Capitolo 19: Svuotata

86 13 12
                                    

Gli occhi verde smeraldo s'incupirono.
-Tieni alte le mani, ben in vista Potter.-
Presi le manette di ferro e acciaio intrise d'incantesimi, l'avrebbero indebolito, ma era necessario.

È necessario.

È necessario.

Scossi la testa e mi accostai al suo fianco, per aiutarlo a sollevarsi ma Black mi spinse via senza troppe cerimonie -lo aiuteresti- sibilò -lui è tuo marito e tu non sei lucida, Granger.- in un sussurro sommesso aggiunse -va dai tuoi bambini. Bada a loro e lascia a noi veri Auror queste faccende.-

Digrignai i denti, consapevole di James e Albus rimasti a casa, al piano superiore, chiusi nella stanza del piccolo, James era spaventato di certo, ero consapevole anche dell'alito acido di Black, dei piccoli occhi malevoli, degli sguardi imbarazzati dei cadetti ora quasi pentiti della decisione presa.

Ero consapevole della mano i cui polpastrelli prudevano per palpare il legno caldo dell'impignatura della bacchetta.

Ero consapevole che se l'avessi stretta non sarei uscita dal Ministero da donna libera e da eroina.

Albus.

James.

Harry.

Il mare di smeraldo si era placato. Harry socchiuse gli occhi, quasi mi stesse regalando un sorriso segreto.

Un sorriso nostro.

**

Mosse la mano lungo il divano bordeaux, trovando una massa di capelli crespi e lunghi, li strinse tra le dita, carezzandoli con dolcezza. I due occhi color cioccolato si aprirono lentamente, velati e svelati dal continuo movimento delle lunghe ciglia nere, mentre la stanza diveniva lentamente più chiara man mano che il velo dei sogni spariva.

Si sollevò piano, scuotendo il profondo torpore nel quale doveva essere precipitata.
Riconobbe le mura del salotto, il crepitio del fuoco, le poltrone rosse; tutto era ancora avvolto dalla nebbia del sonno, ancora confuso in quel mondo sfumato e sbiadito.

Erano passate settimane dall'incarcerazione di Harry, settimane nelle quali Black si era adagiato sulla sua poltrona con la superbia e l'arroganza di un re.

Il grande Eridanus Black.

L'eroe che aveva spodestato il folle Capitano Potter, recitavano i diffamanti articoli di Rita Skeeter.

Harry James Potter.

L'uomo che aveva ricoperto di vergogna moglie e figli, abbandonandoli ad un destino infamante mentre era rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di Nuova Azkaban.

L'uomo che aveva sconfitto Lord Voldemort, che aveva messo in ginocchio il mago Oscuro più potente di tutti i tempi, che l'aveva annientato, salvando il Mondo Magico.

Lo stesso uomo che anni più tardi, reso folle dai suoi successi, si era avventato contro le più grandi menti del Mondo Magico Britannico e aveva commesso efferati delitti, brutali omicidi.

Lo stesso uomo che era stato trascinato fuori da casa sua, arrestato di fronte ai suoi figli, rinchiuso nelle celle del ministero e trasferito con massima urgenza ad Azkaban.

Harry Potter, l'assassino o il salvatore?

Quale titolo rappresentava meglio questo personaggio dalla dubbia moralità?
L'odore di carta bruciata si spandeva nel salotto di Grimmauld Place.

Hermione non aveva esitato nel gettare ogni singola pagina tra le fiamme rossastre, prima che James potesse vedere cosa il Mondo Magico aveva fatto al nome di suo padre.

La Supremazia della ConoscenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora