Capitolo 17

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La sveglia suona e questo significa che è ora di andare all'università per vedere con quanto sono passata.

E già.
È già passata una settimana da quando ho dato il mio esame e da quando ho saputo che Sascha mentiva a tutti.

Una cosa buona però c'è stata.
Jose... o come cazzo si chiama non si è fatta vedere.

E menomale.
Non so se Stefano se l'era inventato.
Boh.

Mi alzo svogliatamente, faccio colazione e mi preparo per uscire.

Indosso dei jeans stretti e strappati al ginocchio e un golfino color pesca.
Raccolgo i miei capelli in una treccia che porto sulla spalla ed esco.

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Arrivo all'università.
Vedo che ci sono anche Giovanni e Matteo.

G:《Ciao Alissa.》

I:《Ciao.》

M:《Anche tu per l'esame?》

I:《No, sono venuta a vedere quante persone sono pelate qua dentro. Ma certo che sono qua per il mio esame.》

Intanto mi è passato accanto un signore basso e grassottello.
Pelato.
Che figuraccia.

Mi guarda male e va dentro ad una stanza.

Matteo e Giovanni si guardano e ridono.

X:《Ora staremo per annunciare i voti. Sedetevi in questa stanza.》

Sulla soglia della porta appare una signora bionda sulla trentina.
Porta una gonna corta di pelle nera, una camicia rossa e dei tacchi rossi.

Matteo appena la vede spalanca gli occhi.

M:《Che prof è? Rifaccio l'università se c'è lei ad insegnarmi.》

X:《Valente stia zitto che è meglio.》

A me e Giovanni scappa una piccola risata e poi entriamo in quell'atrio.

Il signore pelato legge tutti i voti. Fino ad ora nessuno ha preso sotto l'80.

Poi tocca a me.

X:《Alissa Jefferson... 59.》

59?
Un misero 59?
Che stronzi.

I:《Quindi sono bocciata?》

Y:《Ma io direi.》mi risponde la donna di prima.

Mentre l'elenco scorre la fisso.
Mi sta già antipatica.

X:《Giovanni Leveghi anche lei 59.》

Mi giro verso di lui e diventa triste.

L'elenco scorre e quando arriva al nome di Matteo, quella donna si sgancia i bottoni della camicia facendo vedere il suo poco davanzale.

X:《Matteo Valente 59.》

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M:《Via, ci si rivede anche a settembre.》dice cercando di sdrammatizzare la nostra bocciatura.

I:《Io rinuncio. Sono solo stata obbligata.》

G:《Davvero rinunci?》

I:《Sì perché non è quello che volevo.》

G:《Cioè, spiegami... in questa università prendono solo i più intelligenti di Italia e tu sprechi questa opportunità?》

M:《Questa volta ha ragione Giovà.》

I:《So che hai ragione ma io non ci volevo neanche venire qui.》

G:《Va be, ognuno fa quel che vuole.》

Il migliore Amico ||Stefano Lepri||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora