Appena arrivammo nel rifugio degli Eretici mi diressi verso l'infermeria portando la giovane ferita in braccio; nel percorso incrociai Izzy e Dante, ci guardammo per un istante, i due non aprirono bocca, avendo probabilmente notato il sangue che ancora mi insozzava il volto e la mano della piccola che le cadeva a penzoloni. La sistemai il più velocemente possibile su un lettino, le tolsi il lungo cappotto e cercai di rimuoverle le bende di fortuna zuppe di sangue, ma il liquido cremisi scorreva a fiumi e in pochi secondi mi ritrovai completamente ricoperto di quest'ultimo; provvidenzialmente arrivò Izzy che si gettò senza pensarci sulla ragazza, mi guardò, <<Che è successo?>> <<Abbiamo trovato dei Cacciatori, gli altri...gli altri sono morti, a lei ho sparato nella mano>>, poi nessuna parola fu più pronunciata. Decisi quindi di uscire e lasciar fare alla più esperta, rimasi seduto fuori per quasi due ore, in silenzio, assorto nei miei pensieri, tanto che non sentii nemmeno i leggeri passi di Noemi che mi si era avvicinata lentamente dalla destra, <<Sta tranquillo>> mi disse <<Izzy sa quello che fa e vedrai che riuscirà a sistemare tutto>> io risposi con un lungo sospiro <<Non avevi alternative, hai reagito in un modo esemplare, avresti potuto ucciderla se solo lo avessi voluto, ma non lo hai fatto, perché sei buono Caleb, perché sei un eroe, ricordalo sempre>>, poi mi abbraccio e posso giurare di aver sentito una lacrima scorrere dal suo viso al mio per poi cadere sulla mia coscia. Rimanemmo così, in silenzio, ad aspettare, finché la porta dell'infermeria non si spalanco con un forte tonfo contro il muro, <<Hai fatto proprio un bel lavoro, sai Caleb? Qualche millimetro più in su e le avresti fratturato l'osso e avrebbe perso la mano, ma a quanto pare hai una buona mira, o molta molta fortuna....ci metterà un po' a riprendersi ma non è nulla di troppo grave>> disse Izzy uscendo e togliendosi i guanti il lattice che del nero originale possedevano solo qualche piccola area non contaminata dal sangue. A quelle parole mi risollevai e sentii, appoggiata alla mia spalla destra, Noemi tirare un lungo sospiro; ci guardammo negli occhi e ci sorridemmo, <<Uggghhhhhhhhh>> esclamò Izzy disgustata <<puoi andarla a trovare quando vuoi, sta già meglio>> disse e se ne andò.
Decidemmo comunque di aspettare il giorno seguente per andare da lei, così da lasciarla calmare e per poterci riprendere dopo lo scontro, avevo girato per tutto il tempo con la camicia sporca di sangue e con la ferita ancora aperta sotto l'occhio, tanta era la preoccupazione per la ragazza.
Infine ci facemmo coraggio e entrammo, lei era lì, stessa sul letto, a fissare il soffitto, con aria confusa e stranita, <<Hei>> le disse Noemi, io la guardai stupito, -mai avrei immaginato che la mia collega avrebbe parlato per prima- la ragazza si girò di scatto e ci fissò con aria confusa <<Voi chi siete?>> disse scostandosi verso il lato del letto più lontano da noi, <<Non ci riconosci? Siamo i cacciatori di ieri...>> le risposi con tono pacato, la fanciulla spalancò gli occhi, poi abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, allora decisi di prendere una sedia e di sistemarmi vicino a lei; mi sedetti con la schiena ricurva in avanti e le mani in tasca, come ero solito fare, fissando a mia volta il pavimento e sorridendo <<Mi dispiace per quello che è successo, so che è difficile credermi, ma è così, ora sei al sicuro, sei nel rifugio degli Eretici>> alle mie parole la ragazza alzò lo sguardo, mi fissò e disse <<Ci ho riflettuto molto su quello che è successo e pensandoci bene voi due non avete fatto nulla di male, cercavate solamente di difendervi, nonostante ciò, tu hai ucciso la mia migliore amica, e non penso ti perdonerò facilmente, cerca di capirmi...>> <<Non sono qui per chiederti di accettare quello che è successo e perdonarmi>> la interruppi <<sono consapevole che quello che ho fatto è bestiale, volevo solo vedere se stavi bene, almeno relativamente bene>> e mi misi a fissare il nulla con il capo rivolto all'indietro, quasi ammaliato dalla lampada che pendeva dal soffitto.
Cadde un silenzio assordante, poi dal nulla <<Come ti chiami piccola?>> disse Noemi, quella la guardò stupita, <<Evelin >> le rispose, <<ma tutti mi chiamano Eve>> <<E' un vero piacere conoscerti Eve, io mi chiamo Noemi, Noemi Crow, e lui e il mio compagno di caccia Caleb Jones>> le feci un cenno con la mano, poi mi alzai dalla sedia <<Andiamo Noemi, la ragazza vorrà riposare, lasciamola in pace>> Noemi assentì e ci incamminammo verso l'uscita quando dal fondo della stanza <<Perchè?>> la cacciatrice si era rizzata sulla lettiga e ci porgeva il braccio menomato <<Perchè siete arrivati a tanto? A tradire la Chiesa e a combattere contro i vostri stessi confratelli?>> mi inchiodai di colpo e rimasi in silenzio per qualche attimo, poi mi soffiai via i capelli da davanti il volto <<La Chiesa ha condannato a morte mio padre e vuole uccidere suo fratello, oltre alle centinaia di persone che ha già ucciso con la scusa di contenere la piaga>> Evelin si ammutolì, rimase lì, bloccata, con la bocca aperta, fissandoci; <<E' per questo che ci siamo rivoltati, per dare un futuro migliore di quello che propone la Chiesa, per salvare le innocenti vittime che altrimenti sarebbero arse vive>> intervenne Noemi con tono serio e leggermente severo. Detto ciò uscimmo chiudendo la porta dietro di noi, ci guardammo e assieme si incamminammo verso l'officina, dovevamo distarci e cosa c'era di meglio per distrarsi che mettere le mani sulle moto.
Così passammo il resto del pomeriggio chiusi lì con la musica a palla e quando finimmo il mio orologio da tasca segnava le due di notte; Noemi, quando le dissi l'ora, si mise a ridere, si asciugo il viso con un vecchio straccio logoro e si pulì le mani sulla maglia bianca, macchiandola così col grasso del motore, io mi sedetti contro il muro, passandomi le mani tra i capelli già scompigliati e poi sul volto, sporcandomi ancor di più; la mia compagna, dopo essersi risciacquata il viso nel piccolo lavello si sedette accanto a me e appoggiò la testa sulla mia spalla, non disse nulla e lentamente si addormento e dopo poco feci anche io lo stesso; rimanemmo lì per il resto della notte, vestiti com'eravamo: lei con una maglia a maniche corte bianca, sebbene di bianco avesse ancora ben poco, e un paio di shorts che le arrivavano a mezza coscia e io con una canottiera impregnata di olio e grasso e i miei soliti jeans strappati.
Il mattino seguente Dante ci sveglio spalancando l'enorme saracinesca, la luce filtrò rapida e insopportabile e noi ci svegliammo di soprassalto, <<La ferita vi vuole vedere piccioncini, andate subito da lei>> non avemmo nemmeno il tempo di capire bene cosa fosse successo che se ne era già andato; senza neppure cambiarci ci precipitammo nell'infermeria e lì ci accolse Evelin con una sorta di diario in mano, rimase stupida nel vederci in quelle condizioni, tuttavia poi si riprese e parlò <<Avevo già sentito i vostri cognomi, Crow e Jones, ma non ricordavo dove...vedete questo? È l'annuario che avevo il compito di redigere, qui sono inseriti, giorno per giorno, fatti importanti, vittorie, e morti particolari....e qui arriva la brutta notizia, mi sono ricordata dove avevo già sentito quei cognomi...13 aprile scorso, Scott Crow, "purificato" dalla malattia con un rogo pubblico, 24 giugno, Stefany Jones, ex cacciatrice della Chiesa condannata all'impiccagione per alto tradimento all'ordine...mi dispiace ragazzi, mi dispiace davvero>> Noemi precipitò a terra in lacrime, io sferrai un pugno alla parete lì vicino, non potevo credere che fossero arrivati a tanto, ero furioso, non riuscivo a pensare ad altro se non alla vendetta. Rimanemmo tutti lì fermi, io fissavo il pavimento con sguardo vuoto, Noemi riempiva la stanza con grida e gemiti e Eve cercava in tutti i modi di consolarla, finché non decisi di reagire, <<ORA BASTA>> urlai <<hanno superato ogni limite, devono pagare per tutto, mi sono stufato di non poter fare nulla...Noemi io vendicherò tuo fratello, fosse l'ultima cosa che faccio, te lo giuro>> la Corva si alzò barcollando e mi abbracciò forte, ancora in lacrime singhiozzò <<Ti prego, non fare nulla di stupido, non voglio perdere anche te, ti scongiuro>> Io guardai negli occhi Eve e con tono pacato promisi a Noemi, -sapevo benissimo però che non avrei mantenuto quella promessa-.
Quella stessa notte, mentre tutti dormivano, presi con me Nemesi e Redemption, lasciai sul mio letto il mio cappotto e gli occhiali con un biglietto "Noemi, mi dispiace", e con la moto mi diressi verso la vecchia cattedrale. In quel momento non ero più un Cacciatore, un Eretico o un eroe, ero solo una belva assetata di vendetta.
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CALEB'S INFERNO
FantasyLa storia è liberamente ispirata al mondo di Bloodborne e non è altro che la trasposizione "cartacea" di mille idee che mi girano per la testa... si tratta della prima opera scritta che pubblico perciò chiedo venia se non sarà perfetta, cercherò di...