Il volume della radio era fastidiosamente alto, Claire lo abbassò appena, giusto in tempo per sentire l'ennesimo "vaffanculo" appartenente alla voce cavernosa di un uomo barbuto alla guida di un furgone bianco.
Sorrise, pensando a quanto stupidi dovessero essere alcuni Babbani; non che i maghi della sua età fossero meglio, in tanti avrebbero fatto bene a riprendere lezioni a Hogwarts, visto che dimostravano la maturità di un gruppo di quattordicenni.Avvolta nel poncho celeste che le aveva regalato sua zia Jess, mosse goffamente le mani sul volante e posteggiò l'auto sotto quello che sembrava essere solo un ufficio Babbano come tanti altri nella moderna Londra, ma che celava il vecchio Quartier Generale degli Auror.
Era rimasta sorpresa quando il Capitano Potter in persona aveva chiesto di lei, domandando al suo dipartimento se poteva "prendere in prestito un agente per un'indagine assolutamente segreta".Chiaramente nessun uomo sano di mente avrebbe mai rifiutato una richiesta del Capitano Potter, così lei si era ritrovata tutte le cianfrusaglie della sua scrivania imballate in due scatole ed era stata istantaneamente trasferita alla sede privata del Dipartimento, separata dai locali del Ministero della Magia.
I locali privati del Dipartimento venivano usati solo quando c'era in gioco un "allarme talpa", ovvero quando il timore che qualcuno stesse facendo il doppio gioco diventava una certezza.
Evidentemente il Capitano aveva ritenuto necessario trasferire la sede, sospettoso di qualche collega, così le indagini erano state divise: la sezione del ministero avrebbe indagato sui dati conosciuti, mentre nella sezione privata si sarebbero sviluppate nuove teorie assolutamente top secret e le indagini sarebbero andate avanti senza confronti col Dipartimento.Sorrise davanti al moderno citofono grigio, coperto da graffiti neri, opera di un certo "Flash" che, evidentemente fiero della sua arte, aveva deciso di firmarli, e premette il pulsante accanto ad una targhetta qualunque, consapevole che ogni nome falso corrispondeva allo stesso apparecchio.
Riconobbe la voce della sua mentore, Hermione Granger -Parola d'ordine?-
Claire sorrise - Felix Felicis.-
La porta si aprì senza emettere alcun suono, ma Claire sapeva che ai piani alti era sicuramente scattato un allarme per avvisare del suo ingresso nel palazzo.
Si diresse verso l'ascensore dalle porte di vetro notando subito l'assenza di pulsanti sostituiti, invece, dalla presenza di una schermata dove inserire il distintivo dato dal Ministero.
Non appena il metallo inciso sfiorò il sensore, Claire sentì l'ascensore mettersi in movimento, schizzando verso l'alto.La voce roca e sensuale del Capitano Potter l'accolse all'apertura delle porte di vetro dell'ascensore.
-Claire, benvenuta nel Quartier Generale degli Auror.-
Claire sentì distintamente lo schiocco della lingua di Gerald, seduto a pochi metri da lei, dietro una scrivania di acciaio. Lo salutò con un sorriso e seguì Harry attraverso i corridoi luminosi dell'ufficio.
Claire si voltò verso le pareti interamente di vetro, da cui la luce del sole pomeridiano filtrava, e che le permisero di osservare da vicino gli alti grattacieli di Londra, adibiti ad uffici.La vista era così incredibile che riusciva persino a scorgere una donna seduta alla sua scrivania, nell'ufficio di fronte al loro palazzo, con la testa china tra mille scartoffie. Era tanto concentrata sul suo lavoro da ignorare apertamente il via vai di colleghi e le grida di rimprovero dei superiori.
Claire era brava a comprendere il linguaggio del corpo ma non ci voleva un esperto per capire che il volto rosso e il braccio alzato, la bocca spalancata e gli occhi ridotti a fessure seguiti subito dal capo chino dell'impiegato equivalevano ad un licenziamento.
Eppure lei ignorava tutto e continuava a compilare le sue scartoffie.Odio le pratiche... sono sempre così noiose da svolgere.
Claire non era mai stata particolarmente portata per il lavoro d'ufficio. Era superficiale, disordinata, distratta e spesso irriverente.
Non era esattamente l'immagine della collega perfetta con cui lavorare; non le piaceva il lavoro di squadra al di fuori di un campo da Quidditch.
Non le piaceva dover chiedere approvazioni per le indagini, la infastidiva il pensiero di dover aggiornare un superiore sui suoi progressi, non sopportava di poter essere subordinata ad uno dei tanti figli di papà che avevano invaso il ministero, come quel leccaculo di Albert.
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La Supremazia della Conoscenza
FanficUna nuova vita, un nuovo caso, un'antica maledizione. Passato e presente s'incrociano portando nuove disgrazie nelle vite dei nostri eroi. Un serial killer domina il mondo Magico e il caso è nelle mani del Capitano Potter. Un nuovo mistero turba la...