Capitolo 12: El baile

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NdA: Ciao a tutte! Ci ho messo un mese ma mi sono fatta perdonare con un capitolo lunghissimo. Questa storia finirà nel 2050 di questo passo, spero di vivere abbastanza per poterla finire. Non mi dilungo e vi lascio al capitolo, spero vi piaccia ed aspetto i vostri commenti. Un abbraccio a tutte, Lu

"Le notti brave di Gonzalo Higuaín".

Così titolava uno dei siti internet, mostrando una foto del calciatore dentro una discoteca, circondato da una mezza dozzina di ragazze poco vestite.

Mi sentii una stupida: sul serio Ailén? Pensavi davvero che le cose potessero essere diverse? Ero veramente arrabbiata con me stessa per essere quasi cascata nell'ennesima trappola del destino.Chiusi il portatile con violenza e mi buttai sotto la doccia per cercare di lavare via i miei pensieri. Gonzalo sembrava così onesto quando mi diceva che gli piacevo, che voleva ci conoscessimo, ma poi alla fine erano tutti uguali.

Passai la mano sullo specchio appannato e guardai il mio riflesso: "Ricorda chi sei Ailén!" mi dissi a voce alta.

Arrivai al lavoro in anticipo ed iniziai a sistemare i maglioni pesanti; ormai era autunno inoltrato e presto sarebbe arrivato il freddo. Mi fermai per un momento pensando alla mia Mendoza e al fatto che lì già iniziava a fare caldo: mi mancavano le fiere del vino, le serate a chiacchierare con le mie amiche da Johnny be good e le gite a los Potrerillos.

Il campanello sulla porta suonò indicando l'entrata di un cliente: mi voltai pronta a riceverlo, trovandomi faccia a faccia con il volto sorridente di Guti.

"Ciao bellissima" mi disse.

Un calciatore. In questo momento decisamente l'ultima categoria di persone che avrei voluto vedere. Mi sforzai di sorridere.

"Ciao José, come mai da queste parti?" risposi ricambiando il bacio sulla guancia.

"Sono venuto a parlare con te".

"Ah si?"

"Si, volevo invitarti ad un ballo".

"Che ballo?"

"La Fundación Real Madrid organizza ogni anno un ballo di beneficenza a sostegno delle sue iniziative e per mostrare ai soci il lavoro che è stato fatto e che sarà fatto. E' una cena di gala piuttosto elegante, noi calciatori ovviamente siamo invitati ed andiamo in coppia ed io vorrei andarci con te".

"Beh, Guti, sono veramente onorata ma..."

"Non dire ma!"

"Non posso venire, primo perché non mi sentirei a mio agio e secondo perché non ho un vestito".

"Per il vestito non c'è problema io posso.."

"Non se ne parla, non accetto che mi si comprino le cose".

"...stavo dicendo, io posso raccomandarti ad un'amica che ha un negozio e vende vestiti favolosi".

"Non credo che potrei permettermelo".

"Io credo di si, non è un negozio per milionari".

"Non.."

"Per favore, smettila di dire sempre di no e buttati per una volta! E' una cena con altre persone, sarà noiosa e sicuramente impazzirò se non vieni con me, sarà terribile!"

Involontariamente mi fece sorridere: "E quindi vuoi portarmi ad una cena noiosa?"

Fu lui a ridere: "Con te non lo sarebbe. E dai!"

"Quando sarebbe?"

"Domani sera".

Ripensai a Gonzalo e a quelle foto: lui non si preoccupava di me perché io avrei dovuto mettere la mia vita in stand by? Si, avevo detto niente calciatori, ma quella era anche l'occasione per fargli vedere che non era il solo ad avere una vita.

AUTUMN IN MADRID || Ramos, Casillas, Higuain (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora