in bocca, l' accende, fa un paio di boccate, ma poi la lancia oltre il muro di cinta.
Un sorrisino compiaciuto prende vita sulle mie labbra, finché non lo vedo scattare violentemente verso il muro di mattoni.
Inizia a dar pugni al muro, sempre più violenti, disperati... Come quella mattina della scena con Pierfrancesco...
Sembra abbia voglia di farsi seriamente del male... Quei pugni li sta dando a se stesso.
Non resisto piu, spalanco la porta di camera e corro giù dalle scale, ruzzolando come una scema per gli ultimi gradini.
Senza indugiare, nonostante i dolorini diffusi dovuti alla caduta, corro verso la cucina e spalanco la porta sul retro.
É accasciato in ginocchio ai piedi del muro e sui mattoni di cemento grigio chiaro sono comparse macchioline scure diffuse in piu punti.
Corro scalza sull' erba bagnata dall' umidità, lo raggiungo e mi lascio cadere in ginocchio anch' io, difronte a lui.
Il suo corpo é scosso dai singhiozzi, i pugni stretti, appoggiati sul suo grembo, sono devastati da graffi ed escoriazioni.
Infilo le mie dita tra i suoi capelli ed appoggio la mia fronte alla sua!
"Ma che cavolo hai fatto testone? Le tue bellissime mani..." gli sfioro le nocche con le dita e lascio scivolare la mia mano nella sua.
"Sarah ti prego perdonami, farò qualsiasi cosa tu vorrai, ma perdonami.. io non riesco nemmeno a pensare di poter stare anche solo un giorno senza di te. Ti supplico...".
Non ce la faccio a vederlo così, é più forte di qualsiasi presa di principio... Lui é il mio sole...
Gli stampo un bacio in fronte, poi sul suo nasino meraviglioso, gli sfioro le labbra con le mie... Trattiene il respiro... Cerco i suoi occhi: sono pieni di immensa sofferenza...
Contino a guardarlo negli occhi ed intanto gli inondo le labbra di piccoli baci delicati.
Resta immobile, a guardarmi sorpreso, poi chiude gli occhi ed io faccio lo stesso e le nostre labbra tremanti s' incontrano, fondendosi in modo disperato.
"Dimmi che mi hai perdonato ti prego!" Mi sussurra.
"Forse! Hai detto che farai qualsiasi cosa giusto? Anche condividere le due settimane di castigo con me?".
Ridacchia e mi fa cenno di si con la testa.
"Davvero?" gli chiedo, sbaciucchiandogli le guance.
"Anche 10 di settimane se serve a farmi perdonare da te!".
"Era quello che volevo sentire, ma non servirà, non m' importa! Voglio solo sentirti dire che mi ami!".
Si asciuga gli occhi e mi accoglie il viso tra le mani.
"Ti amo piu di ogni cosa al mondo! Ti amo cosi tanto che la paura di perderti mi manda in tilt il cervello facendomi fare un mare di cazzate! Ti amo così tanto da non riuscire a trovare una posizione comoda a letto perche mi manca il tuo peso sul petto e il rumore del tuo respiro e del battito del tuo cuore..".
Mi scappa un risolino.
"Nemmeno tu sei riuscita a dormire perché non c' ero io vero?".
Annuisco sorridendogli.
"Cucciola io ti amo da impazzire e mi dispiace da morire. Mi autoimpongo 2 settimane di consegna, visto che te sei troppo buona e non lo fai. Io sono severo con te, tu non fai che addolcirmi la pillola... Io avrei approfittato e chiuso il contratto almeno a 5 settimane, te invece sei baccalà e torni sui tuoi passi." mi dice con un mezzo sorriso.
"Quello dispettoso sei tu, non io! Ti ho visto accendere la sigaretta... E buttarla via subito! Tu mantieni le promesse meglio di me!".
"A proposito, ti sei comprata un pacchetto di sigarette e ne hai fumate solo due? Fumate poi é un parolone! Una te l' ho tolta io appena accesa, l' altra l' avrai usata per provare e buttata via perche ti faceva venire da tossire, scommetto!".
Quando ride il cielo s' illumina anche di notte.
"Ebbene si! Non sono adatta a fare la trasgressiva. Pero i cicchetti li ho bevuti, o meglio uno. L' altro l' ho buttato giú, ma era disfustoso e così... Ho vomitato!".
Ora s' infuria come una belva.
Resta a guardarmi con il suo solito sguardo rimproverante.
"Alla fine l' occasione per vomitare comunque l' hai trovata! Quindi adesso sai cosa succede vero?".
Gli faccio segno di si con la testa, mortificata.
"Che io e te andiamo in camera mia...".
Ecco che un momento dolcissimo si trasforma in uno dolorosissimo per il mio povero sedere.
"E... Ci accucciamo a letto abbracciati l' uno all' altra! Troppe lacrime oggi... Voglio essere meno severo del solito... Mi prometti che non succederà più?" Mi chiede, tenendomi due dita sotto il mento per costringermi a guardarlo negli occhi.
"Prometto! Prima di andare a nanna però disinfettiamo queste mani che ti sei torturato!" gli rispondo con la mia solita vocina da bimbetta, che con lui funziona come il nettare con le api.
"Ma sei scalza? E senza giacca? Cacchio scricciolo! Filiamo dentro!".
Fino ad ora non mi ero resa conto nemmeno io di quanto faccia realmente freddo.
"Mirko!" Lo fermo mentre entriamo.
"Dimmi!".
"Chiamami ancora in quel modo! Oggi mi é mancato sentirlo!".
Mi afferra la mano e mi tira a se.
"Come? Scricciolo per caso? Ti amo, scricciolo, da morire!".
"Ti amo anche io Peter Pan... Ora puoi ricominciare a volare!".

Shelter From The Storm   [ MirkoTrovato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora