Tabellone

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Quel tabellone, colmo di trafiletti di giornali e foto dei loro compagni dispersi in giro per Fiore, era un colpo al cuore che Natsu non avrebbe dimenticato molto facilmente.
Perché rappresentava tutta la solitudine di Lucy, tutto il dolore che le aveva procurato andandosene per un anno, lontano da lei.
Abbandonandola senza curarsi di cosa avrebbe fatto nell'attesa del suo ritorno.
<< Natsu ... >> sussurrò Happy, rattristito alla visione di quello schema dettagliato, la foto di Charla gli sorrideva da un punto lontano da Crocus ma comunque in concomitanza di Wendy.
<< Happy, torna di là ... >> ordinò gentilmente e serio Natsu, guardando il corpo di Lucy coperto dal lenzuolo e quel sorriso sereno far capolino dalle sue labbra, così tranquillo e capace di mascherare quello che lui non aveva visto, di cui aveva avuto solo un minimo sentore quel giorno, quando lo aveva ribeccato di fronte alla sua risoluta convinzione che lo scioglimento di Fairy Tail fosse stato un male.
Lui, che per primo era andato via senza dire niente, lasciando una misera lettera dietro di sé.
L' Exceed lo scrutò titubante ma quatto e muto lasciò l'amico a contemplare l'amica addormentata.
Natsu mosse un passo verso il letto di lei ma un'asse di legno scricchiolò a tradimento, scuotendo il sonno di Lucy.
<< Natsu ... >> bisbigliò sorpresa lei, scostandosi il lenzuolo di dosso e alzandosi piano. Gli occhi ancora velati di sonno non lo salvarono dall'occhiata offesa e arrabbiata che Lucy gli riservò senza tanti complimenti.
<< Che fai qui? Ti avevo detto di non entrare assolutamente in camera mia ... >> bofonchiò con voce impastata, ma risoluta nel suo rimprovero.
<< Io ... scusa Lucy >> si difese debolmente il Dragon Slayer, a disagio per essere stato colto in flagrante e, soprattutto, per quello che aveva scoperto, come se avesse letto il diario segreto di Lucy senza permesso, pieno zeppo dei suoi sentimenti.
Lucy sbuffò sconsolata, strofinandosi gli occhi assonnati e sorridendogli mesta:
<< Va bene, dai ... non fa nient ... >> si bloccò improvvisamente. Ancora mezza addormentata, non aveva davvero compreso a cosa si riferissero le scuse di Natsu. Lui non si scusava mai di essere entrato in camera sua senza permesso.
Mai.
Che cosa era cambiato?
Tutto.
Era cambiato perché l'aveva lasciata senza una spiegazione degna di questo nome, una misera lettera scribacchiata su un semplice pezzo di carta, senza valore di un addio.
E in quel momento, in piena vista, c'era tutto la sua tristezza. Tutto quella che era conseguito al suo abbandono.
<< Vattene >> sussurrò arrabbiata, superandolo e frapponendosi fra lui e il tabellone delle sue ricerche, un debole tentativo di nascondergli ormai quello che aveva già scoperto.
<< Mi dispiace ... >>
<< E SMETTILA DI SCUSARTI! NON ME NE FACCIO NIENTE! >> urlò furibonda, stufa.
Natsu si sorprese a quella rabbia, non avrebbe mai pensato che potesse rivolgerli tanta ira con poche parole – ma Lucy era sempre stata brava, con le parole. Doveva essere una passeggiata per lei, ferirlo con esse -; vide delle lacrime brillarle sulle guance e, come sempre quando la vedeva piangere improvvisamente, si ritrovò più imbarazzato e impacciato come non mai in quel momento: odiava vederla piangere e, soprattutto, odiava esserne il motivo.
<< Tu ... non dovevi ... vederlo >> singhiozzò, coprendosi il viso con le mani, frustrata << non dovevi. Non ... non ne hai il diritto >> e strozzò in un verso sorpreso le sue lacrime, perché Natsu la afferrò per la vita e la baciò, stringendosela al petto.
Natsu affondò affamato e passionale la bocca in quella di Lucy, spingendo con la lingua a schiuderla e, non appena ebbe successo, sospirò sollevato, avvertendo l'arrendevolezza di Lucy a quell'"attacco"; Lucy si deliziò delle mani callose di Natsu palparle le cosce nude, sentirle salire e scendere sulla pelle accaldata e infilarsi a tradimento nei suoi pantaloncini, per tirarglieli giù.
<< Na ... Natsu cosa ... >> ansimò, libera dalle labbra roventi di Natsu.
<< Shhh ... basta parlare Lucy. Basta piangere >> le disse, accarezzandole una guancia con la mano libera – quella che non era intenta a pizzicarle la pelle delle cosce -; le afferrò i capelli all'altezza della nuca e le tolse nuovamente il fiato, spingendola con forza moderata contro il tabellone alle sue spalle, strappandole un gemito di piacere e dolore.
<< Ahi >> sussurrò Lucy, mordendogli il labbro inferiore e tirandogli ciocche di capelli, freschi di taglio.
<< Cosa? >> domandò la voce arrochita di lussuria di Natsu, mentre le alzava una gamba per portarle il ginocchio all'altezza della sua vita e spingersi più contro di lei e la sua femminilità dall'odore così invitante.
Come cavolo ci era finito a fare quasi sesso con Lucy?
Non volevo solo farla tacere? Farla smettere di piangere?
Assicurarle che non l'avrebbe lasciata più?
Come poteva rendersi capace di portarla ad ansimare di piacere a quel modo?

"Ah, ma chi se ne frega".

Baciarla era stato il suo miglior colpo di testa.
<< Ahi Natsu ... le puntine>> si lamentò nuovamente, quando la spinse nuovamente con il bacino contro la lavagna.
<< Le ... cosa? >> borbottò il ragazzo, alzando il viso dal petto morbido e sudato di Lucy, coperto appena da quella cannottiera ormai sgualcita, sui cui affamato si era buttato a capo fitto.
<< Mi ... fanno male >> lo informò, la voce affannata e leggermente acuta.
<< Ah ... >> sembrò scendere dalle nuvole << Ci penso io >> le sorrise, mordendole il collo e facendola ansimare più velocemente.
Con un gesto secco della mano, che tolse dalla nuca di Lucy – la destra non voleva mollare la presa sulla coscia di Lucy – strappò via puntine e fogli di giornale, squarciando in parte, di netto, le impronte della tristezza di Lucy e della sua stupidità, per poi spingerla più forte di prima contro lo schema libero di intralci, affondando nuovamente la mano nei suoi capelli, tirandoglieli leggermente per lasciargli campo libero sul suo collo umido e spingendo le dita dell'altra mano sotto le sue mutandine, fin dentro di lei.
E si appagò del piacere che avvertì fra le sue gambe e nella sua voce calda; la sentiva sorridere, finalmente, per la prima vera volta da quando l'aveva ritrovata.
E cominciò a muoverle quelle dita, notando come questo la infiammasse dal movimento del suo bacino, a ritmo delle sue spinte.

Come diavolo faceva Happy a non sentirla?

<< Di ... di più Natsu >> si sorprese di sentirla ansimare quelle parole, un'invitante richiesta cui non sarebbe riuscito scampare.
<< Si >> assentì solamente. Per sentire poi le mani tremanti di Lucy slacciargli i pantaloni, che si tolse calciandoseli dietro di sé.
Fece riaffiorare la dita da Lucy e l'odore della sua eccitazione lo investì totalmente, tanto da non aspettare un suo consenso per affondare totalmente in lei.
<< Piano >> lamentò di dolore Lucy, graffiandogli le spalle e stringendo i denti per quell'intrusione improvvisa, che sprofondava in lei con vitalità.
<< Sc ... scusa >> si giustificò, sforzandosi di diminuire la velocità impetuosa che gli aveva annebbiato il buon senso.
<< Mmmh ... >> mugugnò arresa Lucy, mentre gli stimoli lenti di Natsu lenivano il dolore e aprivano le porte al piacere caldo che le inondò il basso ventre.
Lucy incitò Natsu a spingersi più in profondità, a perdersi dentro di lei e lui non se lo fece ripetere due volte – anche se lo eccitava sentirglielo ripetere, quell'"Ancora" che sapeva di tutto quello che aveva desiderato – e si aiutò alzandole un po' di più la gamba, ancorata alla sua ferrea mano.
Continuarono a chiamarsi, ad azzannarsi di baci e morsi per un tempo che sembrava non finire mai fino a quando avvertì un languido tepore scendergli dentro e infilarsi, subdolamente, dentro di Lucy, che ansimò il suo nome, catturata dall'orgasmo che le agitava il ventre, arcuare la schiena e aumentare spasmodicamente lo scontrarsi dei loro bacini.


E al di là di quella tendina che separava quella camera calda di piacere e rimbombante delle voci dei due amanti, il piccolo Exceed, sghignazzava sul cuscino posato a terra, rosso in viso:
<< Si piaaacciono >> per poi replicare con un << Ma non lo voglio un fratellino >> pensieroso.

Brividi di SolleticoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora