Odori

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Trovare Juvia in quello stato era – per un ironico e insensibile gioco di parole – una doccia fredda sulla testa di tutti loro: disperata, sola, affranta nella sua irriducibile speranza in un ritorno di Gray a casa – casa loro, un'immagine che nemmeno la mente fantasiosa e stravagante della maga dell'acqua sarebbe stata in grado di ricreare –.

Eppure, sei mesi di stretta convivenza, condividendo ogni cosa, dal cibo al lavoro e agli allenamenti – ma, per sfortuna di un'irriducibile Juvia, non il letto – aveva portato a questo: Juvia sembrava essere tornata l'angosciata e depressa donna della pioggia che era a Phantom Lord a causa di Gray, sparito chissà dove da metà anno, abbandonandola per intraprendere solo lui sa quale viaggio e impresa e, a sentire le parole di Natsu, non poteva che essere una camminata verso l'oscurità.

Natsu pareva così serio e meditabondo, mentre raccontava a Lucy e Happy, del futuro nero in cui Gray si sarebbe buttato, uccidendo Frosh e condannando Rogue alle ombre più abissali, che Lucy non poté ribattere; certo, una possibilità del genere sembrava uscita da uno di quelle storie che le infestavano i sogni, incubi che scivolavano perfidi nella sua mente terrorizzandola ma, vista la situazione, parecchio realistici.

Paurosamente veri.

Ma una motivazione plausibile doveva esserci. Per forza!

Conosceva Gray ed era sicura, per quanto quei famigerati "marchi" potessero oscurargli il cuore, che vi doveva essere qualcosa dietro o non avrebbe abbandonato Juvia a quel modo, malgrado si ostinasse a far credere a tutti di non volerla attorno a lui.

Pensò anche che finalmente poté attribuire un nome allo strano comportamento di Natsu: una folle e impaurita speranza.

Folle per il pensiero di Gray in una gilda oscura, per il modo spiccio con cui Natsu voleva risolvere tutto e riportarlo indietro.

Impaurita dalla possibilità di trovarlo ormai completamente corrotto, irrecuperabile.

Speranza di riuscire nel suo intento e non sapeva nemmeno lei cosa lo spingesse tanto a crederci.

Però ...

"Non preoccuparti. Gray è ancora nostro amico, qualsiasi cosa accada" le aveva detto sereno poco prima, accarezzandole il capo.

E se lo diceva lui, perché non crederci?

<< Ehi Lucy, io ho fame. Hai del pesce nello zaino? >> si avvicinò Happy, bava alla bocca e occhi grandi e lucidi in un tentativo d'intenerimento.

<< Certo che no. Strano che tu non ne abbia una scorta appresso >> rispose Lucy ribeccandolo.

<< Li ho mangiati tutti >> rispose svelto e singhiozzante.

<< Ah, ecco ... >> non si stupì affatto lei, convenendo che fosse meglio accendere un fuoco –" Non ho voglia di pesce crudo" si giustificò – e si diresse all'interno del bosco per raccogliere legna.

<< Luuucy, sicura di voler andare sola soletta nel bosco? >> sghignazzò l'Exceed << Magari ci sono i mostri lì >> e ridacchiò dell'espressione preoccupata dell'amica che subito mascherò con un broncio offeso:

<< Io non ho certo paura, Happy! Piuttosto, va a pescare con Natsu qualche pesce da arrostire! >> e si alzò impettita, gli occhi di Natsu a seguirla mentre spariva fra la vegetazione del sottobosco, inchiodati alla sua schiena tanto da farla rabbrividire, non potendo impedire alla sua mente di ritornare ai momenti in cui quegli occhi così attenti la studiavano nei minimi dettagli ...

"Concentrazione Lucy" si schiaffeggiò piano le guance.

"Maledizione a Happy!" inveì un pensiero di Lucy contro quel gatto impertinente.

Brividi di SolleticoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora