40. L'ultimo ricordo che ho di te

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Il mago si fermò a pochi metri dal letto di lei, osservandola. Parlava con la McGrannit, torcendosi le dita dal nervoso. Minerva alzò lo sguardo e lo vide; con un gesto della bacchetta fece apparire delle tende intorno al gruppo di tassorosso per lasciare un po' di intimità ai due -Vi lascio soli- disse.

Arya non ancora lo aveva guardato da quando aveva messo piede in quella stanza, forse troppo spaventata da una sua possibile reazione. Quando la vecchia strega uscì dalla porta, lui si avvicinò di più al letto e con la solita inflessione apatica della voce cominció quel discorso che si era ripromesso di farle.

-Di tutte le cose stupide ed insensate che hai mai fatto, questa le batte tutte quante. C'è solo un modo per definirla: sconsiderata ed infantile...solo le conseguenze avrebbero dovuto frenarti invece hai fatto di testa tua, infischiand...-

-Severus...- disse lei sorridendo. Aveva messo in conto la scenata e sapeva che qualunque cosa lui avesse detto, non l'avrebbe toccata minimamente. Ma era così contenta di ritrovarlo, sarcastico e cinico come la solito.

-Non osare interrompermi- continuò lui e finalmente si guardarono negli occhi. -Questa cosa incontra il mio disappunto molto più di quanto tu possa immaginare-

-So che lo avrebbe fatto- ghignó lei. -Ma hai letto le mie note sull' incantesimo?- lui annuì - Avrebbe funzionato solo se veramente fossi stata innamorata di te- Il mago sembrava in procinto di parlare di nuovo quando lei lo fermò -E Severus...l'ultimo ricordo che ho di te è il tuo corpo freddo a terra, gli occhi vitrei ed una profonda ferita sul collo. Potrai farmi tutte le paternali che vuoi perché in un certo senso so anche di meritarle...ma per adesso...mi baceresti Severus?-

Il mago intanto si era avvicinato a lei, incantato da quanto fosse cresciuta nell'ultimo anno e lui a stento se ne era accorto. Si chinò sul volto di lei, sorridendo dolcemente e percependo la rabbia svanire come una pioggerella estiva.  -Aspetto questo momento da quando mi sono svegliato- disse il mago. Arya percepì il respiro di lui a qualche centimetro dalla sua pelle -Mi baceresti, Severus?-

Il mago le posò una mano sulla guancia e avvicinò le loro bocche sospirando al contatto. La baciò lentamente, godendosi ogni secondo come se fosse il primo e l'ultimo. Le passò una mano tra i capelli e dietro il collo, sul tatuaggio. Arya sorrise, incontenibilmente felice...euforica.

Quando si staccarono, lui rimase con la fronte appoggiata su quella di lei e senza un motivo scoppiarono entrambi a ridere. Poi Arya riunì ancora una volta le loro labbra, desiderosa di non separarsi mai più. Fu una voce ad interrompere il loro idilliaco momento...ma ne avevano di tempo per stare insieme; una vita intera.

-Severus non vogliamo che svenga di nuovo, vero?- Madame Pomfrey li guardava con le mani sui fianchi, infastidita ma con un luccichio negli occhi chiari.

-Affatto Poppy-

-Bene- disse l'infermiera -Perché è arrivato il guaritore dal San Mungo-

Qualche minuto dopo la McGrannit entrò accompagnata da un signore stempiato sull'ottantina mentre Arya si asciugava le lacrime. Aveva un sorriso bonario e una valigetta nera che sbatacchiava contro le sue gambe.

Piton e la McGrannit si misero ai piedi del letto mentre Madame Pomfrey e Mr. Ollighs si affaccendavano su Arya.

Tirarono le tende intorno al letto, per darle un po' di privacy e poi tolsero la fasciatura sul petto. Arya guardò la ferita, ormai quasi del tutto rimarginata. Piton storse il naso- Quella come te la sei procurata?-

-Quando ti ho salvato- ammise lei -Prima non avevo capito ma c'è stato un momento in cui ho visto l'energia magica passare da me a te...penso sia il punto da dove è fuoriuscita-

Necis DefendoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora