Ventitreesimo capitolo.

77 7 0
                                    

Dopo essermi asciugata i capelli, li lascio sciolti annusando il buonissimo profumo di fiori che emanano.

Lo stesso odore dei capelli di Harry.

Indosso le lenti a contatto e mi trucco per bene dopo giorni e giorni, mi sembra di essere rinata.

L'aria di novembre fuori è abbastanza fredda, ma non troppo da impedirmi di indossare una gonna di jeans a vita alta, abbastanza stretta e con una fila di bottoni di metallo nel mezzo.
Sopra metto una maglietta a maniche lunghe nera e una giacca di pelle.
Per completare il mio look indosso calze nere per ripararmi dal freddo e un paio di scarpe con il tacco quadrato rosse.

Trovo in fondo alla valigia la mia borsa a tracolla nera di gucci e i miei occhiali da sole neri.
Come mi conosce bene, la mia Mandy.

Mi passo un ultimo strato di blush ed esco fuori dalla stanza per aspettare Harry.

Lo trovo sul divano a fare zapping in televisione, si vede che è da molto che aspetta.

Mi mordo il labbro e mi avvicino sentendomi in colpa per il ritardo.

Appena mi vede si alza, e non posso fare a meno di squadrarlo e deliziarmi della sua vista.

Ha un paio di jeans neri molto attillati, una maglietta bianca con lo scollo molto largo che fa intravedere le due rondini tatuate sul petto, un cardigan nero e come accessori ha indossato un berretto di lana nero, una cinta marrone e un paio di stivali dello stesso colore della cinta.

Sembriamo perfetti insieme, vestiti così. Combaciamo alla perfezione.

"Andiamo?"

Usciamo nel freddo novembrino di Boston e ci fermiamo davanti la mia macchina, lo guardo alzando le sopracciglia.
Lui scuote la testa.

"Oggi cammineremo. Ti porto nel mio studio, perché devo disegnare per un cliente il suo tatuaggio." Il mio cuore scoppia di gioia, sono sicura amerò il suo lavoro.

Vedendo che non rispondo si incupisce. "Oppure no...?" Chiede, cercando di rimediare.
Io scuoto velocemente la testa e gli appoggio una mano sul braccio per tranquillizzarlo.
"Non vedo l'ora." Lo rassicuro con sincerità.

Lui mi sorride e cominciamo a camminare per il quartiere.

Non mi sento fuori luogo, per niente. Ma anzi, mi appunto mentalmente possibili negozietti e boutique in cui un giorno dovrò assolutamente farci un salto.

Arriviamo davanti ad un negozio, con un'insegna luminosa e colorata con scritto Urban Tattoo e capisco che siamo arrivati allo studio di Harry.

Entriamo, e ci accoglie una ragazza molto robusta con i capelli neri tinti e molto pallida, quasi tutta tatuata e piena di piercing in faccia. All'inizio sono un po' sconvolta, perché incute un po' timore, ma appena la sento parlare comprendo che è molto dolce e gentile, molto di più di alcune persone in giacca e cravatta.

Saluta Harry con un occhiolino e mi porge la mano.

"Rita." Dice rivelandomi un piercing alla lingua e uno sul frenulo labiale superiore.
Deglutisco, perché quasi percepisco il dolore che devono avergli provocato quando se li è fatti.

"Io sono Emma." Le stringo la mano e ricambio la forte stretta.
Mi guarda un attimo, con l'espressione di una che si chiede cosa ci faccia una tipa come me in un posto come questo.

"Sei qui per un tatuaggio?" Mi chiede curiosa.
"A dire il vero io...." Harry viene in mio aiuto.
"No, sta con me. Mi accompagna. È arrivato quel tipo?" Chiede prendendo l'agenda e scorrendo gli appuntamenti.

Rita mi guarda ancora più confusa di prima, poi si rivolge ad Harry.

"Ti sta aspettando in stanza." In quel momento squilla il telefono, perciò mette fine a quella conversazione rispondendo.

Harry mi prende per mano e mi conduce in quello che credo sia il suo "ufficio".

Seduto sul lettino c'è un ragazzo, bruttino ma con degli occhi blu intensi.

Io rimango in disparte, mentre loro si salutano e quel tipo comincia a spiegare cosa vorrebbe tatuarsi.

Si fida molto di Harry, perché gli lascia libero spazio per la fantasia, evidentemente lo ha tatuato molte volte.

Harry si siede al tavolino e si toglie il cappello appoggiandolo lì vicino, prende un foglio e una penna e comincia il suo capolavoro.

Sembra perdersi in quel foglio, non si accorge di me quando gli vado accanto e appoggio una mano sulla sua spalla, incantata dalle sue mani che tracciano linee e cerchi sul foglio.

Rimango senza fiato, quando vedo l'opera conclusa. È spettacolare.

Quel tipo, che si chiama Asher, era stato molto chiaro: voleva una coppia di fidanzati che giocava a poker, ma al posto del viso della ragazza avrebbe voluto il volto dell'angelo della morte.

Mi ha subito interessato, più che altro per il significato di quella scelta. Asher deve aver sofferto molto, per colpa di questo "angelo".

Harry è fantastico, e ha riportato perfettamente su carta l'idea che aveva Asher, e il fatto di averlo visto particolarmente coinvolto nel disegno mi rende triste.
Forse pensa ancora a quella ragazza?

Spoiled and dirty. ~~ HARRYSTYLES&EMMAROBERTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora