Capitolo 9: Las heridas del corazón

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"Non sono riuscita a farvi avere il capitolo per il fine settimana, ma grazie all'insonnia l'ho appena finito.

Entriamo nel vivo nella storia ed iniziamo anche a scoprire la parte più umana dei personaggi che avranno a che fare con dolori antichi e decisioni difficili.

Questa storia non avrà moltissimi capitoli, credo che sarà più corta delle altre per diverse ragioni.

Spero che il capitolo vi piaccia e aspetto i vostri commenti.

Un abbraccio generale, Lu"

****

Era una di quelle domande che sapevo mi sarebbe stata posta prima o poi e per anni avevo pensato a come avrei risposto, a cosa avrei provato, a come avrei reagito. Ed ora ero l¡ a guardare quel ragazzo dagli occhi fiammeggianti d'ira, quel ragazzo che solo qualche anno prima aveva completamente cambiato la mia vita.

"Sergio Ramos e Freija Fernández, la coppia dell'anno!"
"La coppia che fa sognare il mondo dello spettacolo"
"Sergio e Freija, una favola diventata realtà".
"Questa è la mia preferita" confessai ridendo.
"La coppia che fa sognare mi stimola di più" disse Sergio.
"In effetti..."
Il telefono del sivigliano squillò e lo vidi sgranare gli occhi.
"Qualche problema?"
"No, solo un gossip dell'ultimo minuto, sembra che la fidanzata di Karim sia incinta".
Sussultai senza volerlo: "Ah si?"
"Eh si. Brutto affare per il francese"
"Perché brutto affare?"
"Come perché?" rispose ridendo "E' fidanzato da appena qualche mese e l'ha già messa incinta; se fossi in lui chiederei subito il DNA".
"Addirittura?"
"Si. Onestamente non credo sia una coincidenza".
"E se lei fosse semplicemente rimasta incinta perché non hanno preso precauzioni o qualcosa è andato storto?" domandai calma.
"Beh, in questo caso mi dispiace per Karim, la sua vita è rovinata. Vado a fare la doccia" disse dandomi un bacio sulla tempia prima di sparire in bagno.
Aprii il cassetto del comodino e tirai fuori il test di gravidanza sul quale comparivano due strisce parallele rosa e all'improvviso vidi il mondo crollare davanti ai miei occhi.

"Non hai nessun diritto di chiedermelo!" sbottai.
"Io ero il padre!"
"E te lo ricordi dopo quasi tre anni? Tre anni durante i quali non c'è stata traccia di te?"
"Non avresti mai voluto vedermi!"
"Patetico codardo! Questa è la giustificazione che mi dai? Ero io che non avrei voluto vederti o eri tu che non avevi le palle per affrontare la realtà?"
"Io non.."
"Tu non sei niente per me, non sei niente nemmeno per il bambino. E grazie a Dio, la natura è stata saggia e lo ha capito prima di me e te ed ora fuori da casa mia prima che chiami la polizia e ti faccia arrestare!".

La guardai negli occhi e per la prima volta ebbi paura, perché davanti a me c'era una persona che non avevo mai visto: Freija Fernández, la mia Freija non esisteva più. E non seppi dire cosa facesse più male, se l'espressione d'odio sul suo volto o il tremendo dolore che traspariva dai suoi occhi.
Senza neanche dire una parola aprii la porta ed uscii: salii in macchina ed iniziai a guidare senza sapere nemmeno dove stessi andando; fu solo dopo un lungo momento, solo in una zona che neanche conoscevo di Madrid che fermai l'auto ed iniziai a dare pugni al volante come se fosse il mio sacco da boxe personale.
"La natura è stata saggia e lo ha capito prima di te e di me".
Quindi era finita così? Un aborto? Lo avevo provocato io?
Appoggiai la testa sul volante, dando tregua per un momento alle mie nocche doloranti e cercai di respirare: mi sentivo soffocare.
Avrei voluto trovare una via d'uscita, ma la mia mente, implacabile, mi riportò a quel giorno...

"Sarà una grande vacanza in Andalusia! Con René vogliamo anche noleggiare delle moto d'acqua così possiamo fare le gare e..."
"Sergio"
"...e fare secchi tutti quanti! Io e te, il dream team, gli invincibili!"
"Sergio, c'è qualcosa che devo dirti"
"Dimmi tutto, tesoro" dissi abbandonando il cellulare sul divano ed alzando gli occhi per guardarla; ma l'espressione sul suo volto fece scomparire rapidamente il mio sorriso.
"Freija che c'è?"
Lei si sedette sul divanetto accanto e solo dopo un momento mi fissò e disse: "Sergio, ho un ritardo".
"Ritardo?"
"Si, un ritardo. Di 3 settimane".
"Oh. Beh, può capitare, sai a volte il caldo, lo stress delle ultime sfilate..."
"Io sono sempre stata molto regolare e questo non è normale".
Iniziai a sudare freddo.
"Capisco ma può avere mille cause e.."
"Ho fatto il test di gravidanza: è positivo".
Fu come se un fulmine mi avesse trapassato: rimasi lì a guardarla, senza dire una parola.
"Sei sicura?" bofonchiai.
"Devo fare delle analisi".
"Allora fai le analisi così poi possiamo andare in vacanza e..."
"Sergio, forse tu non hai capito, io sono incinta! O per lo meno potrei esserlo e delle vacanze non me ne frega niente adesso".
Saltai in piedi: "Ma... ma come è potuto succedere? Hai detto che prendevi la pillola!"
"Certo, ma nessun metodo contraccettivo è sicuro al 100%, gli ormoni femminili poi sono sempre in continuo cambiamento e..."
"Non venire a raccontarmi queste balle! Le pillole funzionano, ma forse tu non ti sei preoccupata più di tanto!"
"Come scusa?" disse lei alzandosi di colpo.
"Quello che ho detto! Tu sai che devi prendere sempre la pillola, ma magari l'hai saltata e hai pensato "ma si, tanto anche se dovesse succedere è tanto di guadagnato"!"
"Mi stai dicendo che l'ho fatto di proposito?"
"Ora capisco i tuoi commenti dopo quello che ti ho raccontato su Karim".
"Tu stai veramente dicendo che l'ho fatto apposta?" sibilò a due centimetri dalla mia faccia.
"Non so cosa stessi pensando, ma quello che è certo è che non mi lascerò raggirare" risposi guardandola.
Mezzo secondo dopo un violento schiaffo si abbattè sul mio viso.
Uscii dalla casa furibondo, pensando a mille cose e al mio ritorno trovai la casa vuota ed un biglietto: "Non cercarmi mai più".

AUTUMN IN MADRID || Ramos, Casillas, Higuain (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora