Capitolo 11: El perdón

291 15 10
                                    

"Ci ho messo ben due mesi ma alla fine sono riuscita a portare avanti il capitolo. Chiedo scusa se vi ho fatto aspettare ma è stato ed è un periodo molto complicato.
Questo capitolo è molto intenso ed è un faccia a faccia con le conseguenze delle azioni dei protagonisti. Spero vi piaccia ed aspetto i vostri commenti. Grazie per la pazienza. Un abbraccio, Lu"

"Si chiama Ariadne, l'ho conosciuta ad una sfilata" dissi imitando il tono di voce di Iker.
"Mmmmm"
"Che?"
"Stavo pensando a quale Ariadne è presente tra le mie colleghe modelle"
"Lascia perdere, sarà sicuramente una di quelle stangone da copertina".
"Che cosa gli hai detto?"
"Solo che ero contenta per lui e che sicuramente avrebbe avuto successo. Figurati! Calciatore + modella = relazione assicurata".
"Non sempre funziona così".
"Sul serio?" la guardai con un sopracciglio alzato.
"Ricorda che io Ramos l'ho mollato".
"E chi frequenti adesso? Lasciami pensare..."
"E' una coincidenza!" sbottò.
"Ovviamente" sghignazzai.
"Quindi cosa vuoi fare? Sarai l'amica a cui lui racconterà le sue avventure amorose mentre tu ti struggi per lui?"
"Manco morta!" sentenziai "Continuerò con la mia vita".
"Sono contenta di sentirlo, Ro, dagli una bella lezione!"
"Lo farò" affermai sicura, ma di sicuro non c'era proprio niente; Iker mi piaceva, mi aveva dato una bella impressione ma avevo dimenticato che tipo di persone fossero i calciatori e che tipo di persona fossi io: una semplice insegnante che con quel mondo non aveva niente da spartire. Almeno non ne ero ancora innamorata...
"Bene, io vado. Ci vediamo lunedì" mi salutò.
Abbracciai Freija: "Stai attenta e salutami i tuoi. Mandami un messaggio ogni tanto".
"Si, mamma" mi fece il verso prima di scoppiare a ridere "Lo farò".
La vidi prendere il suo piccolo trolley e chiudere la porta dietro di sé. Sospirai e tornai alla mia scrivania dove una montagna di compiti dovevano ancora essere corretti: lo spettacolo era veramente deprimente così decisi di prendermi ancora un momento prima di tornare alla mia triste realtà.
Andai in cucina, versai l'acqua bollente nella tazza e lasciai in infusione il mio adorato tè ai frutti di bosco; presi un piattino e vi adagiai sopra tre biscotti.
"Uff, a chi voglio darla a bere".
Lasciai i tre biscotti nel piattino e presi il pacco intero, mi sedetti a gambe incrociate sul divano ed accesi il computer. La nostalgia mi trascinò alla scorsa estate e alle quattro settimane passate alla scoperta della Spagna: paesaggi meravigliosi, storia, cibo e tante risate con i vari backpackers che arrivavano da tutto il mondo. Stavo ancora ridendo davanti alla foto con i due ragazzi olandesi quando il suono di un messaggio interruppe il mio momento idilliaco; la finestra della chat si era aperta ed ora sullo schermo campeggiava un grande "Ehi ciao, finalmente!". Mittente: William.

Niente partite con il Real quella settimana a cause delle due partite con la nazionale. Sergio era stato convocato e rimandato a casa perché la sua caviglia non era in stato ottimale dopo la botta ricevuta domenica e così mi ritrovavo solo nella mia stanza d'albergo. Ripensai alla discussione avuta con il mio migliore amico prima di salutarci.

"Davvero le hai detto che ti piaceva un'altra?"
"Si"
"Ma perché?!?"
"Per vedere la sua reazione!"
"Perdonami se te lo dico, Iker, ma a me sembra una grossa cazzata!"
"E cosa avrei dovuto fare? Continuare come se niente fosse? Lasciare che continuasse a prendermi in giro?"
"Non lo sai se ti sta prendendo in giro, ok? Non abbiamo prove, non abbiamo niente, nemmeno un comportamento strano. Niente di niente!"
"Si, ma forse questo è parte del piano..."
"O forse davvero non lo sa e tu stai mandando tutto all'aria!".
Guardai Sergio con aria interrogativa: "Da quando sei diventato così saggio?"
"Da quando mi sono scontrato con un TIR" sussurrò.
"Il TIR si chiama Freija?" azzardai.
"Già".
"Senti, Sergio, tu hai fatto una cazzata con lei e non ti sei neanche sforzato di chiarire...".
"Come no?!?" mi interruppe.
"No, perché l'hai lasciata andare e non sei andato con lei per capire cosa stesse succedendo. Cristo santo, Sergio, poteva aver avuto il bambino da sola!".
"Ma non è stato così".
"Per fortuna!".
"Poco importa, ora c'è Cristiano" rispose con un tono quasi schifato.
"Cristiano è un bravo ragazzo".
"Cristiano va a letto con tutte".
"E tu no?" alzai un sopracciglio.
Lui fece una smorfia.
"Sergio, se tu ami ancora Freija allora dovresti cercare di smetterla di comportarti come un bambino o peggio ancora come un adolescente in preda a crisi ormonali. E' una donna, non una ragazzina, ha fatto le sue scelte così come tu hai fatto le tue e se sarà felice con Cristiano, beh, dovrai esserlo anche tu".
Il sivigliano sospirò.
"Oppure..." aggiunsi.
"Oppure?"
"Oppure mostri a Freija il tuo lato migliore, quello di cui si era innamorata, il ragazzo simpatico, onesto, appassionato, che giocava con i bambini per strada. Mostrale quella persona, Sergio, non hai fatto altro che farle vedere la parte peggiore di te. Mostrale il Sergio uomo, ma uomo per davvero".
Il sivigliano rimase in silenzio, poi si alzò: "Si, fratello, mi darò da fare".
Lo abbracciai e lo salutai, ma poco prima di chiudersi la porta alle spalle il mio amico aggiunse: "Iker, sei sempre stato il più saggio tra noi due, ma ora tocca a me dirtelo: alla fine scopriamo sempre se una ci viene dietro per interesse, dai a quella ragazza una possibilità".

AUTUMN IN MADRID || Ramos, Casillas, Higuain (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora