Capitolo 7: Tormenta

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NdA: "Ormai non sto neanche più a scusarmi perché già lo sapete. E' un momento complicato della mia vita, fatto di scelte decisive per il mio futuro e sono in crisi nera quindi amen. Il capitolo 7 è più intenso degli altri perché si entra nel vivo delle storie dei personaggi. Spero vi piaccia in modo da ripagare la lunga attesa. Un abbraccio circolare a tutte, Lu"

Lo sapevo, dentro di me lo avevo sempre saputo che andare a quella serata non sarebbe stata una buona idea. Il perché era davanti ai miei occhi che mi fissava con il suo cocktail in mano:

Gonzalo. Gonzalo Higuaín.

Non ero mai stata il tipo che si innamorava dei calciatori, anzi, li avevo sempre ben evitati, anche se vivendo in una cittadina di provincia la cosa non era difficile; ricordavo ancora i deliri a Mendoza quando arrivava la nazionale a giocare una partita importante: sembrava che fosse arrivato Gesù Cristo in persona.

Non so dire se stessi cercando di convincere me stessa del fatto che fossero tutti orribili donnaioli incalliti, privi di sentimenti se non per il dio denaro o se invece cercassi un motivo per non approcciarmi mai ad uno di loro, ma fatto sta che mi ritrovavo seduta al privé di un bar del centro di Madrid e l'unica cosa che riuscivo a fare era osservare Gonzalo sorridere ad una biondina dall'altra parte della stanza.

"Pensierosa?".

Mi voltai ad osservare Guti che mi guardava con aria sorniona.

"Stanca più che altro". Non era totalmente la verità, ma nemmeno una bugia.

"Qui ci vuole un altro cocktail" sentenziò il biondo.

"O una boccata d'aria" aggiunsi.

"O entrambi" sorrise prima di alzarsi "Mi addentro nella giungla del bar, se non dovessi avere mie notizie nei prossimi 10 minuti chiama i rinforzi".

Ridacchiai e lo guardai allontanarsi, seguito immediatamente da una scia di ragazze dagli occhi maliziosi. Il mio sguardo tornò su Gonzalo e sulla bionda dalla scollatura generosa che gli stava accarezzando i capelli con sguardo suadente. Davvero certe donne sono così? Come possono svilirsi tanto? Un moto di disgusto mi colse e mi alzai dalla sedia dirigendomi rapidamente verso la terrazza.

La tiepida aria autunnale di Madrid mi investì ed iniziai a respirare, camminando lentamente per sciogliere la tensione: poche volte mi ero sentita tanto a disagio in un ambiente.

"Anche a me non piace" disse una voce alle mie spalle e non avevo realmente bisogno di girarmi per sapere chi fosse, ma lo feci ugualmente.

"Cosa?" chiesi osservando la figura maschile che guardava altrove con un piede appoggiato al parapetto.

"Il rimanere al chiuso, la folla, la gente che ti opprime".

"Le donne che ti opprimono" lo corressi.

Gonzalo, che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo fisso sugli edifici circostanti, posò gli occhi su di me con fare inquisitore: mi squadrò per un lungo momento, fece per aprire bocca ma poi la richiuse, scuotendo la testa con un mezzo sorriso.

"Che c'è?" domandai curiosa.

"Niente".

"Non è vero, tu stavi per dire qualcosa".

"Non era niente di importante sul serio".

"Allora dillo!".

"E' che.." prese fiato "..dalla frase che hai pronunciato prima potrebbe sembrare che ci fosse un pizzico di gelosia in te".

Rimasi a guardarlo con gli occhi sgranati e poi scoppiai a ridere: "Si, era decisamente una cosa poco seria".

"Già" commentò semplicemente raddrizzandosi "E poi dimenticavo che stai con Guti".

AUTUMN IN MADRID || Ramos, Casillas, Higuain (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora