Solletico

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La delusione era ancora palpabile in quella camera e nemmeno quei due idioti di Natsu e Happy riuscirono a far scuotere Lucy con più di una risatina a causa del solletico.

Che poi, quel "premuroso" tentativo, era stato ripagato con due sonori e prepotenti pugni in testa a entrambi.

Era stato troppo ingenuo pensare che la questione si potesse risolvere così in fretta ma Natsu non si era mai posto l'idea che Wendy potesse rifiutarsi di seguirli per aiutarli a riformare la gilda.

Insomma, era una maga di Fairy Tail!

Con qualunque altra gilda si fosse potuta unire nell'ultimo anno, Fairy Tail era stata la sua casa subito dopo Cait Shelter ed era cresciuta con loro, si era unita al suo team e aveva dato prova di possedere l'animo di Fairy Tail, sotto tutta quella timidezza della sua età.

"Il lato oscuro le aveva proprio fatto il lavaggio del cervello, con quella ridicola canzoncina e quel balletto imbarazzante ..."

L'umore era drasticamente calato e, seduto sul pavimento affianco ad Happy, gettava qualche occhiata fugace a Lucy, stesa sul letto a pancia in su, i capelli sciolti, i piedi nudi e lo sguardo triste.

Di nuovo.

Come quando l'aveva incontrata pochi giorni fa dopo tanto tempo.

Quando aveva scoperto quella lavagna piena zeppa d'informazioni sugli spostamenti dei loro compagni, mentre lei ancora dormiva inconsapevole della sua presenza in camera, si era ripromesso che le avrebbe cancellato quella tristezza dagli occhi castani e brillanti – che non avevano avuto più quella luminosità per un intero anno, ci avrebbe scommesso una cena gratis – e che solo la sua promessa e la loro nuova avventura glieli stava schiarendo ...

"E anche altro ..." si ritrovò a pensare il Dragon Slayer, posando le iridi verde scuro sulle gambe nude di Lucy, che si incrociavano sui polpacci sopra il materasso morbido ... troppo morbido per non essere condiviso.

La schiena di Natsu s'irrigidì – e non solo quella – e provò l'ormai conosciuto e ben voluto fuoco che si propagava per le sue membra, controllato dal desiderio di stringerla e prenderla per sé.

Desiderio di toccarla, di premere il viso contro il suo seno soffice, di mordere ancora e ancora la sua pelle fresca e liscia, di assaggiare e gustarsi le sue labbra sensuali che sorridevano quando la abbracciava in quel modo quasi morboso.

Desiderio di avvertire le dita lunghe e sottili di Lucy accarezzarlo, correre fra i ciuffi della sua chioma e sfiorargli i muscoli del petto e delle braccia, di aggrovigliare le gambe alle sue dopo essersi perso in lei e nel suo calore stuzzicante e delicato.

Anche a quella distanza, al lato opposto della stanza da quel letto invitante, riusciva a percepire il minimo sentore dell'odore di Lucy, dei suoi respiri regolari e dei movimenti impercettibili del suo corpo – dai leggeri brividi delle braccia a causa dell'arietta che entrava dalla finestra aperta alle dita dei piedi che ogni tanto si piegavano – e aveva ormai compreso quanto il corpo e la pelle di Lucy fossero sensibili.

Che fosse il suo tocco possessivo o il suo fiato alitato sulla sua pelle sudata, che fosse il freddo del pavimento o il calore bruciante del suo stesso corpo che la eccitava al solo sfiorarsi appena, Lucy reagiva a lui, solo per le sue dita callose e infuocate che la tiravano verso la delizia di quella relazione, solo per le sue labbra che le mordevano l'anima e solo per le sue spinte sfiancanti.

Aveva capito, in quelle due situazioni più che roventi, che Lucy si faceva più intraprendente, motivata dalla consapevolezza di essere attraente ai suoi occhi, quando intuiva che si trovavano entrambi sul punto di ricadere nella tentazione di possedersi.

Brividi di SolleticoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora