Strip Poker

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All'imbrunire di quel tiepido Settembre, Magnolia pareva un prato arido sotto il cielo violaceo e arancio dell'orizzonte in cui il Sole si nascondeva.

Una giornata impegnativa come poche era stata, fra i cittadini confusi e preoccupati di Magnolia convinti, costretti, ad abbandonare la loro città in cerca di un rifugio ... semmai quell'imminente guerra ne potesse lasciare uno. Il quasi nullafacente esercito dello pseudo-Consiglio era stato schierato lungo i confini di Fiore e delle città costiere come avanguardia ... oppure, per essere metaforicamente più realisti, come antipasto per i soldati stranieri.

Le guardie reali e l'esercito, se non fosse stato per l'alta autorità che rappresentavano e per l'obbedienza alle regole che vigeva fra le gilde verso il Consiglio, non avrebbero potuto niente contro il potere che scorreva fra le mura di Fairy Tail, ai tempi della massima supremazia del governo ... figurarsi contro quei mostri dei 12 scudi di Spriggan.

I pugni di Natsu si strinsero in un gesto d'incondizionato riflesso nel ricordare il terrore negli occhi del vecchio, a solo nominare i loro stravaganti nomi e i loro terrificanti poteri, immaginare i loro sguardi assassini e la loro inumanità sulle labbra, qualunque viso potessero avere, posarsi sui suoi compagni, sulla sua città, su Lucy ...

Scosse il capo, cacciando via ogni pensiero simile all'odore della paura che percepiva indistintamente sui muri della Gilda e fra quelle vie deserte; non era il momento. Per nulla al mondo avrebbe permesso che gliela strappassero di nuovo via.

<< Che mortorio >> sbuffò Natsu, fuorviando la sua rabbia e la sua angoscia con la noia del silenzio, gli occhi ferini vaganti fra le saracinesche chiuse e le vie deserte, mentre il Sole scintillava come un tiepido ricordo sul letto piatto del canale e salutava con un addio a quell'anno passato in santa pace a Magnolia.

Si sarebbero rivisti all'indomani, a illuminare il caos.

<< Aye Sir, ma è inevitabile. Non è rimasto nessuno in città ormai >> precisò acutamente Happy, posato placidamente sul capo di Natsu.

<< Già ... e poi domani mattina avremo il nostro bel da fare ... meglio che stiano fuori dai piedi. Ne faremo di danni >>

<< Ehi Natsu? >> il repentino cambiamento di tono nella voce bambinesca e acuta di Happy lo incuriosì tanto da acchiapparlo per poterselo portare di fronte agli occhi.

<< Dimmi Happy >>

<< Noi ... siamo tutti insieme ora... siamo tutti più forti, no? Vinceremo ... vero? >>

I lampioni spenti erano le uniche ombre che s'allungavano per la strada mattonata, ingannando l'occhio con una folla immobile e composta lungo la via del mercato, ora affollato di cinguettii concitati e di sguazzi di qualche pesce nel canale. I profumi della frutta fresca e la puzza del pesce appena pescato si erano affievoliti e poco impregnavano il legno delle bancarelle vuote.

Eppure il suolo e l'aria e la debole calura del Sole in riposo sapevano di lei.

Tutto il viale, libero dagli olezzi della mercanzia e dal sudore di Magnolia fioriva di vaniglia e fragola.

<< Certo >> rispose con sguardo vacuo dritto in faccia ad Happy, senza vederlo davvero << Vinceremo noi >>.

Ed Happy capì che Natsu, come non mai in vita sua, avrebbe saltato volentieri quel giro di rissa.

Natsu sospettava già da un pezzo che Lucy, nonostante i suoi stessi ripetuti –e considerevolmente violenti -rimproveri, lasciasse apposta la finestra aperta della sua camera.

Solo per lui.

Ogni volta che metteva piede in quella casa, c'erano sedie, sberle e calci volanti tutte per lui e la sua faccia strafottente –e anche per Happy, era sottointeso-, rimarcate dalle solite e bellamente ignorate paternali sulla privacy, sull'usare quella pallosissima porta (scavalcare la finestra rendeva tutto molto più ninja!), sulla sua quiete disturbata e sulla sua povera casa maltrattata dalla manicure di Happy, e bla bla bla ... Lucy non la finiva mai di richiamarlo su qualcosa e mai l'avrebbe fatto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07, 2017 ⏰

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