86. Le credi?

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[POV'S SARAH]

Salgo su in camera e trovo Angel nel pieno di un corpo a corpo con uno dei peluches della Roma di Mirko. Appena mi vede, molla a terra il suo avversario e mi corre incontro, saltellando come un grillo.
Lo sbaciucchio un po' e poi cerco di recuperare ciò che resta del bruco giallo-rosso dal pavimento.
"Bulletto, papino si arrabbierà per questo, lo sai? Non devi prendere i suoi cimeli!" lo sgrido, con tono poco credibile, infatti lui riprende il peluche in bocca ed inizia a scuoterlo con violenza.
Qualcuno ridacchia; mi volto e trovo Peter Pan appoggiato all' arco della porta.
"Dovrai fare un bel po' di esercizio mammina, le tue sgridate non sono per nulla convincenti!".
Gli faccio una smorfietta e gli porgo il peluche ormai in brandelli.
"Mi spiace! Credo sia solo da buttare!".
Lo prende per poi rilanciarlo ad Angel che lo afferra al volo a mezz' aria.
"Tranquilla bimba, gliel' ho dato io per consolarlo un po' in queste settimane.".
Mi si avvicina e mi afferra per i fianchi, avvicinandomi a se.
Infilo le dita nei suoi capelli e poi le lascio scivolare sulla sua guancia ancora arrossata.
"Ti fa male?".
"In confronto a quello che credevo sarebbe successo, é na carezza. Passerà!".
Mi sfiora le labbra con le sue, mi mordicchia il labbro inferiore e io sorrido.
"Tu lo sai che io stanotte mi riprendo tutto cio che mi sono perso in queste lunghe settimane? Ti torturerò ragazzina pestifera e tu sarai obbligata a sopportare!"
Arrossisco vivamente a questa sua affermazione e lui scoppia in una risata fragorosa.
"Sei assurda! Ancora arrossisci quando ti dico ste cose! La mia santarellina..".
Tiro fuori il broncio e gli stampo uno scappellotto urlandogli un "Cretino! La smetti?".
Lui continua a ridacchiare e poi mi si avvinghia addosso da dietro.
"Scricciolo, cos' hai intenzione di fare con l' Opera?".
Sospiro e mi volto di nuovo a guardarlo.
"C' ho pensato tutta la notte. Darò l' esame del sesto e, se Andrej me lo permetterà, farò il saggio finale, poi credo inizierò un percorso per insegnare. Non credo mi lasciranno frequentare l' anno prossimo, contando che mi ritroverò a dover partorire nel bel mezzo dell' anno accademico. Sarà dura dover rinunciare alla danza, ma lui é più importante!" dico, sfiorandomi l' addome.
"Ora però non voglio pensarci, sennò divento triste e non mi va. Dopo pranzo mi porti da Giulia, Peter Pan?".
Lui annuisce sorridendo e poi mi bacia dolcemente le labbra.
"Disturbo?".
Una chioma bionda compare da dietro la porta e ci fissa in silenzio, con lo sguardo torvo.
"Eri, entra che fai li?".
Fa qualche passo verso di noi e resta ancora a guardarci.
"Siete due stupidi, lo sapete? Come cavolo avete fatto a mettervi un questo casino assurdo? E davvero volete buttare via tutto per avere un figlio a 18 anni? Voi due siete fori de testa!".
La guardo intenerita: non é davvero arrabbiata, é tremendamente spaventata.
Mirko le si avvicina e cerca di abbracciarla, ma lei si scansa.
"Erika, andra tutto bene. Ci siete tutti voi ..." cerca di tranquillizzarla, ma lei lo interrompe ed inizia ad urlare.
"Tutto bene? Mirko ti sei fatto incastrare, come può andare tutto bene? Da quando si é infilata nella nostra vita ha combinando solo casini e ora questo! Riflettici un attimo, cazzo! Prima trova il modo di venire a vivere qui, poi ti catapulta nei suoi problemi con quel pazzo di suo padre e ora trova il modo perché tu resti legato a lei per sempre! Chi ti dice che non abbia programmato tutto sin dal primo momento?.
"Basta Erika!"urla il riccio, per zittirla.
Resasi conto di ciò che ha appena detto, ci guarda entrambi e scappa via, chiudendosi in camera.
Resto pietrificata.
L' ha detto davvero? Crede davvero che io abbia voluto incastrare Mirko? Che abbia volontariamente preso e buttato via i miei sogni per scopi subdoli?
Mirko é davanti a me, di spalle e fissa il nulla tra le mattonelle del pavimento.
Crede a ciò che ha detto la sorella? Non può sospettare nemmeno per un secondo che io gli abbia fatto una cosa così, infondo sono scappata via proprio perché non volevo incasinarlo.
"Mi... Mirko..." biascico, sperando si volti per rassicurarmi da questi pensieri.
Mi fa cenno di aspettare, poi esce da camera mia e va a bussare da Erika, lasciandomi, barcollante, in bilico sul vuoto.
"Erika, apri! Fammi entrare!" gli sento dire.
La serratura scatta e la porta si chiude ancora.
Mi accuccio sul pavimento ai piedi del letto, con Angel disteso al mio fianco, in preda alla confusione e al terrore più assoluto.

Shelter From The Storm   [ MirkoTrovato ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora