Per tutto il tempo in cui fui ricoverato lei rimase lì, accanto a me, stringendomi la mano e sussurrandomi non so cosa all'orecchio, sembrava un lamento, un canto singhiozzato, qualcosa di simile a una melodia, di quelle che si cantano ai bambini malati, ma interrotta dal pianto, sinceramente non mi importava cosa stesse dicendo, mi bastava sentire la sua voce per sentirmi meglio.
Dopo qualche settimana fui rilasciato e potei riprendere il mio lavoro -il bello di essere Cacciatori è che le ferite che si dovrebbero rimarginare in mesi guariscono in poche settimane- e non vedevo l'ora di ritornare a combattere, o molto più probabilmente mi ero stufato di quella sottospecie di colla che chiamavano cibo; appena fui dimesso venni accolto dal mio maestro con un <<Era ora>> glaciale compensato però dal più caldo abbraccio che abbia mai provato da parte di Noemi; avrei voluto che quell'abbraccio fosse durato per sempre, poi uno strattone, mi tirò letteralmente fuori dall'edificio dell'infermeria per il braccio e mi portò nel cortile e lì la rividi, la mia amata moto, era proprio lei, mi girai pieno di gioia verso Noemi, <<So quanto ti piaccia e ho chiesto a mamma di fartela portare, spero di potermi far perdonare così>>, io non aprii bocca ma le corsi in contro e la sollevai. -Erano più di due anni che non vedevo la mia Harley, e mi mancava da matti sfrecciare per il deserto accompagnato solo dal rumore del motore-.
Stavo per montare in sella quando il maledetto cerca-persone squillò, emisi un ruggito di rabbia e mi avviai verso l'edificio principale assieme a Noemi; <<Conviene che sia una missione veramente importante altrimenti oggi uccido qualcuno>> dissi scherzando alla Corva che mi camminava di fianco sorridendo; giungemmo al centro di comando e ci venne riferito che era stato avvistato un gruppo di belve umanoidi -le bestie umanoidi non sono altro che esseri umani contagiati da poco, e proprio per questo non sono ancora in grado di controllare i propri istinti e di conseguenza sbranano tutto quello che si muove- , ne erano state contate quattro, dovevamo intervenire il prima possibile.
Era la nostra seconda missione assieme e eravamo in inferiorità numerica, ma non mi importava, sentivo un forte legame con Noemi e ero sicuro che ce l'avremmo fatta. Scendemmo in cortile per prendere la jeep quando la mia compagna mi indicò la moto che avevo lasciato in un angolo dell'enorme spiazzo esterno, <<E se andassimo con quella?>> mi sussurrò, mi brillarono gli occhi, <<Sarebbe fichissimo>> le gridai. Mi stavo preparando per partire assicurandomi che dopo mezzo lustro di inattività funzionasse ancora tutto quando all'improvviso dalle mie spalle udii un rombo, e poi la vidi, quella bellissima custom, a confronto la mia sembrava un ferrovecchio, era bellissima, cerchi cromati, completamente nera, e sopra di essa la bellissima Noemi si stava sistemando i lunghi capelli corvini; io rimasi incantato a guardarla, a bocca aperta, <<Lo so che sono bellissima ma se non chiudi la bocca ci entreranno le mosche>> mi ripresi di soprassalto e imbarazzato diedi un colpo alla pedalina e la mia piccola si accese, quanto mi mancava quel suono, poi rivolsi uno sguardo a Noemi mentre mi sistemavo gli occhialoni e partimmo.
Ci volle circa mezz'ora per arrivare sul luogo di missione; decidemmo di lasciare le moto fuori città per questioni di sicurezza -non volevo che qualche sporca bestia graffiasse la mia piccolina- e ci incamminammo a piedi. Dopo qualche minuto di camminata scorsi sulla mia sinistra un movimento fulmineo, io e Noemi ci scambiammo una sguardo e ci mettemmo schiena contro schiena, per poter avere una visuale completa; stavamo lì, in guardia, scrutandoci attorno finché dal vicolo difronte a me sbucò un'ombra, poi si fece più evidente: i vecchi vestiti dilaniati ricoprivano un corpo deformato dalla mutazione, completamente ricoperto da un lucido pelo nero, le fauci digrignate grondavano di bava e gli occhi iniettati di sangue erano rivolti verso di noi. Subito dopo ne sbucarono altri due da destra e infine l'ultimo fece la sua comparsa alle mie spalle, proprio di fronte a Noemi; ci avevano circondati, non potevamo fare altro se non combattere. Sentivo l'adrenalina che mi scorreva in corpo, <<Facciamoli fuori>> gridai estraendo Nemesi, <<Con molto piacere, collega>> sogghigno la Corva estraendo due pugnali da sotto l'enorme cappotto; un momento di silenzio, nessuno si mosse, rimanemmo lì a studiarci <<Sai Caleb, l'ultima volta noi eravamo la preda di quell'abominio, beh ora la preda diventa predatore>>mi disse con uno strano ghigno sul volto, poi, in un istante, balzammo contro le immonde bestie, con tutta la forza che avevo in corpo sferrai un fendente contro la creatura che mi si era parata davanti, recisi la giugulare e il sangue schizzò ovunque ricoprendomi; poi mi girai e la vidi, era aggraziata come una ballerina e teneva testa a due belve da sola, non avevo mai visto nessun Cacciatore combattere così, sembrava stesse danzando e nel giro di qualche secondo i due assalitori erano a terra, uno sgozzato e l'altro con un pugnale piantato nel cervello. Ci guardammo e ci sorridemmo, come fanno due innamorati al primo appuntamento, poi mi corse in contro e mi abbracciò; ero ammaliato da quella ragazza tanto da dimenticarmi che mancava ancora un bersaglio, dal fondo di un vicolo un ruggito e la bestia iniziò a caricarci, appena me ne accorsi nascosi la ragazza dietro di me e con la sinistra impugnai Redemption, premetti il grilletto e bang, un colpo solo, dritto al cuore e la belva era andata. Ce l'avevamo fatta, soprattutto Noemi era riuscita a controllare le sue paure, ed io ero davvero orgoglioso di lei.
Ci incamminammo verso le moto chiacchierando del più e del meno, come due vecchi amici, io la fissavo negli occhi, <<E anche sta volta ti devo la vita eh?>> mi disse scherzando, io accennai una risata <<Non ci fare l'abitudine sai>>, lei si mise a ridere a crepapelle; poi udii un rumore in alto, sopra di noi, sui tetti, mi girai di scatto verso Noemi e la vidi svenire al suolo, stavo per lanciarmi per prenderla quando sentii un forte boato provenire dalle mie spalle e poi un lancinante dolore alla schiena, qualche secondo più tardi si fece tutto buio.
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CALEB'S INFERNO
FantasyLa storia è liberamente ispirata al mondo di Bloodborne e non è altro che la trasposizione "cartacea" di mille idee che mi girano per la testa... si tratta della prima opera scritta che pubblico perciò chiedo venia se non sarà perfetta, cercherò di...