Capitolo 1: Cacciatore

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Caleb,

Caleb Jones,

condannato a morte n° 2376,

queste sono la mia storia e le mie memorie, con la speranza che qualcuno un giorno le ritrovi.


Ricordo che quando ero piccolo e non riuscivo a dormire mia madre mi raccontava un sacco di vecchie leggende, la mia preferita parlava di una città, Yahrnam, dilaniata da una terribile maledizione e di un gruppo di oscuri figuri che nell'ombra della notte combatterono questa piaga, mia madre li chiamava "I primi Cacciatori".

Sapete qual è il bello delle leggende? È che a volte sono vere...


Ma andiamo con calma...vi chiederete come abbia fatto a farmi condannare a morte, beh è una lunga storia ma visto che la sola cosa che posso fare in questo schifo di prigione prima di trapassare è scrivere non vedo perché non raccontarvela partendo dall'inizio.

Sono nato in una piccola città di campagna a 200 km da Dallas; un paesino tranquillo in cui mamma si era rifugiata dopo "l'incidente" di papà - Ma' non mi ha mai raccontato che è successo a papà, lei mi disse che morì misteriosamente poco prima che nascessi - e tutto andò bene fino a quel fatidico giorno: il giorno in cui tutto cambiò.

Avevo compiuto 18 anni da qualche giorno quando, ritornando a casa doposcuola, ritrovai mia madre in lacrime di fronte al vecchio e polveroso televisore che avevamo, <<che succede?>> le chiesi, ma non ottenni risposta, dopo qualche secondo alzò lo sguardo e nei suoi occhi cinerei, lucidi per le copiose lacrime che ne fuoriuscivano, scorsi la paura, la vera paura intendo...non aprì bocca ma si limitò a scaraventarmi addosso la mia giacca in pelle nera e le chiavi della mia Harley -oh adoravo quella moto, me la regalò mamma per il mio sedicesimo compleanno e da allora non ho mai smesso di correre; passavo intere giornate in sella, andando da casa mia a quella di zia Gwen, che abitava a 300 km da noi; ma sto divagando, torniamo alla storia- , dalla sua bocca fuoriuscì un sospiro <<scappa>>. Cercai di farmi spiegare che cosa diavolo stesse succedendo ma lei non faceva altro che spingermi verso l'uscio; quando aprii la porta che dava sul piccolo terrazzetto difronte casa mi si presentò difronte un'ombra alta circa due metri,con delle spalle enormi, un vestito da chierico nero con dei strani ricami color sangue lungo tutto l'abito e una lunga sciarpa di un bianco candido intorno al collo; alla vista di quest'ultimo sentii mia madre emettere un gemito, quasi un rantolo di morte. L'uomo si accomodò in salotto e mi invitò -se trascinare un ragazzo di peso si può dire invitare- a sedermi con lui; dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio l'energumeno mi fissò dritto negli occhi -mio dio quegli occhi, parevano d'una bestia assetata di sangue, non avevo mai visto degli occhi così tetri- e mi disse: <<lo sai che sta succedendo, vero?>>, io feci cenno di no con la testa,non avevo il coraggio di emettere un qualsiasi suono, <<beh presto lo scoprirai, la Chiesa ha bisogno di te>>, <<mi spiace>> replicai dopo aver ritrovato un po' di coraggio <<sono agnostico, penso che la chiesa dovrà rivolgersi a qualcun altro>>il tizio sogghigno <<ma che hai capito? La Chiesa della Cura ha bisogno di te, ma non ascolti la radio?>> a quelle parole mia madre scoppio in lacrime e io mi gettai a sorreggerla.

Una volta calmatasi, si sedette in fianco a me e iniziò: <<Caleb, tesoro, ti ricordi la leggenda di Yahrnam?>> io annuii <<beh si da il caso non sia una leggenda, esistette davvero, molto molto tempo fa, una città chiamata Yahrnam che venne completamente distrutta da un orribile epidemia, nessuno sapeva come contrastare il contagio, finché un giorno, inaspettatamente, giunsero in città degli stranieri e iniziarono a sopprimere le bestie, gli abitanti della città li chiamarono "Cacciatori"....ora quella maledizione è tornata in tutto il mondo e questo signore, questo Chierico della Chiesa, è venuto a reclutarti come nuovo "Cacciatore della Chiesa", visto che sei figlio di due cacciatori>> <<T-tue p-pa-papà eravate c-cosa? No-non ci c-credo, mi stai prendendo in giro, lo so che è tutto uno scherzo, dai tutte queste storie perché non vado più in chiesa, dai ma' ti sembrava necessario inventarti tutto questo?>> ma quando guardai quel viso ormai attecchito dall'età vi scorsi una serietà che mai avevo visto prima.

Volevo sapere di più, volevo sapere tutto, avevo tante domande per la testa, chi erano i cacciatori? Com'erano nati? E le belve? Da dove venivano? E soprattutto, come faceva mamma a sapere tutte quelle cose su Yahrnam? Ma non ebbi il tempo di aprire bocca che il gigante mi strappò dalle braccia di mia madre, << è ora di andare,ragazzo, domani inizia il tuo addestramento; saluta tua madre e prendi ciò che ti serve>>.


A malincuore diedi l'ultimo abbraccio a mia madre, mi infilai la mia maglia degli Slipknot preferita -ne avevo a decine di maglie di quella band, letteralmente li adoravo- , misi i miei anfibi neri, mi sistemai sulla testa i miei vecchi occhialoni da moto -me li aveva regalati la mia prima ragazza, quegli occhiali, e nonostante ci fossimo lasciati da tempo ero ancora affezionatissimo a loro, erano una specie di portafortuna- e salii nella Chadillac color notte dello sconosciuto che era parcheggiata nel vialetto di casa mia... me ne stavo andando per sempre da casa mia per diventare qualcosa che avevo sempre solo immaginato, stavo per diventare un Cacciatore.

CALEB'S INFERNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora