Capitolo 2: Casualidad

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NdA: "Finalmente riesco ad aggiornare! Sono giorni di follia e quindi non posso garantirvi aggiornamenti regolari, ma farò del mio meglio. Sono molto contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto, ogni storia è sempre diversa per quanto possa avere elementi in comune con le altre. Questo secondo capitolo vi farà entrare un po' di più nella storia, niente di folle, ma già dal prossimo le acque inizieranno ad agitarsi. Vi lascio alla lettura e vi ringrazio ancora una volta per essere sempre lì a leggere i miei deliri. Aspetto numerosi i vostri commenti. Abbracci circolari, Lu"

Capitolo 2: Casualidad

"A volte minime cose cambiano la direzione della nostra vita, il mero respiro di una circostanza, un momento accidentale che compare all'improvviso come un meteorite che colpisce la terra.Le esistenze sono porte girevoli e cambiano la direzione sulla base di una osservazione del tutto casuale" - Bryan Courtenay

Hotel Mirasierra – Ritiro pre-partita del Real

"Passa quella palla!" gridò Benzema

"Ti ho già fregato, babbeo!" rise Arbeloa

"Ma tira, Dio santo!" esplose Pepe

"Se ti avvicini, ti spezzo il menisco!" minacciò Cristiano.

"Come sei bruto, Cris!" rispose Guti mandandogli un bacino.

Sorrisi tra me e me guardando i miei compagni di squadra che si scannavano giocando a FIFA. Erano come dei bambini, capaci di tenersi il muso a vicenda per un passaggio non effettuato, un goal mancato o una chiusura tardiva in difesa.

"Come potete litigare per un gioco?" chiesi un giorno con l'innocenza di un bambino. Un numero indefinito di occhi iniettati di sangue si posarono su di me.

"Non è solo un gioco, ragazzino!" sibilò Cristiano, prima di tornare a dare spallate degne di un giocatore di rugby. Scoprii successivamente che le partite dei miei compagni nascondevano scommesse clandestine degne dei tempi del proibizionismo e presto capii che era meglio non fare domande e stare lontani dalle loro follie.

"Vi ricordo che domani si gioca" disse Mourinho all'improvviso.

Un brivido freddo percorse la schiena di tutti i presenti.

"Ma da dove è sbucato?" domandò perplesso Marcelo.

"Io sono ovunque e so sempre tutto" rispose il mister guardandoci uno per uno "Avete 20 minuti prima che cominci il giro d'ispezione delle camere e se non vi trovo a letto a dormire come dei bambini, domani vi farò restare altre due ore supplementari dopo la fine della partita. E sperate di vincere!" concluse prima di sparire.

20 minuti! Non mi restava molto tempo per fare ciò volevo.

Diedi la buonanotte ai miei compagni e mi fiondai su per le scale; entrai ed afferrai il pc lasciandomi andare contro i cuscini.

"Ci sei?" domandai.

Guardai l'ora. Erano le 22 di sabato sera, dubitavo fosse lì.

"Ci sono" comparve la risposta.

Mi sorpresi di me stesso nel constatare quanta gioia mi avesse provocato sapere che ci fosse.

"Pensavo di non trovarti! Sai è sabato sera e..." lasciai la frase in sospeso.

"Non avevo voglia di uscire" rispose.

"Capisco, bene!" scrissi prima di maledirmi.

"Che significa bene?" rispose prontamente.

"Significa che sono contento di trovarti qui" mi salvai in corner "Anche se non ho molto tempo".

"Sei al lavoro?" mi domandò

AUTUMN IN MADRID || Ramos, Casillas, Higuain (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora