Ottavo capitolo.

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"Allora, hai capito?" Mi ripete per la millesima volta in due ore.
"No cazzo! No che non ho capito! Dovevo chiamare uno scienziato o qualcosa del genere, sarebbero 500 dollari spesi sicuramente meglio." Mi prendo la testa tra le mani e appoggio i gomiti sul tavolino davanti il divano.

Alla faccia del genietto. È la quarta volta che cerca di spiegarmi questi sistemi, e per me le sue parole sono incomprensibili.
Lo sento sospirare e tirare la matita sul tavolo.
"Perché non provi a pensare che il problema non sono io ad essere stupido, ma tu?" Cerca di sdrammatizzare e fare il simpatico.
"Vaffanculo. Me ne vado." Lui mi prende il polso e mi fa sedere di nuovo.
"Senti, mi servono quei soldi. Perché non provi ad impegnarti di più? Lo so che è difficile, ma devi davvero farlo." Mormora paziente.
"Ok. Riproviamoci."

Tre ore dopo finalmente sono riuscita a capire quei maledetti sistemi, e adesso sto svolgendo in completa autonomia alcuni esercizi. Sono fiera di me.

Appena finisco l'ultimo esercizio emetto un piccolo urlo di gioia. Mi giro verso Harry e lui mi batte il cinque.
"Sei proprio una scienziata, ora, biondina." Mi sorride gentile e per la prima volta sono proprio contenta di averlo conosciuto.

Mi stiracchio sul divano e butto un occhio alla finestra per vedere se si è fatto buio, e in effetti è proprio così.

"Harry, devo proprio andare." Gli dico facendo una smorfia dispiaciuta.
"Hey, è tardi. Perché non rimani per cena? Ordino una pizza."
Sono quasi tentata, ma i miei mi ucciderebbero. Mi alzo dal divano torturandomi le mani.
"Devo vedermi con il mio ragazzo, mi dispiace." Ma perché l'ho detto? Adesso mi sta guardando con un'espressione davvero strana.
"Oh. Ovvio. Sì, ok. Beh...ti accompagno in camera e poi alla porta."

Mentre lo seguo per andare a riprendere la mia borsa cerco di rimediare ed essere quindi carina.
"Sei stato davvero gentile ad aiutarmi, Harry. Chi lo avrebbe mai detto? Grazie davvero." Mi porge la giacca e la borsa, dove ripongo i miei libri.
"Non si può dire lo stesso di te." Risponde senza guardarmi. Alzo un sopracciglio ma decido di non ricambiare la battuta.

Mi accompagna alla porta e si gira per salutarmi.
"Beh, allora grazie Harry. Ci vediamo domani." Gli sorrido affabile non sapendo bene come salutarlo.
Ci pensa lui, chiudendomi la porta in faccia e lasciandomi sul pianerottolo come una scema.

Mentre sto per entrare in macchina mi rendo conto di non avergli dato il compenso che gli spettava, perciò torno indietro e suono il campanello.

È sorprendente quello che mi aspetta quando si apre la porta. O meglio chi. La ragazza di cui non ricordo il nome che frequenta matematica con noi. Emily. O Eleonor. Chi se ne importa di come si chiama, la domanda è solo una. Che diavolo ci fa a casa di Harry?

Spoiled and dirty. ~~ HARRYSTYLES&EMMAROBERTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora