Coccole

696 27 9
                                    

  Solano squadrava tutti dalla sua postazione privilegiata garantita dalla poltrona da comandante – come la chiamava lei – piazzata sul rialzo di marmo della sala centrale.
Osservava tutti e ghignava divertita, pensando alla fierezza e all'orgoglio esuberante diFairyTail ridicolizzati da una singola donna – da brividi certo – e dal suo segugio fedele – "Chetiziodisgustoso" pensò al ricordo -.
Il fatto di collaborare con quei maghi tanto sicuri di sé – soprattutto aiutare quella scialba bionda che le fece la festa ai tempi –e di supportarli in quella specie di causa persa era dovuto solo al debito che aveva con Mest, ma si godette sotto sotto quel loro primo fallimento.
Oltretutto, per quanto disgustoso potesse essere, una fitta di divertimento la trafisse nel veder accasciato al pavimento, scosso dai conati e dal malore, quel pidocchioso e fastidioso Dragon Slayer che anni prima aveva loro rovinato ogni speranza, stracciato le sue preghiere – lui, e quell'insipida bionda che non lo lasciava un solo secondo – bruciando i piani di Oracion Seis.
Per quanto ormai non le importasse granché di Brain e del Nirvana, ancora provava un certo risentimento per quel fallimento e per l'incarcerazione che ne seguì.
I minuti si susseguirono velocemente e sospirò annoiata, accavallò le gambe e tirò fuori da sotto il sedile una lima per unghie, ignorando quei noiosi musoni così testardamente speranzosi e tenaci.
La redenzione era una vera palla.

Nell'arco dei primi dieci minuti dalla partenza non successe nulla di ché – non contando le legnate di Erza a quel moro tenebroso che si ostinava a girar nudo per l'atrio e alle occhiatacce malevole che la nanetta albina elargiva a Mest per quel suo sguardo ebete diretto alla piccola Dragon Slayermezza moribonda –e sbuffò nuovamente scocciata; il suo unico passatempo quantomeno passabile sarebbe stato stuzzicare quella bionda maga degli spiriti stellari (una piccola vendetta se la meritava sotto ogni punto di vista) ma ci teneva a restare ancora viva e libera, piuttosto che subire l'ira di Titania.
Il suo corpo procace, per quanto forte, non avrebbe resistito a lungo sotto i suoi pugni e le sue lame.
Oltretutto, la ragazza era intenta a vezzeggiare la schiena di Salamander, tutto tremiti e versi ripugnanti – una scenetta tenera quanto un pugno nello stomaco -; se non fossero stati tanto fuori contesto, non vi avrebbe fatto nemmeno tanto caso. Ma dopotutto, l'intera FairyTail viveva in un mondo tutto suo, di legami e sentimenti e valori che non hanno più importanza nel mondo e prezzati a peso d'oro.
La fedeltà e l'amore si comprano con pochi spiccioli e la famiglia è un miraggio che nemmeno una preghiera rende reale.
E loro erano sciocchi idealisti fantasiosi, se ancora vi credevano.

Il tempio mobile cominciò a tremare e traballare come vittima di un terremoto e un banco di pesci sfilò veloce ai lati, oscurando le finestre magicamente sigillate; il gatto blu non ci mise molto a uscire fastidiosamente e rumorosamente fuori di testa e solo l'intervento della strana albina gattomorfa gli impedì di annegare felice fra gli animali marini.
Sistemato lui e terminati gli sconquassamenti, le Lacryma luminose smisero di sfarfallare indispettite e tutti – meno i due moribondi ormai allo stremo –si scagliarono curiosi verso le finestre, ammirando occhi in sù lo spettacolo che vi si presentava di fronte: sotto i riflessi solari che passavo attraverso la superficie del mare, visibili come macchie di luce ondeggianti nonostante la profondità, banchi enormi e arcobalenici di ogni genere di pesce vorticavano eseguendo danze e piroette vortici luminosi.A sovrastare i tornado di pesci – ormai Happy avevo perso il lume della ragione – enormi ombre di mammiferi marini che giravano l'uno attorno all'altro, scuotendo l'enormi pinne caudali tanto vicino al tempio da rischiare di ribaltarlo.
I più piccoli fiumavano verso ogni direzione e spesso si scontravano con forza sulle pareti di marmo e roccia del tempio mobile, causando i fastidiosi sfarfallii dei Lacryma; Solano, dopo un primo momento di pausa per riordinare le idee, richiamò la magia per rimettere in moto il "veicolo" ma i mostri marini s'incuriosirono un po' troppo e continuarono a sbatacchiare la struttura come se fosse un sassolino in mezzo alla sabbia, quasi divertiti. Il verso profondo e tuonante, come la sirena di un faro, che l'animale emise come richiamo per i suoi simili, misero in allarme il capitano angelico.
<< Dobbiamo spostarci in fretta e attendere >> sbuffò Solano, facendo spostare lentamente, seguendo il flusso delle onde sottomarine, il tempio fin dentro una rientranza di una roccia incrostata da molluschi e coralli.
<< Ehi, non abbiamo tempo per fermarci! >> protestò Gray, interrotto dal proprio costume da bagno volatogli dritto in faccia, lanciata con forza da Lucy. Solano arricciò il naso infastidita e accomodandosi meglio sulla sua postazione lo trafisse con lo sguardo:
<< Vuoi arrivare ad Alvarez rotolando per tutto il fondale come grassone in discesa? Li vedi quei mostri lì fuori? Non appena ci muoveremo ci faranno girare come una trottola! Rischieremo di schiantarci contro una parete rocciosa o peggio, ci butterebbero in una fossa >>.
<< Sono solo dei dannati pesci che girano in tondo! Metti in moto quest'affare! >>
<< IO sono il capitano! IO decido! Non si discute, aspetteremo! >> s'impuntò Solano.
Gray ringhiò e volse un "Erza!"d'aiuto alla neo-master, rimasta in silenzio fino a quel momento.
<< Diamo retta a Solano, Gray. Non abbiamo alternativa. Ricorda che questo potrebbe essere l'unico mezzo per portar via il Master da questo paese. Se si dovesse danneggiare troppo, come torneremo a casa? >> si spiegò calma.
<< Perfetto! A occhio e croce, ci vorranno un paio d'ore se non più per il passaggio dei mostri marini. Fatevi un giretto se vi va o quello che vi pare, ne avremmo da aspettare >> sorrise soddisfatta la maga all'indirizzo del mago del ghiaccio stizzito.
<< Andiamo a sistemare Natsu e Wendy, hanno bisogno di riposo. E anche noi >> disse Erza, prendendo in spalla la piccola Dragon Slayer e invitando Gray a fare lo stesso con Natsu.

Seguito da Lucy, Gray scaricò Natsu senza tante cerimonie su una branda in una delle stanze lungo un corridoio laterale che costeggiava la sala principale, sospirando stanco salutò l'amica e uscì, chiudendosi la porta alle spalle, con la sensazione a pelle di essere di troppo; camminando perso nei suoi pensieri verso una stanza libera, si concesse di sogghignare divertito, con velato imbarazzo, il tempo di un secondo, pensando a come quei due avrebbero ammazzato l'attesa.

