capitolo 13

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Dopo aver litigato con la famiglia di aiden, il mio cagnolino da compagnia, andai in un albergo del tutto strano. Aveva pareti logore ma luccicanti, pavimenti con mattonelle grigie che sfumavano sul rossiccio, tappeti vecchi che usavano gli anziani negli anni 80', tende che sembravano polverose ma era solo l'effetto della luce sul colore violaceo che le faceva risultare logore, scale di legno lucido e ogni oggetto che vi era dentro era d'oro. Ero scioccata da quell'albergo, sembrava vecchio e sporco ma al tempo stesso nuovo e rinomato, si insomma era un albergo strano, molto strano. Suonai il campanellino che era appoggiato sul bancone della reception e un ragazzino biondo, occhi verdi, alto, magro e pieno di lentigini uscì da una porticina di legno venendomi davanti. "Benvenuta all'hotel el plantic, le serve qualcosa signorina?" Il ragazzino aveva un accento strano ma molto bello, forse spagnolo "vorrei una stanza per la notte, non intendo trattenermi oltre, questa...non è casa mia..." l'ultima frase la dissi incupendomi e il ragazzino mi guardò come se mi capisse, poi prese un mazzo di chiavi, appese in una teca insieme a tutte le altre e me le diede in mano sorridente "questa notte la offre l'albergo, la sua stanza è la 11 dritta su per le scale, alla prima porta che vede giri a sinistra e in fondo troverà la sua stanza. Buona serata e buonanotte" sorrisi tristemente al ragazzino prima d'incamminarmi su per le scale. Aiden stranamente non mi aveva seguita dentro l'albergo ma ero troppo stanca per pensarci, così sentendo Tutta la stanchezza crollarmi addosso raggiunsi la mia stanza e mi buttai sul letto morbido e comodissimo. Mi stiracchiai un pichino prima di andarmi a fare una doccia bollente che mi liberò di ogni altra sensazione che poteva reggere il mio corpo, lasciandomi solamente la stanchezza e il sonno addosso. Prima che potessi ributtarmi sopra quel bellissimo e comodissimo letto che massaggiava i doloranti muscoli, andai ad aprire la porta ad aiden che finalmente si era deciso a raggiungermi. Lo vidi spogliarsi prima di andare a farsi una doccia, rimasi sveglia finché non lo vidi riapparire dal bagno sdraiandosi di fianco a me. Stanca mi appoggiai sul suo petto e lui mi mise un braccio intorno alle spalle, stringendomi di più a sé. "Come stai?" Non risposi ne mi mossi di un millimetro, non avevo proprio voglia di parlare ora di ciò che era successo "non andartene domattina, dormi con me finché non mi sveglierò, ti prego" lo chiesi con la voce rotta dalle lacrime che minacciavano di uscirmi dagli occhi come uno tsunami in piena estate. Aiden più che rispondermi mi diede un bacio sulla testa e iniziando ad accarezzarmi il braccio spense la luce, facendoci calare in un buio e silenzio quasi piacevole.

La mattina seguente mi feci una doccia bollente, era come se l'acqua calda mi sollevasse da ogni pensiero. Finii la doccia dopo almeno un'ora e vidi aiden aspettarmi, seduto, su una poltroncina color oro "ho chiamato per farci portare la colazione, tra qualche minuto saranno qui. Potresti aprire tu quando arrivano? Io vado a farmi una doccia" annuii vedendolo sorridermi e senza staccargli gli occhi di dosso, lo seguii con lo sguardo finché non chiuse la porta del bagno.
Mi vestii con dei legghins e un maglione, entrambi neri che sicuramente mi aveva fatto portare aiden, dai camerieri dell'hotel. Non feci in tempo a sedermi sul letto che bussarono alla porta "la colazione che avete ordinato!" Scossi la testa sorridendo, erano troppo veloci con le ordinazioni. Aprii la porta rivedendo il ragazzo che stava alla reception "fai anche il cameriere?" Glielo chiesi un po titubante e lui mi sorrise divertito "sono l'unico oltre mio padre a mantenere questo posto, quindi si, sono anche cameriere" alzai le sopracciglia prendendo il vassoio dalle sue mani e lui mi fece un inchino prima di sparire dal corridoio verso la mia stanza. "Sono più veloci di chiunque altro essere umano di questo mondo, non ti pare?" Sobbalzai quasi rovesciando il vassoio con tutto il cibo sul pavimento, ma aiden con agilità me lo levò dalle mani e lo appoggiò ad un tavolino di fianco al letto "attenta, non vorrai buttar via tutta questa delizia?" Sbuffai chiudendo la porta della stanza alle mie spalle e mi sedetti sul letto a gambe incrociate "sono lupi come te vero?" Glielo chiesi mentre mi passava una brioches alla marmellata e una tazza di cappuccino già zuccherata "sei nel mio branco darling, è abbastanza ovvio che qui ci siano solo lupi" lo disse in tono scherzoso ma lo ignorai. bevvi un sorso di cappuccino e diedi un morso alla mia brioches. Appena sentii il sapore di quella meraviglia che stavo mangiando mi si illuminarono gli occhi, era la prima volta che sentivo una brioches tanto buona. Aiden scoppiò a ridere e subito diventai rossa "ogni cosa qui dentro è fatta in casa, cibo, bevande, case e si anche le sigarette se te lo stessi chiedendo" alzai le spalle fregandomene, io non fumavo quindi non m'interessava più di tanto.

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