L'irreparabile era avvenuto. Eppure avrebbero dovuto imparare la lezione già dalla loro precedente e catastrofica esperienza. O per lo meno lui e quell'imbecille di ghiacciolo nudista – la ferraglia non aveva colpe, dopotutto non aveva avuto l'onore di vederle in quello stato la volta scorsa -. Era una loro totale responsabilità quella di avvertirlo e metterlo in salvo e di fermarle in tempo.
Era stato un completo fallimento.
Non avevano avvertito i segnali di pericolo, troppo accecati dal divertimento e ignoranti dell'industriale quantità di alcool che le loro compagne si accingevano a consumare.
Era Natale, che male avrebbe mai fatto un po' di sakè in più nelle vene?
Erano maghi di Fairy Tail, birra e alcool erano all'ordine del giorno per i loro fegati.
In quel preciso momento, con la spada di Erza ancora vibrante conficcata nel muro e le urla incessanti delle maghe, più che tre fieri e valorosi maghi in vena di far festa Gray, Natsu e Gajeel parevano più tre disgraziati disagiati sul patibolo.
Un imbarazzante e patibolo. Un'apocalisse sarebbe stata più gestibile.
Oh, se Cana le avesse viste .... Avrebbe pianto tutta inorgoglita.
<< E' l'incubo del Natale? >>bisbigliò Gray a denti stretti, giustamente terrorizzato che Erza lo impalasse a forza di spade scagliate senza riguardo a destra e a manca.
<< No, magari stessimo dormendo >> gli rispose Natsu, preda di sudori freddi alla vista di Lucy totalmente fuori controllo e assoggettata a un'improvvisa e giocosa libido.
Si scambiarono un'occhiata che li legò per tutta la distanza che li separava, sgombra da ostacoli, lo sguardo di lei predatrice e lucida di fumi dell'alcool che offuscavano la mente e Natsu, in quel preciso istante – legato a lei incapace di distogliere lo sguardo -, con un feroce fremito nei pantaloni in vena di divertirsi, si sentì completamente alla sua mercé, nemmeno fosse stato denudato e legato senza via di scampo, in attesa della sua prima mossa.
Quanto avrebbe voluto che sparissero tutti all'istante.
Le urla di Erza in preda ad una dittatura totalitaria, i piagnistei sconclusionati di Juvia, le lagne a mezza voce di Wendy e gli scoppi di risa senza senso di Levy.
Rumorosamente di troppo in casa loro, occupanti indesiderati del loro divano marchiato dalle loro ormai fredde impronte dei loro corpi uniti.
In piedi e col corpo quasi letteralmente in fiamme, di fronte a sé vedeva solo l'immagine chiara e silenziosa delle loro sagome gementi sul pavimento, soggiogati da frenesia e furore della passione, mordendo e graffiando centimetri e centimetri della pelle l'uno dell'altra – sentiva in modo più che percettibile sul corpo le unghie di Lucy sulla schiena e il sapore dolce e gustoso nel morderle e leccarle il collo teso nella bocca, l'eccitazione umida di Lucy sciogliersi fra le dita e la voce arrochita nelle orecchie – e fu solo il suo nome miagolato da lei a trascinarlo via da quella ennesima fervente fantasia.
<< Mmh ... Naaatsuu >> lo chiamò divertita.
Il Dragon Slayer calò lo sguardo, ritrovandosela gattoni a pochi centimetri da sé; freddato dall'incapacità dei suoi sensi d'averla sentita avvicinarsi, lasciò che gli si aggrappasse alla giacca per rimettersi in piedi, ritrovandosela sorridente e ubriaca abbarbicata al suo corpo con le mani già provocantemente lasciate libere fra i suoi capelli, il seno morbidamente pressato al petto e l'alito di cioccolata altamente corretta a portata di labbra.
<< Lu ... Lucy, ferma >> tentò di rabbonirla e lei, di tutta risposta, carezzò le sue labbra con le proprie strofinando il suo naso con quello di Natsu; rise piano, divertita da chissà quale pensiero confuso e lo baciò senza tante cerimonie, stringendo con forza una ciocca di capelli sulla nuca e spingendolo ad approfondire quel desiderio, la lingua che vogliosamente ardeva di fargli assaporare lo stesso liquore che l'aveva tanto mandata su di giri.
<< Uf, Naatsu ... >> pigolò sbuffando dopo aver immagazzinato abbastanza aria per un successivo attacco alla sua bocca, che non si fece attendere oltre; Lucy gli morse il labbro inferiore e Natsu non se la sentì proprio di impedirglielo, con le mani arpionate ai fianchi carnosi della ragazza, ma dovette ammetter con se stesso, quando le lasciò un ultimo schiocco di labbra prima di fermarla, che non poteva certo permettersi di perdere il controllo e farla sua in una stanza piena di gente – per quanto questa poco badasse a loro in quel frangente incasinato -.
Poi improvvisamente Lucy si slanciò con tutto il corpo su di lui, aggrappandosi come un koala al torace e facendogli perdere l'equilibrio - e parecchi anni di vita -, ritrovandosela spalmata sul corpo, felice e contenta dell'impresa; si strofinò guancia contro guancia a quella di Natsu, emettendo mugolii allegramente soddisfatti e piazzando un ginocchio sul pavimento fra le gambe di Natsu, bloccandolo completamente al suolo nemmeno fosse stata una mossa fulminea di wrestling professionistico.
<< Natsuu ... fai le fusa? Quelle dell'altra volta ... erano tanto carine >> chiese beata la ragazza, strusciandosi meglio sul suo torace, le dita magre intente a pizzicare delicatamente la pelle del petto e del collo.
Natsu raggelò nel panico più totale – "Ok che prima ero tutto un fuoco, ma adesso è troppo" – e rise nervoso dell'espressione ebete messa su da Lucy in attesa di una risposta.
<< Ora smettila Lucy ... i ... i baci bastano e avanzano >> tentò lui, chinando il viso in avanti per catturare le sue labbra ancora una volta. Purtroppo per lui Lucy alticcia non era in vena di accontentarsi: << Nooo >> si lagnò << Voglio le fusa. Niente baci senza le fusa >> e contraddicendosi nel modo più assoluto, piantò la bocca sul pomo d'Adamo di Natsu, morsicchiandolo e leccando con la punta della lingua la pelle del collo, imprimendogli in bella vista indubbi succhiotti.
Natsu socchiuse gli occhi ed espirò, già esausto nel fallito tentativo di frenarla, convincendosi senza tanti ripensamenti e sensi di colpa di lasciarla agire come meglio voleva. Sogghignò poi inscimunito dai baci più insistenti di Lucy e divertito delle sue fusa e dei miagolii sussurrati fra le sue leggere risate; la fece sistemare meglio su di sé, spostandole la gamba incastrata fra le sue in modo che le ginocchia fossero ai lati dei suoi fianchi. Una posizione molto eccitante – come poté avvertire dal rigonfiamento nei pantaloni – di un gioco pericolo da dar vita in quel frangente ma che ignorò godendosi la gradevole sbornia di Lucy.
Fino a quando la ragazza non trascinò le sue mani frenetiche sul torace di Natsu e più giù, verso la cinta dei fastidiosi pantaloni, ghiotte più che mai di un salutare e sfiancante esercizio fisico. Natsu avvertì con un leggero ritardo dei sensi quello spostamento inopportuno e con un tono di voce di qualche ottava più alta cercò di frenarla, beccandosi un'occhiataccia di sbieco e uno strusciamento di bacini non indifferente:
<< Fermo ... voglio farti miagolare >> lo minacciò Lucy, ridendo subito dopo e continuando la sua lenta avanzata, tenendogli occupata la bocca con la propria, forzandolo a perdere la ragione in baci più profondi.
Non avrebbe mai creduto che il Paradiso potesse bruciare tanto.
<< Com'è che Salamander è l'unico cui sta andando alla grande? >> captò la voce fastidiosamente canzonatoria di Gajeel fra gli schiamazzi di tutti.
"Cazzo!" gelò il Dragon Slayer del fuoco.
<< N ... Non è vero! >> si difese inutilmente, tentando troppo tardi di bloccare l'avanzata delle mani di Lucy sulla sua cintura.
<< Come no ... vallo a dire all'amichetto tuo dei piani bassi. Sembra parecchio allegro >> ghignò bastardo il Dragon Slayer, fissando poi accigliato e nervoso fra le sue braccia una Levy che rideva sguaiatamente frasi sconnesse su piercing e sopracciglia inesistenti.
<< Ammettilo Natsu, che ne stai approfittando! Perché non la accontenti e ti metti a fare le fusa?>> gli diede il colpo di grazia Gray, intento a scollarsi Juvia e le sue insensate lacrime, sul punto di liquefarsi ai suoi piedi in una pozzanghera di piagnistei e tetra depressione.
<< NON HO MAI FATTO NULLA DEL GENERE! >> strepitò il mago.
Non era dopotutto questo gran paradiso, sentirsi i pantaloni stretti e non potersi liberare del fastidio in solitudine insieme a Lucy.
<< BASTA DANNATE COPPIETTE! MI SONO STUFATA DI REGGERE IL MOCCOLO! SO IO COME PUNIRVI! >> si resse in piedi Erza in tutta la sua statuaria altezza e fiera malvagità. Tirò fuori dei bastoncini da ghiacciolo e Gray, riconoscendo il nome del piano malefico della donna, "Il gioco del Master", anticipò terrificanti prove cui le ragazze, ancora mezze ubriache, manifestarono un entusiasmo del tutto fuori luogo – almeno per quanto riguardava Lucy e Levy, le allegramente sbronze del quadretto alcolizzato -.
Almeno finché Gajeel non fu denudato come un verme di fronte ai loro occhi.
Che l'inferno giunga a Natale.
Vestito di rosso e di malinconia mascherata.
<< Svignamocela Lucy, almeno finché è distratta >> propose sussurrante Natsu alla ragazza, freddata dalle sfide ridicolmente indecenti e di dubbio gusto di Titania. Il ragazzo la stringeva a sé dopo aver subito con gelosia e furia mal nascosta la vista di lei stretta a Gray, che se l'era goduta di gusto.
<< Natsu ... sei nudo e dove vorresti mai nasconderti qui, senza farti beccare? >> esalò logicamente lei senza nemmeno girarsi a guardarlo, sconvolta dalla piega che stava prendendo quel gioco – Levy chan costretta a buttare letteralmente all'aria le sue mutande era qualcosa di orribilmente spaventoso da guardare -.
<< Andiamo a fare l'amore in camera, che domande >> rispose onestamente lui << Io sono già a metà strada, manchi tu e siamo apposto >> si guardò eloquentemente, tirandole un po' su il maglione per farsi capire meglio e ghignò diabolico quando la faccia tutt'occhi di Lucy, rossa come il fuoco, si girò di colpo verso di lui << E non fare quella faccia, dieci minuti fa l'avresti fatto qui davanti a tutti se Erza non si fosse sentita offesa >> rincarò lui ricordandole come da "brilla" fosse decisamente meno pudica.
Lucy lo guardò offesa e gonfiò le guance rosse, imbarazzata: << Me lo rinfaccerai per tutta la vita? Ero ubriaca ... >> << ... Per la seconda volta ... >> la interruppe << ... e non ricordo nulla di quello che mi hai detto! >> finì Lucy arrabbiata; indossò il suo solito broncio arrabbiato e girò il volto davanti a sé, appena in tempo per ammirare il solito corpo ignudo di Gray, insolitamente gattoni e schiamazzante il nome della sua amata maestra, sotto gli occhi disperati di Juvia col cuore a pezzi.
"Grazie al cielo non è toccato a me!"
Poi avvertì sulla nuca il naso e la bocca di Natsu accarezzarle la pelle e tremò di fremiti di piacere, un gradevolissimo brivido solleticante che si ramificò lungo tutta la schiena posata contro il petto di Natsu, di cui avvertiva il tenue e divertito sorriso, convinto della sua campagna di persuasione.
Non poteva che dargli una gran ragione.
<< E va bene >> sibilò fintamente scocciata Lucy, gli occhi limpidi e brillanti a tradirne il divertimento e l'allegria che Natsu le aveva provocato << Ma indossa almeno delle mutande mentre andiamo di là >>; Natsu la ringraziò baciandola sulla guancia – "Ma tanto le devo togliere comunque fra poco " si lamentò mentre rimetteva al sicuro da freddi spifferi l'amico dei piani bassi - e, lentamente, la trascinò con sé a raggiungere, passo passo, la camera da letto a pochi metri da loro.
Non avrebbero mai fatto caso a loro, troppo occupati tra urla, schiamazzi e il terrore di Erza.
Tutta la restante notte da trascorrere dentro Lucy pareva un regalo di Natale più che soddisfacente.
Già sentiva sulla lingua la pelle sudata di Lucy, la sua femminilità umida e gustosa, la morbidezza delle cosce e del seno fra le mani, i gemiti di cui sarebbe stato responsabile.
<< VOI DUE DOVE CREDETE DI SCAPPARE!? >> li fermò Erza, frenando la loro fuga lanciando loro una spada, che si conficcò sul pavimento proprio in mezzo ai piedi di Natsu.
<< Beccati >> sussurrò malevolo Gejeel.
<< Non credevo che Lucy sarebbe andata a letto volentieri con Natsu, dopo averlo visto sculacciarti >> lo prese in giro Gray già dimentico della pessima figura appena mostrata, beccandosi un sonoro pugno ferrato e rabbioso dal Dragon Slayer. Levy si spalmò una mano sul viso per non "ammirare" i corpi nudi di quei due imbecilli darsele di santa ragione, affiancata da Wendy e Charle in abiti da cameriera affacciate alla finestra, aspettando il ritorno di Juvia dalla sua "gita col sedere all'aria" fra negozi.
<< VERRETE PUNITI AL PROSSIMO GIRO .... CHIII SARA' IL MASTER!? >> e fu panico, non più passione, a ricoprire i corpi dei due amanti mancati.
<< DI NUOVO IOO! >> esultò giustamente appena dopo Titania, gli occhi grigi e diabolici puntati su Lucy e sul numero del suo bastoncino lasciato ingenuamente alla sua vista.
<< TOCCA AL NUMERO 3! LUUUCYY! PENITENZA! >> la chiamò Erza, già in mano i prossimi strumenti di tortura cui Lucy si sarebbe dovuta sottoporre: in mano una candela mezza consunta e nell'altra un fiammifero appena acceso.
<< COL CAVOLO ERZA! NON METTERAI LE TUE GRINFIE SU LUCY! >> ringhiò Natsu parandosi di fronte alla ragazza, già in procinto di subire senza altre proteste inutili ciò che l'amica aveva in serbo per lei.
<< Come mai ti scaldi tanto Natsu? Non la mangio mica, sai? >> gli fece presente con malizia Erza, prendendolo in contropiede e tirando per un braccio Lucy, spiegandole in due parole la sua punizione, seguita dall'espressione compiaciuta di lei e la terrorizzata dell'amica maga, che si apprestò ad alzarsi fin sotto il seno il maglione – nonostante Erza le avesse chiesto espressamente di toglierlo del tutto –; Lucy sorrise mesta a Natsu nel tentativo di tenerlo calmo – "Non sarà così male. Tranquillo" sembravano dirgli quelle labbra – ma ben presto la maga si accorse di quanto malefiche potessero essere le punizioni corporali – del tutto inopportune, imbarazzanti e senza limiti – di Erza.
La cera che gocciolava velocemente sulla schiena nuda e infreddolita di Lucy era un fastidio caldo e a tratti piacevole lontano un miglio da quella che poteva, voleva, immaginare potesse essere la lingua di Natsu.
Pensare che fosse lui l'artefice di quelle stillate di fuoco rendeva tutto più sopportabile, rendeva quella recita penosa più realistica ed eccitante.
Costretta in ginocchio e quasi stesa sul parquet a mugolare quella frase indecente sotto gli occhi imbarazzati degli amici e quelli rabbiosi di Natsu impotente di fronte a quello spettacolo, Lucy si fece coraggio e sopportò fino a quando lo stesso ragazzo non poté far proseguire oltre quell'oltraggio al suo corpo e la tirò via, allontanandola da Erza e consegnandola alle pacate ma poco incoraggianti pacche di Levy sulle sue spalle, schiamazzando furibondo contro l'amica/rivale di piantarla – a ingenuo scapito della sua stessa vita -.
Erza lo ignorò e propose entusiasta un nuovo giro di torture mentre Natsu, nervoso, rapì nuovamente Lucy per trascinarla nell'angolo più remoto del salotto, dietro l'albero di Natale addobbato e luminoso che tanto si erano divertiti a tirar su quel pomeriggio; fece accostare Lucy alla parete, costringendola a poggiarvisi con le braccia e, guardandosi attorno con circospezione nemmeno stesse per commettere un crimine alla luce del sole, s'inginocchiò alle spalle di lei, tenendola ben stretta alla vita.
Nervosa e ancora più imbarazzata di prima, chiese titubante con un fil di voce cosa avesse intenzione di fare, nascosti così malamente agli occhi indiscreti e temporaneamente distratti dei nakama in loro compagnia; Natsu scrutò criticamente la cera lucida solidificatasi sulla pelle di Lucy e vi passò il pollice sopra con attenzione, premendovi sopra per constatare con stizza che le avrebbe fatto male toglierla senza averla prima ammorbidita, a sentir il debole verso di dolore che le sfuggì.
<< Natsu, che vuoi fare? >> ripeté in un sussurro, puntando lo sguardo nell'angolo cieco agli altri che le permetteva una scarsa visibilità del salone: Erza continuava con il suo gioco dittatoriale senza riguardo per nulla e nessuno, pregustando la prossima penitenza e confidando che fossero messe alla berlina le forme femminili delle amiche.
Così strafatta di gelosia e alcool da ignorare persino le suppliche della sua giovane pupilla. Provò, nel miscuglio di emozioni che le invadevano al momento l'animo, un senso di compassione per Titania, sempre così solida d'animo e fierezza da non essere capace di far trapelare la sua tristezza se non con attacchi di isterismo libidinoso.
Perché, dovette ammetterlo, la sua ossessione per il nudismo era al di là di ogni umana comprensione.
Il fiato rovente di Natsu la risvegliò bruscamente, riportandola alla realtà: era già tanto che lui non avesse mosso un solo pugno furioso contro Titania e si fosse limitato a nascondersi con lei.
Ansimò sorpresa quando avvertì nuovamente l'alito di Natsu depositarsi sulla cera e per poco non si bagnò completamente dall'eccitazione provocata dalle sue labbra che subito dopo ne baciarono le croste. Senza risposta alle sue domande, Lucy trattenne in sé – non senza sforzo – ogni gemito pericolosamente udibile e s'appoggiò fronte e petto contro il muro gelido, nel tentativo di darsi un contegno. Senza successo.
Quando poi la ruvida e umida lingua di Natsu le assaggiò l'incrostazione di cera ammorbidita, solleticandole in modo osceno il suo angolo più intimo, perse il controllo sul suo raziocinio e per un millesimo di secondo un gemito trovò la sua via di fuga. Subito bloccò i fuggiaschi mordendosi il braccio e strinse le cosce per intiepidire la fiammata che le bruciò l'intimità.
Non poté notare il sorriso soddisfatto di Natsu né i suoi denti affilati che, delicatamente, liberavano quella sua piccola e sensibile porzione di pelle dalle grinfie di quel fastidioso grumo. Ignorava le sue reali intenzioni e il vociare al loro fianco.
Eppure immaginò bene il suo nervosismo sulle labbra quando queste le baciarono le schiena, immaginò senza sforzo il suo desiderio crescente e gonfio e percepì con chiarezza lo strappo della cera che i denti di Natsu tirarono via, lasciandole un acuto e fastidioso dolore che si diramò alla base della schiena, insidioso come mille spilli.
La bocca di Natsu mormorò qualche scusa dispiaciuta e subito si proclamò volontaria del suo benessere, coinvolgendo la lingua in quella missione di pace. Natsu si prese tempo e piacere per assaporare meglio la schiena di Lucy e leccando via i residui di quella candela profumata agli agrumi che aveva osato marchiare la sua amata ne gustò il retrogusto di fragola infettato dalla cera all'arancia.
Da impazzire.
La frenesia di possederla bussò nuovamente ai piani bassi di Natsu e dovette far violenza sulla sua fame per non divorarla; in quel momento il suo unico e completo volere era di placare il suo dolore, il suo pudore ferito e lenire l'imbarazzo provato.
Poi avrebbe avuto ogni prossimo secondo a suo disposizione per intiepidire i suoi, di dolori.
Le dita di Natsu le strinsero i fianchi morbidi e Lucy dovette mordersi nuovamente il braccio su cui si appoggiava per non far scappare l'ansito e il gemito fin troppo rumoroso che minacciava di farli scoprire; la bocca che morbidamente massaggiava la base della sua schiena era un brivido rovente che le scendeva direttamente nell'intimo e risaliva svelto la spina dorsale che sembrò vibrare. Quanto il Dragon Slayer spinse di più il viso contro il corpo di Lucy, avvicinandosi al contempo ai fianchi, Lucy contrasse la schiena a tal punto che il sedere si appoggiò al torace di Natsu, completamente avviluppato dal senso d'eccitazione elettrico che lo guidò verso la perdita della ragione, dando il ben servito ai suoi buoni propositi.
Tirò verso di sé Lucy che si inginocchiò dandogli le spalle e le mani di Natsu oltrepassarono l'orlo della gonna e dell'intimo superfluo per immergersi intrepide nell'angolo di perdizione nascosto di lei, che gettò la testa all'indietro e si fece forza di strozzare sul nascere ogni gemito e ansito disubbidienti; le dita di Natsu massaggiarono l'interno di quello spiraglio umido e caldo e le sue orecchie si bevvero i sospirati miagolii trattenuti di lei che martoriò i suoi capelli in una presa ferrea sulle tempie e tremante.
Più Natsu spingeva le dita dentro di lei e di conseguenza i suoi glutei a scontrarsi con il proprio bacino, meno controllo Lucy aveva sul suo desiderio e non riuscì ad evitare che esplodesse improvvisamente come un petardo sulla mano di Natsu nascosta dentro di lei. S'afflosciò sul suo torace e il capo sulla spalla e rilassò i muscoli contratti sotto i suoi baci sulla pelle tirata del collo, mentre constatava con quanta calma e autocontrollo Natsu stesse riprendendo fiato; fletté birbante ancora qualche volta in più le dita nella sua intimità e lei rise finalmente, mentre scattava appena ad ogni nuovo affondo.
Era stata una corsa contro il tempo quella gara a soddisfare i loro desideri reconditi ai sensi ipersensibili degli amici, così silenziosi e ...
"Un momento"
Lucy aprì gli occhi e raggelata dal silenzio tombale che regnava al di là dell'abete decorato e, terrorizzata dall'essere scoperta, scacciò con malavoglia di entrambi le dita ingorde di Natsu da dentro il suo corpo, sbirciando poi da sotto l'albero la situazione: i ragazza stavano incominciando a spazientirsi e vide i fondoschiena di Gray e Gajeel senza veli andarsi a schiantare con i rispettivi proprietari al suolo, dopo la mazzata di Titania all'urlo "IO DETTO ANCORA GLI ORDINI! AHAHHAHAHAHAH".
Diabolica come pochi.
<< Mi crederesti se ti dicessi che non si sono minimamente accorti di noi? >> domandò retorica Lucy ad un Natsu musone e sbuffante nell'essere stato interrotto; Lucy sorrise e piegò la testa in modo da potergli soffiare un bacio sul broncio che venne ricambiato con un morso sulla guancia calda e rossa.
<< Avanti, proviamo a rimescolarci alla mischia senza dar sospetti >>.
Dovette ricredersi.
Erza non aveva dato ancora sfoggio del peggio di sé.
Non solo, forse ancora alticcia, aveva minacciato lei e Natsu di un doppio giro di penitenze per la loro fuga al di fuori del suo consenso– e Lucy si sarebbe scavata la fossa da sola, a solo incrociare le occhiate maliziose di Gray e Gajeel che, dall'alto della loro totale nudità, riuscirono a farla imbarazzare e sentir più ignuda di quanto non fosse – ma le punizioni si fecero persino sfiancanti fisicamente, accompagnate dalle mazzate a suo di ventaglio della terrificante regina ubriaca delle fate.
Da Natsu che dovette, categoricamente senza abiti, andare a elargire regali a destra e a manca nel suo quartiere in compagnia della velocità di Happy, che almeno lo risparmiò dall'essere riconosciuto dai più, a Wendy e Charla che dovettero ballare vestite di una tutina striminzita sul suo tavolo da cucina, a Gray che subì un getto continuo e duratura di acqua bollente sul capo, Lucy non seppe calcolare nemmeno da quanto si accasciarono uno dopo l'altro al suolo, cadaveri senza vita ai piedi della bestia.
Fra i lamenti di Levy e i ringhi a mezza voce di Gajeel spompato della sua forza dopo la corsa saltellata di un'ora fra le vie innevate e scivolose, al suo orecchio arrivò quasi ovattato il rumore di un corpo che striscia senza forze sul pavimento, il legno del parquet che cigolò appena, spaventato anch'esso dal disturbare la quiete risata gioiosa e malefica di Erza, e il suo ventre nudo venne coperto e riscaldato dal capo di Natsu che s'infilò senza tanto preamboli fin sotto la sua maglia, depositandosi senza forze nell'incavo dei suoi seni:
<< Natsu, che diavolo fai? >> mormorò stanca lei, posando una mano sul collo di lui; il suo petto venne scosso da un lieve risata imbarazzata quando lui mugugnò quanto stesse bene fra i suoi seni e trattenne il fiato nel sentire la solita instancabile lingua di Natsu lambirle leggermente un seno.
La sua intimità si accese dirompente come la fiamma del suo caminetto. E con lei la loro brama condivisa.
<< Dobbiamo spostarci da qui >> lo sentì sussurrare da sotto il maglione, le parole che vibrarono contro il petto, così desiderose di essere baciate e morse.
La stanza più facilmente raggiungibile era il bagno, alle spalle di Erza e fuori portata dagli altri: accontentandosi della via che la fortuna – finalmente mostrò loro per placare tutta quella libido in eccesso, si spostarono lentamente e silenziosamente all'indietro, senza che la loro vista abbandonasse la figura fiera e pazza di Erza e Lucy, in un moto di coraggio e destrezza, aprì la porta e vi sgusciarono all'interno.
Chiudendo fuori il mondo.
Dieci secondi dopo – e lì contò uno per uno, con febbrile trepidazione – Natsu le piazzò il fondoschiena sul ripiano della specchiera, dell'altezza adatta a penetrare in lei con fervore, non prima che il braccio di Natsu spazzolasse via ogni unguento e saponetta profumata dal mobile.
I vapori che fuoriuscirono dalle boccette magiche s'insinuarono nell'olfatto dei due amanti ansanti, più inebrianti dell'alcool, rendendo la camera offuscata di profumi lascivi e offuscanti.
Odoravano di perdizione. Di senso animale e sesso.
Magari era solo impressione. La raffigurazione gassosa dei loro reconditi desideri.
Voracemente non perse tempo e spinse la bocca di Lucy sulla sua, mordendo le labbra carnose e gementi, gustando affamato il palato dolce e assaggiando al tatto le sue soffici e piene guance. Lucy ribolliva frenetica contro il suo corpo, i seni liberati dal maglione e l'intimità spogliata dalla gonna e dalle mutande ridotte a brandelli.
Natsu le doveva un guardaroba nuovo di zecca.
Il Dragon Slayer le afferrò piano la nuca e discese il collo pallido macchiato di segni rossi e morsi, vibrante di sospiri e versi rochi, planò sul seno di lei, mordendo e lambendolo irrefrenabile per diversi minuti e proseguì il suo cammino peccaminoso verso la sua meta prediletta: le divaricò le gambe quanto bastò per permettergli di immergersi e soffocare dentro di lei, appagandosi al contempo del gemito libero di rimbalzare fra le pareti impiastrellate del bagno, tenendosi la via libera arpionando le sue cosce soffici e portandole ad appoggiarsi sulle sue spalle.
La mano della maga spinse il capo del Dragon Slayer ripetutamente ad affondarle, invitando le labbra e la lingua di Natsu a lambirla, la sua femminilità a loro completa disposizione, mentre la sua testa s'appoggiò, calda e intontita, inebriata dal piacere gorgogliante nel ventre, contro lo specchio alle sue spalle.
L'alito rovente che le soffiava sulla pelle fradicia e ipersensibile, la lingua svelta e carezzevole dentro la sua femminilità e i versi gravi nati nella gola di Natsu per rimbombare fra le sue gambe erano un connubio di eroticità e perversione che raggiungevano fin troppo spesso, se lasciati i loro sensi a briglia sciolta nella loro voglia continua.
Natsu era incapace – e se ne rendeva conto ogni volta in più – di far a meno dell'essenza più intima di Lucy, così dolce e fragrante di frutta boschiva.
Gli aveva rivelato, dopo un orgasmo spossante nella vasca dietro di lui qualche giorno prima, che il suo odore e il suo sapore sapevano di muschio, fresco e pizzicante. Aveva riso di un paragone così inconsueto, lui così soffocante e caloroso.
A mente corrotta dalla lussuria, trasse solo in quell'attimo la giusta conclusione: lui e Lucy erano due elementi selvatici, che risplendevano nell'oscurità di un sottobosco appena illuminato da qualche fuggiasco raggio di sole fra i rami fitti. Lui e Lucy erano naturale aroma di sesso, passione e più dei loro corpi incastrati l'uno nell'altra, si completavano i loro odori, le loro anime.
Strappò a Luce un ultimo gemito prima di risalire la scalata del suo corpo morbido fino alle labbra rumorose che quietò con un lungo e profondo bacio fragolino.
<< Buon Natale Luce >> le sussurrò prima di irrompere dentro di lei, fino in fondo, specchiandosi nei suoi occhi da fogliame autunnale. Dentro e fuori lentamente, assaporare ogni fluido movimento di bacino, scomodità permettendo, e ogni spinta avventuriera nell'abisso piacevole e comodo che era il corpo di lei.
Tante volte vi era stato ma sempre una sorpresa ammaliante restava.
Ogni smorfia di piacere che condivisero, ogni affondo ad ogni incatenati, ogni gemito e ansito e sospiro morti e risorti nelle loro gole e fra le loro bocche unite e gonfie di baci e morsi.
A ogni richiamo languido di Lucy, il ritmo aumentava, frenetico, irrefrenabile, irresistibile per i sensi di ognuno. Sempre più veloce, più irruento, sempre delicato nel possesso continuo e mai noioso, sempre più eccitante, come un crescendo di archi e percussioni in un orchestra.
Non bastava mai. Sempre più. Sempre più desiderio e fame e brama.
Natsu si portò le gambe di Lucy attorno alla vita ed ebbe accesso ai lati più profondi di lei, raggiunti con quieta calma o irruenza violenta – ma mai dolorosa – e si accompagnarono per tutto il tragitto di gemiti e stridii di quel vecchio mobile di legno sbattuto contro il muro, strumento senza scelta del loro possedersi.
Lucy era quasi abbarbicata al corpo di Natsu mentre il suo sesso accoglieva l'invasore a gambe aperte e d'improvviso l'elettricità si ramificò in ogni anfratto di quel bagno nebbioso di profumi provocatori, fin dentro ogni poro della loro pelle sudata e in ogni angolo e sporgenza delle loro articolazioni sfiancate. Imperterrito, Natsu continuò il suo continuo viaggiare e ritorno nell'antro bagnato, caldo e invitante di Lucy e proprio da lì l'orgasmo diede il via alla sua arrampicata strisciante e parsimoniosa per il suo intero corpo, senza che vi fosse un solo angolo salvo dalla sua venuta. Natsu venne dentro di Lucy con un ringhio estasiato e continuò a spingersi a piacimento finché i fiotti del suo orgasmo non si placarono, accasandosi dentro la maga ansimante e fremente di piacere. Lucy alzò il capo stanco dalla spalla di Natsu, trovando nel suo sguardo limpido ogni singolo momento di piacere provato quella sera, assicurandone molti altri, se ininterrotti.
L'orgasmo stonante li rendeva febbricitanti e spossati, ma ogni fibra del loro corpo reclamava altra passione, altro sesso, ancora ancora ancora.Senza mai darsi pace.
<< Buon Natale a te, Natsu >> sussurrò divertita, baciandolo e vezzeggiando i suoi capelli, più un premio per le sue dita che per la testa del mago. Natsu ondeggiò col bacino contro quello di Lucy un paio di volte prima di ricominciare a spingersi dentro di lei in un secondo round di ossessionante piacevole amplesso e Lucy lo lasciò fare più che volentieri, gemendo e ansimando sulle sue labbra ripetutamente il suo nome, ridendo estasiata.
Un sonoro e violento bussare alla porta del bagno fece sussultare pericolosamente Lucy sul ripiano e solo grazie a Natsu che la stringeva stretta non capitolò bruscamente sul pavimento; tanto per ridestare i loro corpi dal languore caldo e spossante dell'orgasmo raggiunto, la voce tonante e bastardamente canzonatoria di Gajeel risuonò contro il legno della porta e filtrò dagli spifferi, gelando i due ragazzi sul posto:
<< ALLORA SALAMANDER! HAI FINITO DI SCOPARTI LA CONIGLIETTA? DEVO PISCIARE! >>
<< SONO OCCUPATO, TESTA DI FERRAGLIA DEL CAZZO! >>
<< Ti sfondi di seghe? >> lo riprese beffardo, attenuando i toni.
Natsu ringhiò a denti stretti di rabbia e urlò di rimando, rosso in volto: << CERTO CHE NO! >> sotto lo sguardo distrutto ed esasperato di Lucy, più preoccupata per le orecchie di Wendy imbrattate da quel linguaggio e dall'argomento preso.
<< ALLORA PER CHI CI HAI PRESI SALAMANDER!? PER SCEMI E SORDI? SCHIODATEVI DA LI'!>>.
Preoccupazione ignorata brutalmente da quei due.!EXTRA!
Attirato da un odore familiare e insolito in città, Natsu abbandonò a malincuore il corpo ancora caldo di passione di Lucy sul mobile, temporaneamente mandando al diavolo gli insulti di Gajeel, e si affacciò alla finestra in tempo per notare Gerard incamminarsi al fianco di Erza sulla via di casa di lei, avvolta da quello che probabilmente era il suo cappotto.
Ghignò divertito al pensiero di quello che Erza dovette aver provato nel ritrovarsi, nuda come un verme, di fronte proprio lui.
<< Ehi Luce, com'è quella cosa che ti si ritorce contro se sei uno stronzo? >> chiese allegro.
<< E' il Karma Natsu. Si chiama Karma >>
STAI LEGGENDO
Brividi di Solletico
FanfictionCon la collaborazione creativa di Sayaka chan 94 su Efp, siamo qui a presentarvi questa raccolta di finali alternativi e "scene deploratamente" tagliate post-time skip. Momenti "hot" che ci vengono "vergognosamente" nascosti!