Con lo stomaco in subbuglio e la testa come una trottola, il fiero e indistruttibile – così lui credeva – figlio di Igneel lagnava insofferente e scompostamente su quella branda scomoda, il viso affondato con sollievo sulle gambe morbide di Lucy. Le sue carezze gentili fra i capelli ribelli erano il paradiso e il suo accennato sfiorargli le spalle e il collo la pace dei sensi; un sospiro beato sfuggì a Natsu e lei rise solleticata dal suo alito caldo sulla pelle.
Le dita di Lucy erano il brivido lungo il corpo che gli animava quella fiamma tanto piacevole e ogni punto da loro sfiorate vibrava d'eccitazione.
<< Stai un po' meglio? >> sussurrò lei nel suo orecchio.
E la sua voce l'ossigeno che rinvigoriva quel fuoco.
Natsu si sentì sfilare dal capo la sciarpa annodata e, alzando all'insù il viso con un certo disappunto, occhieggiò Lucy snodarla e ripiegarla con cura al suo fianco, in modo da non stropicciarla ulteriormente; si sistemò supino e posò il capo sulle ginocchia di lei, le pareti attorno a loro che lentamente rallentavano il loro continuo ondeggiare voltastomaco e la nausea che finalmente si accingeva a lasciargli tregua.
Sorrise della comodità delle gambe morbide e dell'effetto benefico nelle sue carezze.
La sua visuale fu presto oscurata prima da un ciucco d'oro colato e poi dagli occhi luminosi di Lucy e il suo verso sorpreso a mezza voce zittito dalle labbra sorridenti e tentatrici della ragazza; la bocca di Lucy sembrava sopirsi su quella di Natsu, tanto il bacio fu privo di fretta e irruenza ma il Dragon Slayer sorrise furbo nell'avvertirvi – come in tutti i baci precedenti – quell'appetito che avrebbe presto infuocato entrambi i loro corpi per trascinarli poi in un torbido e passionale ricercarsi, spingersi l'uno contro l'altra, fino a non comprendere più se fossero due amanti distinti o un'unica entità formatasi fra i gemiti e l'amore.

Ma forse, inconsapevolmente, lo sono sempre stati – fin dalla loro prima missione – quell'unico essere. Due anime che si sono arraffate e rapite a vicenda e che hanno plasmato i loro sentimenti reciproci fino a creare quella nuova anima, chiamata con vari e più nomi ma che rispondeva sempre e solo a "Loro", insieme.

<< Al momento molto, grazie >> rispose il mago quando si separarono sorridenti, la voglia palpabile fra loro di soffocarsi di baci ancora ben presente. D'altro canto Lucy non parve tanto soddisfatta di quella risposta o almeno così interpretò Natsu la foga con cui lo baciò nuovamente; tutta la calma di prima che li aveva eccitati con la lentezza di una colata di lava dentro la pelle sparì, spazzata via dal tornado vorticante che fece girar la testa al Dragon Slayer e che privò in fretta Lucy di una buona risorsa d'aria, data la posizione scomoda.
Natsu si mise presto seduto, respirando con affanno e pantaloni fastidiosi all'altezza del cavallo e così Lucy, come lui, recuperò ossigeno in fretta, accasciata contro la parete alle spalle del ragazzo.
<< Wow ... >> sussurrò lui, inspirando un'ultima volta e girarsi verso la ragazza non appena la sentì alzarsi velocemente per ritrovarsela seduta cavalcioni su di sé. Un po' intontito ma non da meno in fibrillazione da quello che gli si stava prospettando in un futuro molto vicino almeno quanto il seno soffice di Lucy contro il torace, accolse con entusiasmo e confusione la bocca di Lucy sulla sua, la sua lingua contro la propria e i suoi morsi sul labbro, stringendosela addosso con tanta forza da sentir male al petto, col cuore che vi martellava dall'interno; Lucy rizzò la schiena, seduta comoda comoda sulle gambe di Natsu e sulla sua pronunciata presenza soffocata dal costume, e lasciò scivolare la bocca di Natsu sul suo collo fine, sospirando beata e contenta, mentre le sue mani ne coccolavano i capelli che le solleticavano le guance e il mento. Poi la testa di Natsu si piegò ancora nella sua corsa verso il suo seno in bella vista e Lucy miagolò di gioia stringendolo fra le braccia, completamente fuori controllo dall'eccitazione.
I seni di Lucy e la sua pelle morbida – che nemmeno l'acqua marina avrebbe mai potuto rovinare - sapevano di mare e salsedine e Natsu non poté frenarsi dall'immaginarsela stesa sul bagnasciuga mentre la possiede sulla sabbia umida e fra le onde frastagliate che muoiono sui loro corpi uniti; fu nel bel mezzo di quell'amplesso immaginario che Lucy lo allontanò dal suo petto per spingerlo con poca irruenza a stendersi nuovamente sulla branda.
<< Ehi >> e il suo lamento fu zittito dal soffice bacio di lei, piegatasi sui suoi addominali e intenta a coccolarne ogni solco sull'intero torace scolpito dagli allenamenti e dalle cicatrici.
Le labbra di Lucy erano piume sulle sue labbra, piume soffici, calde e salate, tanto leggere che quasi non avvertiva i suoi baci e ne impazziva. Doveva averne di più, molti di più.
Desiderava che il sapore dolciastro e il gusto salato della bocca di Lucy lo marchiassero, lo azzannassero fino al dolore fisico, fino ad averne abbastanza – un limite irraggiungibile -.
Lucy ci stava, però, prendendo gusto nel lasciarlo scontento e continuava ad inappagarlo con quelle labbra che si muovevano lente e leggiadre sulla bocca rovente del Dragon Slayer; i loro fiati si mescolavano in nuovi sapori e quei continui baci fantasma si fecero più sensuali, erotici, accompagnati da sospiri e gemiti inarrestabili.
All'ennesimo morso persosi nell'aria, Natsu ringhiò innervosito e acuì l'occhiataccia seccata nel tentativo di convincere Lucy a smettere di giocare.
Lei sorrise sorniona di quell'espressione torva: << Non tenermi il muso. Ti coccolo un po' >>
<< Queste non sono coccole, sono torture. Non puoi mica infastidire il drago e pensare di cavartela con poco e niente. Non sono un cucciolo che si accontenta di qualche briciola di carezza. Non sono addomesticabile >> e artigliò il sedere sodo di Lucy affondandovi le dita, spingendolo ritmicamente a scontrarsi contro il suo sesso.
Lucy ansimò ridente e strinse le spalle nude di Natsu mordendosi al contempo le labbra per non gemere eccitata; intestardita dal suo obbiettivo però, scese lentamente con le mani lungo il torace di Natsu e stringendogli i polsi lo allontanò dal suo fondoschiena.
<< Invece di lagnarti tanto, dovresti godertela un po', tutta quest'attenzione >> lo rimproverò sorridente Lucy.
<< Ah si? >> domandò irrequieto Natsu; le labbra ancora dolcemente piegate in un sorriso, Lucy lo baciò ancora una volta, sfiziandolo di poco: << Certo. Sei sempre tu che mi fai stare bene ... una volta tanto vorrei ricambiare >> rispose << Perciò ... vai a cuccia e lasciami fare, brontolone >>.
Natsu sbuffò ridente e si lasciò trascinare nel languore dei sensi dalle sue dita che rinfrescavano centimetro per centimetro ogni suo muscolo: salivano e scendevano indisturbate e divertite lungo il torace come rivoli di acqua fresca – mai stata tanto amata quanto in quel momento – e che gli accendevano la pelle e l'anima di desiderio come fiammelle di un fuocherello birbante al tempo stesso.
Un potere che solo Lucy possedeva: l'abilità di rincuorarlo e porre rimedio alle sue ferite e al suo dolore e di incendiarlo più della lava rovente e non solo con quelle dita agili e amorevoli; le labbra di Lucy che lambivano le sue erano un invito al più delizioso dei banchetti e quando si accucciavano sul collo e sul suo petto affannato dai pesanti sospiri promettevano nient'altro che il piacere e gli era impossibile non diventarne succube all'istante.
Lei era una tentazione continua costituita dal controsenso fra una fresca beatitudine e il più infuocato desiderio.
E quella situazione stava diventando insostenibile.
A occhi non suoi, estranei e viscidi, avrebbe impedito di far posarne lo sguardo, su quel voluttuoso corpo e MAI, mai più, avrebbe permesse che glielo strappassero via, avesse dovuto azzannare e incenerire ogni uomo di Alvarez e dintorni dalla testa ai piedi.
<< Non lo permetterò ... >> si ritrovò a sussurrare a occhi chiusi, fra i brividi.
Incuriosita e stranita da quel sussurro incompleto e sostenendosi con le mani sui suoi bicipiti, la maga alzò il busto e si sedette meglio sul bacino di Natsu, sovrastandolo a schiena ritta e occhi limpidi di eccitazione:
<< Di che parli Natsu? >>
Determinato, il Dragon Slayer la inchiodò con l'occhiata più eccitante e rabbiosa che potesse rivolgerle e che la gelò sul posto, con l'intento vittorioso di convincerla che nelle sue vene non scorresse più solo sangue ma anche una frenesia erotica e così incontrollabile da divorarla, così dispettosa da invadere candidamente il suo basso ventre.
<< Natsu? >> fiatò con fatica, lo stomaco in subbuglio e le membra accaldate, tanto che le fece quasi male pronunciare quelle parole e lui non si trattenne più, guidato dall'istinto che l'aveva portato a lei anni prima: alzò il busto e irruentemente la baciò, con fame e disperazione, spingendo le sue mani a stringerla ancora di più contro di sé senza lasciarle scampo. Le bocche affondavano l'una contro l'altra senza più esitazione che spinse Lucy a muoversi involontariamente in scatti ondeggianti sul bacino di Natsu; il controllo era stato irrimediabilmente perso, gettato via e con decisione il corpo del Dragon Slayer si ordinò di alzarsi e trascinarsi l'amata sul pavimento, ritenuto in quell'attimo folle un luogo più comodo in cui possederla senza freni a scapito di quella scomoda branda.
<< Mai più ... permetterò ... che tu mi sia portata via davanti agli occhi >> si persero quelle parole fra i baci e i sospiri, evolutisi in gemiti quando anche Natsu rispose alle insistenti spinte di Lucy.
<< Basta coccole? >> rise lui, mentre le slacciava il reggiseno mordendole il collo e le spalle.
<< Basta coccole >> rispose Lucy agguantandogli il capo, concedendosi un ultimo momento di lucidità per accarezzargli il capo con amore, insinuando le dita fra i ribelli capelli rosa di Natsu, perdersi in quell'attimo di dolcezza prima di esser trascinata in un amplesso appagante; persa la ragione, le mani di Lucy discesero lungo la schiena calda di Natsu, circondargli e rasentandogli i fianchi per infilarsi senza indugio nel suo costume.
Natsu gemette quando avvertì le dita fredde di Lucy sfioragli il membro oppresso e azzannò un seno senza ferirla, sospirando in quelle carezze audaci e improvvise: la maga poi cercò, nonostante la scomoda posizione, di abbassargli il costume e Natsu si alzò portandosela dietro e concederle di spogliarlo mentre lui insinuava le mani forti nel pezzo di sotto del costume fin dentro di lei, muovendole con fervore e appagandosi di sentirla gemere direttamente nelle orecchie e reggersi a lui con le mani sulle spalle.
Fra i sospiri e i versi di piacere, Lucy riuscì intrepida a chiederli di sbrigarsi, non sapendo quanto ancora potesse durare quella pausa dal viaggio e lui, in un accordo sbuffato fra la seccatura di far abbandonare dalle sue dita l'antro umido e caloroso di Lucy e il desiderio di accontentare il suo membro retto, la baciò con amore e la penetrò con altrettanto affetto e attenzione, per poi sdraiarsi con lei fra le braccia e imprimendosi ancora più in lei profondamente, come un marchio che la segnava come sua. La bocca di Natsu non si seppe mai saziare di lei e del suo corpo, mentre affondava velocemente e spasmodicamente dentro Lucy e al contempo lei non riuscì mai a rinunciare al desiderio che le scaturiva nell'anima e nelle viscere, accoccolato nel basso ventre conquistato e riempito dalla fierezza possente del Dragon Slayer, circondando i fianchi dell'amante con le proprie gambe per sentire e compiacersi dell'averlo dentro di sé, completamente e pienamente dentro di lei, spingendosi fino al limite raggiungibile di quel rifugio compiacente e bramoso di essere soddisfatto quanto il suo intruso.

<< Mia, solo mia >> mugugnò diverse volte il mago, confuso dall'appagamento. Il pavimento non era più roccia levigata ma sabbia fine e scottante e l'aria umida e calda della stanza una brezza fresca che portava onde immaginarie a frastagliarsi sui loro corpi avvinti e gementi, nell'atto di appartenersi con ferocia e passione, di assaggiarne il sapore che quella volta gustava di pelle salmastra e mare inquieto, come in tempesta.
E come un'onda irrequieta in piena burrasca, l'atto finale del loro unirsi senza inibizioni e dubbi alcuni arrivò a travolgerli e a sconquassarli di piacere caldo, compiacente, inondando il ventre pieno di Lucy e lasciandoli senza fiato ed energie.
Lasciandoli lì, in una fantasia di sole e salsedine reale e tangibile quanto ciò che li aveva uniti.

!EXTRA!
<< Pronte a partire Fatine? >> rise Solano, ancheggiando fino alla sua postazione privilegiata. Li aveva riuniti tutti – o quasi – nell'atrio principale per ripartire, dopo aver passato due ore a limarsi le unghie e a sbuffare in una noiosa attesa. Non fece nemmeno poi molto caso all'assenza di quella sciatta biondina e del suo stomachevole amico.
Sapeva già quel che c'era da sapere.
Finalmente gli animali marini avevano finito di girarsi intorno e si erano allontanati verso le loro tane e oltre, nelle profondità di quell'oceano sconfinato e sorprendente.
<< Mi chiedo ancora perché diavolo ci sia stato il bisogno di fermarsi per due ore >> lamentò nuovamente Gray.
<< Solano-san, sai perché i pesci si siano comportati in quel modo così strano? >> intervenne incuriosita Wendy con imbarazzo, non capendo bene come comportarsi in presenza di quella donna così strana e una volta nemica.
Solano la squadrò con cipiglio sorpreso e ghignò divertita:
<< Aah, non ve l'ho detto prima? Questo è periodo di accoppiamenti fra gli animali marini e questo luogo è ... come dire ... la loro meta da Luna di miele preferita >> rise sguaiata all'indirizzo dei loro visi arrossiti e degli sguardi allibiti e imbarazzati.
<< Qu ... quindi noi ... >> balbettò Erza.
<< Esatto. Avete assistito ai preliminari ... e pure niente male, a giudicare dal tempo che c'è voluto perché finissero. Mi sono vista costretta a imparare certe cose per ... evitare di disturbare ... lo sapete, no? Mai disturbare un animale ... soprattutto nel sesso >>.
Ignorando bellamente i suoi sconvolti ospiti, rise sotto i baffi occhieggiando il corridoio e azionando una leva nascosta, così che il tempio ricominciò a vibrare e a scivolare velocemente lungo le correnti marine
"Allora non sei tanto insipida come pensavo, sciacquetta bionda ... "


Accoccolati sulla stretta branda e nuovamente uniti e ansanti dopo l'amplesso terminato, Lucy grattava affettuosamente la porzione di pelle sotto la nuca di Natsu, i residui dell'orgasmo che le rendevano placide e lente ogni sua carezza, mentre il Dragon Slayer respirava i suoi capelli e la sua fragranza di salsedine infragolita dal suo reale e dolciastro odore.
Così vicini all'appisolarsi stanchi fra le braccia dell'altro, così uniti intimamente e avvolti nel languore dell'apice del piacere raggiunto con ardore e frenesia ....
Le scosse e il senso di movimento del tempio furono una doccia fredda sui loro corpi, uno scossone che li buttò giù dalla branda senza gentilezza e di certo Natsu, nauseato e moribondo nudo sul pavimento, non furono uno spettacolo esilarante ...
<< NATSU CHE SCHIFO! SPOSTATI!! >>
E certo a Lucy e Natsu non si prospettava il finale romantico tanto sognato e agognato.

"Pardon, scialba maghetta!"  

Brividi di SolleticoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora