3. That day when I met you

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That day when I met you.

"Mamma, esco"
"E dove vai?"
"Verso la spiaggia" senza sentire altro e senza dare altre spiegazioni uscì di casa, era la mattina del ventotto dicembre, il freddo si sentiva e la neve era caduta durante tutta la notte coprendo tutto il paesaggio col suo manto bianco.
Ma ciò non l'avrebbe fermata, anzi, le sembrava un motivo in più per camminare all'aperto. Anche se ai piedi aveva i soliti stivali le risultava comunque difficile camminale tranquillamente. Si muoveva con il semplice aiuto del muro, poggiava la mano contro di esso e lo seguiva lentamente.
Camminò a passo lento lungo tutti i marciapiedi da percorrere. Conosceva quelle strade come le sue tasche, eppure aveva sempre paura di perdersi o finire in qualche guaio.
Aveva con se anche uno di quei bastoni pieghevoli che lei tanto odiava e  per cercare di celare la sua cecità aveva indossato dei semplici occhiali da sole scuri.
Quest'ultimi non le sarebbero serviti a molto ma le metteva un tremendo disagio sapere che la gente la guardava negli occhi mentre camminava da sola per strada come con unica compagnia un bastone. Tutto era diverso quando era in compagnia, i suoi amici riuscivano a metterla a suo agio e della gente riusciva a fregarsene.
"Hermione?" si fermò sentendosi chiamare "Che ci fai da sola per strada?" continuò la voce del ragazzo.
"Ciao Neville, sto bene, grazie, tu?" sorrise porgendo la domanda ironica, sentì lo sbuffo del ragazzo che la fece ridacchiare.
"Dove stai andando da sola?" domandò di nuovo il ragazzo "Verso la spiaggia" rispose sicura.
"E ci vai da sola?" domandò ancora il ragazzo con un tono di voce leggermente più preoccupato.
"Sì" rispose ancora, sorridendo apertamente.
"Vuoi che ti accompagni?" Hermione sembrò pensarci su, poi fece cenno di no con la testa, Neville era l'unico dei suoi amici a fidarsi completamente di lei e dei suoi sensi.
"Va bene, allora ci sentiamo più tardi"
"Grazie Neville, a più tardi"
Hermione ricordava quel ragazzino impaurito che aveva conosciuto alle elementari, e solo a pensarci non ci credeva, anche Neville era cresciuto, era meno sbadato, diceva sempre ciò che pensava senza tirarsi indietro.
Il loro era un gruppo particolare, fin da piccoli Neville, Harry, Luna, lei e Cho sono stati uniti a causa degli altri.
Ognuno di loro veniva deriso per qualcosa.
Lei per la sua capigliatura da leonessa e i denti da castoro, Harry per la bizzarra cicatrice sulle fronte e per gli occhialini tondi alla John Lennon, Neville per la sua timidezza e per l'essere un po' in carne, Luna per la sua stravaganza nel muoversi, parlare e vestirsi, e Cho per il suo accento e alcuni particolari fisici diversi da quelli inglesi.
Ognuno di loro era stato deriso ma nessuno aveva mai mollato, anzi, erano fieri di ciò che erano.
L'odore del mare era percettibile nell'aria, segno che era quasi vicina alla spiaggia.
A volte sperava di poterci tornare con una tela bianca e le tempere solo per imprimerlo e dargli una sua versione in disegno.
Sperava sempre di poter rivedere quel celeste durante le giornate estive, quel grigio spento durante le giornate di pioggia. Sperava di poter rivedere il mare agitato, le tempeste con tanto di lampi.
Sperava di poter rivedere tante di quelle cose che ormai ne aveva perso il conto.
Lei era felice, certo, ma non del tutto. Le mancavano le piccole cose, quelle che per gli altri sembrano futili.
A volte sono le cose più semplici, quelle che tutti trovano stupide, a rendere del tutto felice una persona.
Con l'aiuto del bastone avvertì i gradini dinnanzi a lei e lentamente li scese mantenendosi al muretto al suo fianco. Avvertì subito la sabbia  mista alla neve sotto le suole delle sue scarpe e sorrise.
Camminò per un po' cercando di non arrivare fin troppo verso la riva.
La brezza invernale era contaminata dall'odore della salsedine, ed era un odore particolare, quasi le veniva voglia di chiuderlo in un barattolo solo per poterlo custodire.
Restò per lungo tempo in piedi davanti alla riva.

Erano passati minuti, forse ore da quando era lì ferma. Aveva perso la cognizione del tempo persa nei suoi pensieri. Sembrava quasi essersi addormentata in piedi. Infatti si spaventò avvertendo il trillare del cellulare all'interno dello zainetto che usava come borsa. Ripescò facilmente il cellulare viste le poche cose che aveva all'interno dello zainetto. Rispose e la persona dall'altro capo del telefono sembrò tirare un sospiro di sollievo "Si può sapere dove sei?" era la voce preoccupata di Cho, Hermione sbuffò, odiava quando si preoccupavano per lei.
"Sono alla spiaggia" rispose solamente alzando le spalle, come se la ragazza dall'altro capo al telefono potesse vederla.
"E ci sei andata da sola?" la voce di Cho sembrava quasi terrorizzata all'idea di un'affermazione da parte della ragazza "Sì"
"Ma sei impazzita?!" okay, era era veramente terrorizzata e... arrabbiata.
"Sta ferma lì, vengo a prenderti" Hermione spalancò occhi e bocca, incredula per il comportamento della ragazza "Cho, no, no... aspetta..." ma le parole le morirono sulle labbra, la ragazza asiatica aveva attaccato la telefonata.
"Dannazione..." sussurrò rimettendo il cellulare in borsa, ma perchè non le lasciavano un po' di libertà?
Tutti ne avevano bisogno, soprattutto lei visto il modo in cui era costretta a vivere.
Visto il mondo in cui era costretta a vivere.
Si girò incamminandosi verso la direzione in cui era arrivata ma dopo pochi passò andò a sbattere contro qualcosa, a causa della rabbia aveva dimenticato di fare attenzione a ciò che la circondava.
Cadde rovinosamente a terra perdendo gli occhiali scuri che aveva sul viso.
"Ma guarda dove vai!" le urlò contro una voce maschile, Hermione sorrise ironicamente "Se solo potessi lo farei, non credi?!" rispose poi a tono, tastando sulla neve intorno a lei per prendere gli occhiali.
Una volta presi si accorse del danno: si erano rotti.
Doveva esserci caduta sopra dopo l'impatto con il ragazzo.
Avvertiva ancora la presenza del ragazzo a pochi passi da lei ma quest'ultimo non parlava, anzi, se ne stava in religioso silenzio.
Si alzò da terra pulendosi il cappotto e solo pochi secondi dopo avvertì dei passi attutiti in lontananza "Hermione!" urlò una voce femminile, sbuffò mettendo gli occhiali a posto.
"Hermione, che è successo?! Stai bene?!" chiese allarmata la ragazza poggiandole le mani sulle spalle, Hermione annuì solamente, avvertiva ancora la presenza del ragazzo poco distante da loro.
"Hei, tu, ma non puoi fare più attenzione?!" Cho era arrabbiata e Hermione si sentì quasi in colpa: quel ragazzo già sembrava essere mortificato e in pena, altrimenti perchè mai sarebbe dovuto stare in silenzio?
"Io..." fu solo un sussurro ma Hermione avvertì tutto il suo pentimento nei suoi confronti, ma non un briciolo di pietà e quasi ne rimase sconvolta.
Tutti quelli che le sbattevano contro, tutti quelli che la vedeva, provavano pietà nei suoi confronti solo perchè era una non vedente. Non lo vedeva ma lo percepiva dal tono di voce che queste persone assumevano.
Il tono di voce del ragazzo era cambiato, sì, ma non nel solito tono petulante e penoso, anzi, c'era qualcosa di diverso, qualcosa che lei non riusciva a capire.
"Scusatemi" disse poi, Hermione ascoltò i passi del ragazzo mentre se ne andava via.
"Ora torniamo a casa" disse poi la ragazza dai capelli scuri prendendola per il polso e trascinandosela dietro.
Di nuovo quella sensazione, si sentiva di nuovo un uccello in gabbia.
A causa di quell'incidente aveva perso anche la sua tanto amata libertà.

"Ma dico io, cosa ti passa per la testa?" erano tornate da circa mezz'ora a casa e Cho non faceva altro che andare avanti e indietro davanti alla poltrona su cui Hermione era seduta. Quasi le veniva la nausea ad ascoltare il rumore dei tacchi dell'amica, era snervante.
"Sei un'irresponsabile, e pensare che da piccola ti ho sempre ammirato per la tua maturità" Hermione strinse le mani in pugno, sentiva le sua unghie conficcarsi nel palmo, che cosa poteva dirle?
Aveva paura di sbagliare a usare le parole, paura di sbagliare il tono di voce, paura di poterla ferire.
Pur non sembrandolo Cho era una persona molto sensibile, bastava poco per farla scoppiare a piangere e lei non aveva voglia di sentirla piagnucolare nè tanto meno di chiederle perdono.
"Comunque sia, la prossima volta che esci chiama me o Luna o Neville o..." e iniziò la lunga lista di persone che doveva contattare in caso di una breve uscita.
"Grazie Cho, ma adesso basta, ho un urgente bisogno di andare a riposare un po'" disse lei alzandosi, subito sentì i passi della ragazza arrestarsi "Sei stanca? Visto che ti sei affaticata?" e  aveva inizio così l'ennesima ramanzina.
In quel momento Harry le mancava più che mai, lui avrebbe saputo come mettere a freno la lingua della ragazza.
Anzi, lui sapeva come mettere un freno a quella ragazza.
Cho aveva sempre avuto un debole per Harry anche se quest'ultimo è stato sempre meno interessato a lei e le sue provocazioni.
"Ciao Cho" disse poi sorridendo e andando verso le scale, a volte sembrava scortese, ma i suoi amici erano abituati a ciò anche perchè la casa di Hermione era come una seconda casa per loro.
"Ciao Herm, ci sentiamo dopo" rispose Cho e Hermione potè giurare di aver avvertito un risolino mentre saliva le scale diretta in camera sua.
Una volta arrivata in camera sua si lasciò andare ad un pianto isterico poggiata contro alla porta.
Era stanca di tutto quel buio, stava perdendo tutte le sue forze, non sapeva per quanto ancora avrebbe retto.
Sapeva solo che sarebbe crollata, presto.
Sapeva solo che aveva bisogno di aiuto.

Note dell'autore:
Prima di tutto mi presento a chi legge per la prima volta una mia storia.
Mi chiamo Vera e sono un'amante della coppia FredxHermione.
Come avrete notato pubblico tutti i giorni i capitoli, al momento su Efp ho pubblicato fino al capitolo 21, il 22 è ancora in fase di scrittura.
La storia è abbastanza diversa da ció che scrivo di solito, i capitoli non sono nè troppo lunghi nè corti, non voglio che diventi pesante.
I temi sono abbastanza difficili e ammetto che non è stato facile mettere su questa storia, ho cercato di renderla il più possibile vicina alla realtà.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi in privato, nella mia biografia trovate tutte le informazioni e i contatti.
Spero possa continuarvi a piacere e continuerete a seguirla, "stellinarla" e commentarla.
Per me ogni opinione o consiglio è oro, soprattutto da parte di chi vuole aiutarmi a migliorare.
A domani.

Vera 🌸

Lost in the dark of the night //Fremione\\ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora