11. Tutto passa, anche il tempo.

653 51 6
                                    

11.  Tutto passa, anche il tempo.

Il tempo sembrava scorrere veloce, come la sabbia tra le dita, e questo Hermione lo sapeva.
I giorni passavano veloci, a volte non sembrava neanche arcorgesene, ciò era motivo di sollievo per lei, l'operazione era sempre più vicina, al solo pensarci sentiva il cuore riscaldarsi. Ma ciò non stava a significare che non avesse paura, era pur sempre un'operazione rischiosa. Non voleva neanche metterci troppa fiducia nella riuscita, ma quella speranza - anche se minima - c'era sempre.
Con il passare dei giorni il rapporto tra Fred e lei sembrava essere diventanto più forte, nonostante la lontananza, nonostanze il non potersi incontrare ogni settimana, ogni mese, nonostanze le rivelazioni scomode e tristi da parte di entrambi.
Si sentivano spesso e volentieri a telefono, parlavano a lungo, soprattutto la notte, ognuno rinchiuso nella propria camera a fare compagnia all'altro. Parlavano di tutto, lei di come stesse passando quelle sue giornate noiose, con la solita routine, i soliti incontri, le sue passioni e i suoi sentimenti. Lui le parlava  della sua giornata lavorativa, della sue uscite, delle sue passioni e delle sue  birichinate ai tempi del liceo insieme al gemello.
Hermione era rimasta molto sopresa dal rapporto dei due, per loro la frase "Sempre e per sempre" valeva sul serio, non c'era Fred senza George, non c'era George senza Fred, erano legati indisolubilmente e lei quasi li invidiava. A causa del poco tempo che i suoi passavano a casa non hanno mai preso in considerazione il fatto di poter mettere al mondo una sorella o un fratello minore per Hermione.
Magari questo sarebbe servito a farla sentire meno sola.
Era seduta in salotto, sulla panca del pianoforte, sfiorava lentamente i tasti senza però fargli emettere suono, le mancava tremendamente suonare così come far unire la propria anima a quei tasti.
Sospirò rumorosamente per poi far calare di nuovo il silenzio in quella stanza, lo squillo del cellulare, però, lo interruppe quasi subito, Hermione sapeva perfettamente chi fosse la persona che le telefonava, sorrise sentendo il cuore leggero all'interno del suo petto. Era una sensazione così piacevole da farla sentire bene e a suo agio.
Afferrò il cellulare dal tavolino posto di fronte al camino e si sedette a terra sulla moquette e i gomiti poggiati, appunto, sul tavolino "Pronto?"
"Heilà Hermione, come va?" la voce di Fred le appariva stanca ma sollevata "Abbastanza bene, a te?"
"Un po' stanco, non vedevo l'ora di tornare a casa e gettarmi sotto la doccia" rimasero entrambi per qualche secondo in silenzio "Sai..."  dissero entrambi per poi scoppiare a ridere, non era la prima volta che entrambi dicevano le stesse cose, ciò li divertiva molto perchè per loro stava a significare una bella sintonia "Parla prima tu..."
"No, parla tu, tranquilla" Hermione sorrise "Tra esattamente tre mesi ci sarà l'intervento..."
"Quel giorno sarò lì con te"
"Ci sarai anche la settimana successiva, quando mi toglieranno le bende?"
"Sì, non sei curiosa di sapere come sono fisicamente?" disse nel tentativo di farla sorridere, ma aveva colpito proprio nel segno: Hermione era tremendamente curiosa, voleva tanto poterlo vedere, vedere i suoi occhi, i suoi capelli e il sorriso che, lei sapeva, sembrava esser stato stampato apposta sul suo viso "Fred, ti va di descriverti?"  chiese quasi titubante.
"Okay, allora, come da caratteristica della mia famiglia, ho i capelli rossi, tendenti al color carota. Ultimamente li ho lasciati crescere e mi arrivano fin sotto ai lobi. Ho il viso cosparso di lentiggini, gli occhi azzurri  e le labbra fini. Una cosa che mi distingue da George sono le fossette che, ogni volta che sorriso, fanno la loro comparsa"  disse quasi insicuro, Hermione aveva imparato a percepire i suoi cambiamenti  d'umore solo dal suono della sua voce.
Quando era felice tendeva ad emettere un suono più acuto e vispo, quando era turbato da qualcosa tendeva ad avere un suono calmo e veloce.
E, come in quel caso, quando era insicuro su come comportarsi parlava a bassa voce e con delicatezza, come per paura di poter ferire qualcuno.
"Una cosa sicura, però, è che io sono il più bello della famiglia" e Hermione rise, tanto, tanto da sentire i crampi allo stomaco e le lacrime agli occhi.
Tanto da dimeticare anche il perchè avesse avuto inizio quella conversazione, tanto da svuotare la mente.
Era questo ciò che amava di Fred: sapeva farla ridere.
"Sei sempre il solito, Fred"
"Lo prenderò come un complimento da parte tua, Hermione"
"Quando tornerai qui?" la sua sembrava quasi una richiesta disperata, Hermione non era tipo da implorare qualcuno, ma sentiva troppo la mancanza di Fred, non sapeva neanche spiegare da cosa dipendesse quella mancanza, ma sentiva come se in sua assenza una parte di lei fosse vuota.
"Probabilmente il mese prossimo..." non gli lasciò il tempo di continuare "E se venissi io da te?"
Il silenzio calò tra i due poi ci fu un sospiro da parte di Fred "Sicura di poter venire fin qui da sola?"
"Sì"
"I tuoi sono d'accordo?"
"Lo saranno"
"Allora... Okay..." il tono del ragazzo era sereno, calmo, pacato. Hermione sorrise felice "Ovviamente fammi sapere quando arrivi , mi farò trovare alla stazione"
"Davvero?"
"Davvero"

"Mamma, papà, posso chiedervi una cosa?" avvertì il giornale che il padre aveva tra le mani essere ripiegato "Avanti, dicci pure"
"Io... ecco.... beh... avevo pensato di andare per qualche giorno da Fred e George..." il padre la fermò prima che lei potesse continuare con la sua rischiesta "Per me è no, tu da sola in una casa con due ragazzi poco più grandi di te"
"Ma..."
"Per me è no" Hermione sentì un nodo stringerle lo stomaco, totalmente in collera per le parole del padre. Era rimasta totalmente sorpresa a causa della severità con cui il padre le aveva dato quella risposta. Non era da lui.
"Caro, possiamo parlare?"sentì il padre bonfocchiare una risposta "Hermione, puoi lasciarci da soli per qualche minuto?"
"Sì" e si accomodò in salotto, lontana dalla cucina, sperando che la madre gli facesse cambiare idea.
Il padre non le aveva mai detto di no in modo simile, le aveva sempre risposto in modo pacato, le aveva sempre spiegato il perchè dei suoi 'no'. Non attese a lungo prima di sentire la porta della cucina aprirsi e dei passi avvicinarsi a lei "Ci tieni davvero tanto ad andare da loro... ad andare da lui?"
"Sì" avvertì il sospiro sconfitto del padre, il cuore perse un battito "Allora... va bene. okay, puoi andare"
"Davvero?" chiese alzandosi velocemente inciampando nel tappetto sotto i suoi piedi "Sì, ma c'è un ma..."
"Sarebbe?"
"Potrai stare là solo tre giorni, solo tre. Chiaro?"
"Chiarissimo!" rispose lei scuotendo su e giù la testa velocemente.
"Ringrazia tua madre, è stata lei a convincermi" e Hermione sorrise, felice di poter andare da lui, felice di poterlo riabbracciare dopo un mese e mezzo di lontananza.
Mai avrebbe pensato di potersi sentire così un giorno, di poter trovare un amico come lui.
Mai lo avrebbe pensato.
Mai lo avrebbe immaginato.

Salve gente, vi ricordo che domani è domenica e, di conseguenza, non pubblicheró il capitolo.
Buon fine settimana a tutti, a lunedì 💙

Vera

Lost in the dark of the night //Fremione\\ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora