7. My memories

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7.My memories

"Era una semplice e tranquilla giornata d'inverno..." iniziò Hermione, deglutì appena, sentiva la gola tremendamente secca. Ma voleva dirglielo, doveva sfogarsi in un modo o nell'altro. Rimanere sempre in silenzio e tenersi tutto dentro non è mai la scelta giusta, anche le persone più forti a un certo punto crollano e se non c'è nessuno  tendergli una mano, a incoraggiarli, a dirgli di dare quella spinta per tornare a galla, beh, non ce la faranno mai da soli.
"Ero influenzata, ammiravo la neve cadere lenta e silenziosa sull'asfalto, sui tetti e sui bambini che correvano contenti. In quel momento li invidiavo: la prima nevicata dell'anno e io ero in casa bloccata con l'influenza. Ricordo che quel giorno mia madre mi aveva lasciata da sola per un po', aveva delle commissioni urgenti da sbrigare, così rimasi a casa da sola..." un brivido le percorse la spina dorsale avvertendo i polpastrelli del ragazzo accarezzarle le mani. Quel brivido arrivò fino al suo cuore, facendolo tremare in un modo strano, ma piacevole. Non aveva mai provato prima sensazioni simili ed era strano per lei che non riusciva ad avere contatti con persone 'estranee' da quel giorno.
"Tranquilla" le disse dolcemente lui continuando ad accarezzarle le mani, lei sorrise appena.
"... mi ero accomodata tranquillamente sul divano, nel punto da me preferito, sul tavolino c'era un vassoio pieni di biscotti e una tazza colma di the. Sulle gambe avevo aperto il libro dedicato alle avventure di Peter Pan. Lentamente mi addormentai, la stanchezza a causa della febbre alta si faceva sentire..." la voce le si incrinò leggermente, diventando quasi assente e vuota "...a risvegliarmi fu un forte odore di bruciato, tutto intorno a me era avvolto dalle fiamme e dal fumo scuro. Ero debole, ma nonostante questo capì di essere in pericolo e mi alzai, ricordo un tremendo bruciore alla gola, al petto e agli occhi. Arrivai alla finestra, un ragazzino dai capelli rossi corse a chiamare aiuto vedendo la scena, mentre lui chiamava i soccorsi andai verso la porta cercando di aprirla ma la maniglia era incandescente. Presa dal panico mi guardai intorno, alcune travi avevano iniziato a cedere, poi ne cadde una colpendomi appena il viso, non ricordo più niente di quel momento" Fred, che fino a quel momento era rimasto in silenzio prese parola "E' così che hai perso la vista? A causa di quella trave?"
"Sì"
"Ma c'è un modo per aiutarti a recuperare quello che ti è stato sottratto?"
"Sì, però devo aspettare la maggiore età per poter fare quell'operazione, devo essere del tutto consenziete di ciò che mi aspetta, la pazienza sarà una delle cose più fondamentali dell'operazione vista la durata dell'intervento e del periodo di ripresa"
"E tutto il tempo passato in solitudine? Tutta la tua infanzia e adolescenza persa?" Hermione spalancò gli occhi sorpresa, tra tutte le cose che aveva passato lui si fermava proprio su ciò che lei aveva sofferto di più. Abbassò lo sguardo chiudendo gli occhi, quel ragazzo era riuscito veramente a scavarle così a fondo?
"E' stato già deciso il giorno dell'operazione?" Hermione aprì gli occhi, annuì e sorrise "Dieci giorni dopo il mio compleanno, il ventinove settembre" sentì la presa sulle mani più forte, più calda e più accogliente "Non sarai sola quel giorno..." sussurrò poi lui, Hermione avvertì il leggero imbarazzo nella sua voce e non potè fare a meno di sorridere apertamente.
"Quindi... adesso.... tocca a me" disse Fred lasciandole le mani, Hermione avvertì subito il freddo che fino a quel momento non aveva provato "Solo se te la senti, non ti costringo a parlarmene adesso, aspetterò, se necessario, fino a quando non sarai pronto"
"Grazie Hermione" le disse con tanta dolcezza da farle arrossire di poco le gote, poteva avvertire il calore che affluiva in quella parte del viso.
Il campanello suonò facendola sobbalzare, si alzò ma la mano di Fred sulla sua spalla la fece risedere "Tranquilla, vado io" sentì i passi veloci andare verso la porta d'ingresso, delle voci e poi altri passi avvicinarsi alla cucina, il luogo in cui lei era seduta tranquillamente.
"Chi è?" chiese una volta che rientrarono in cucina "Il mio gemello, George" disse Fred con un finto tono scocciato, Hermione sorrise alzandosi. Sentì una mano prendere la sua mano destra "Piacere di conoscerti" il timbro di voce era simile a quello di Fred ma alcuni particolari lo rendevano diverso come la velocità in cui venivano dette le parole e l'allegria che ci metteva. Fred, invece, sembrava più lento nel parlare, scandiva le parole e il tono era sempre triste e malinconico.
"Il piacere è tutto mio" rispose facendo un piccolo sorriso "Vuoi del the?"
"Volentieri"

Lost in the dark of the night //Fremione\\ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora