23. It's not a crime to love what you cannot explain.

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23.  It's not a crime to love what you cannot explain.

Il cielo plumbeo lo rilassava, la pioggia lo rilassava.
Era da giorni che non sentiva la voce di Hermione, al massimo si erano scambiati un paio di messaggi ma nessuno dei due aveva mai fatto riferimento a quella sera; dopo quella sera non riuscivano più a comportarsi nello stesso modo, soprattutto lui.
Non sapeva spiegarsi il perchè ma gli riusciva difficile vederla come prima. Mettere alla luce una volta per tutte i suoi sentimenti ed essere ricambiato l'aveva lasciato in uno stato di intorpidimento, assonnato: vedeva solo confusione e distrazione nella sua vita.
Però doveva mantenere quella promessa, non voleva deluderla tanto meno farle attendere troppo tempo.
Non avrebbe commesso gli stessi errori, non con lei. Alla fine s'impara sempre dagli sbagli e lui ne aveva commessi tanti con Danielle, forse fin troppi. Era sempre stato un'enorme delusione per lei, ma nonostante tutto era rimasta al suo fianco.
L'aveva sempre sostenuto in tutto, in ogni sua singola scelta o movimento.
"Fred?" sospirò al richiamo del suo capo, ultimamente neanche a lavoro ne combinava una buona e questo era di sicuro l'ennesimo rimprovero della giornata. A volte pensava che se non fosse stata per l'amicizia che li legava sarebbe stato licenziato così, su due piedi "Cosa?" la voce risultava impastata dalla stanchezza delle notti insonni e dalla noia del momento "Che hai?"
"Niente d'importante"
"L'ultima volta che hai detto questa frase sotto si celavano cose importanti" Fred rispose con un sorrisetto amaro mentre preparava l'occorrente per il servizio fotografico di quella giornata "Sai che con me puoi parlarne, vero?"
"Sì" e in quel momento pensò realmente che, magari, parlandogliene sarebbe riuscito a schiarirsi le idee "Che ne dici se, appena finito i turno, ci andiamo a prendere un bel caffè?" gli propose poi sgranchiendosi le braccia"Okay" il ragazzo gli sorrise per poi dirigersi verso l'attrezzatura montata in precedenza da Fred.
Sì, parlarne con una persona esterna sarebbe stato molto utile.

"Ah Fred, sei un casino ambulante e smettila di chiamarmi capo, adesso non siamo a lavoro"
"Okay... Thomas" disse incerto, erano entrambi in un bar all'aperto poco lontano dallo studio fotografico. L'orario di lavoro era ormai giunto al termine da un po' "Cosa... cosa posso fare?"
"Semplice, lasciati tutto alle spalle. Prendi la palla al balzo. Lei ti vuole bene, tu le vuoi bene, nessuno dei due ferirebbe l'altro, tanto meno lo farebbe soffrire"
"E se invece... se commettessi gli stessi errori anche con lei?" Thomas rise confondendolo "Non potresti mai sbagliare con lei, non ci riusciresti" prese la tazzina bianca portandosela alle labbra, sorseggiando il liquido scuro presente al suo interno.
Thomas era sempre stato una spalla forte per lui, soprattutto quando - appena arrivato in città - si era ritrovato senza una casa e un lavoro; l'aveva conosciuto per caso, entrando nelllo studio che sarebbe diventato il su lavoro fisso, cercando informazioni per trovare un hotel, un motel o qualsiasi altra cosa per passare una notte al coperto e al caldo. Non ricorda precisamente come il tutto sia successo, ma si era ritrovato a passare la notte da lui e un lavoro assicurato il giorno successivo.
Era stato, e lo è tutt'ora, una delle persone a cui deve più di quanto si possa immaginare.
"Sai perchè?" continuò poi Thomas, ridestandolo dai suoi pensieri, scosse la testa  tenendola bassa continuando a giocare con il cucchiaino all'interno della tazza ormai vuota "Perchè sei maturato, sei cresciuto, e non dico fisicamente, ma mentalmente" indicò la testa di Fred con un dito e un sorriso sulle labbra.
Rimasero per un breve periodo di tempo in silenzio mentre Thomas continuava a sorridergli gentilmente, solo in quel momento si rese conto di quanto il suo viso da ventiseienne  apparisse più stanco e vecchio di quanto lo fosse. Gli occhi verdi erano contornati da occhiaie e a causa dello stress i capelli biondi stavano perdendo il loro splendore.
"Dovresti prenderti qualche giorno di pausa, sai?"
"E chi manderebbe avanti la baracca?"
"Ci penso io!" rispose sicuro portandosi una mano al petto e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, Thomas si alzò sorridendo e poggiando delle banconote sul tavolo, alzò una mano chiamando il cameriere "Tu pensa ad andare da lei" e se ne andò.
Fred si alzò anche lui sorridendo, afferrando la borsa contenente la sua attrezzatura di lavoro, dirigendosi verso casa.
Quella chiacchierata gli aveva fatto davvero bene, gli aveva schiarito le idee, gli aveva aperto gli occhi.

"Cosa fai?" chiese George con voce e sguardo assonnato, confuso dal perchè il gemello stesse infilando tutti quei panni alla rifusa all'interno dello zaino "Non vedi? Preparo la valigia" George sorrise "Allora ti sei deciso, idiota d'un gemello!" quella frase risultò quasi un'esultanza alle orecchie di Fred che sorrise, durante quei giorni il gemello aveva cercato continuamente di farlo ragionare, ma non aveva fatto altro che confoderlo di più.
"Ti voglio bene anche io, idiota" George gli lasciò una pacca sulla spallla prima di andarsene in camera sua fischiettando.
Ormai aveva deciso, senza dire niente a nessuno sarebbe partito quella sera stessa; per la prima volta dopo anni dall'incidente era entusiasta all'idea di tornare nel suo paese.
"Aspettami Hermione" sussurrò mettendosi lo zaino in spalla e chiudendosi la porta di casa alle spalle. Non riusciva a credere al fatto che finalmente, dopo anni, aveva recuperato il suo coraggio; coraggio che per anni aveva tenuto nascosto anche a se stesso, come se fosse riservato solo per quel momento.

Fermo alla stazione attendeva il treno, la brezza fresca soffiava senza interruzione fecondolo sprofondare e avvolgere all'interno del suo giubbotto, tra le mani aveva un bicchiere enorme di caffè bollette che a ogni sorsata sembrava riscaldarlo totalmente. Ne bevve un sorso lasciandosi andare contro lo schienale della panchina, non c'erano molte persone vista la tarda ora. Chiuse gli occhi, la musica calma e lenta riempiva la stazione e quasi sembrava cullarlo, in lontananza si poteva udire il treno arrivare.
Sorrise, alla fine non aveva atteso poi così tanto. Si alzò aspettando che tutte le persone scendessero dal treno per poi salire e prendere posto, l'ambiente caldo lo accolse e lui, non facendoselo ripetere due volte, si lasciò cullare fino ad addormentarsi. Prima di addormentarsi sorrise, contento del passo appena compiuto perchè - finalmente - avrebbe mantenuto la sua promessa.

Buonsalve gente!
Avete visto Animali Fantastici?
Che ne pensate?
A me è piaciuto tantissimo, sono innamorata persa dello Snaso e dell'Asticello!
Comunque volevo dirvi... questa storia sta per giungere al termine. Questo pomeriggio pubblicheró l'epilogo su efp.
Ora vi lascio, a lunedì.

Vera 🌸

Lost in the dark of the night //Fremione\\ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora