Capitolo 5: Eretico

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Non ricordo per quanto tempo rimasi privo di sensi, ricordo solo un forte dolore e poi qualche immagine confusa, come quando si sbattono le palpebre molto velocemente e quello che rimane non sono altro che figure confuse. Non appena mi ripresi e aprii gli occhi, d'istinto, volsi lo sguardo in cerca della mia compagna, ma non riuscii a trovarla da nessuna parte, poi una voce dalla mia sinistra <<Tranquillo ragazzo, sta riposando in una camera...ah e mi dispiace per il modo brusco con cui ci siamo incontrati, ma sai, mi avresti sparato in fronte se mi fossi presentato>> girai la testa bruscamente nella direzione della voce e lì vidi un ragazzo, -avrà avuto un paio d'anni più di me-,con i capelli castani e completamente ricoperto da tatuaggi seduto su uno sgabello intento a fare non so cosa al mio braccio; <<Che mi stai facendo? E soprattutto...chi sei?>> <<Rune>> disse distrattamente, <<Rune? Che vuol dire "rune"?>> ribadii stupito, <<Ti sto incidendo delle rune, servono per controllare meglio il Sangue, alla Chiesa queste cose non le insegnano>> <<G-grazie..ma aspetta un attimo tu come fai a sapere della Chiesa?>> <<Che stupido che sono, non mi sono presentato, io sono Dante, e sono un ex-cacciatore della Chiesa, quei bastardi ci chiamano Eretici>> Io rimasi stupefatto sentendolo parlare, non potevo immaginare l'esistenza di altri cacciatori al di fuori della Chiesa, e soprattutto Cacciatori rinnegati dalla Chiesa stessa.

<<Eretici?>> <<La Chiesa non deve aver parlato neanche di questo suppongo...ci sono tante cose che dovresti sapere, molte ti sconvolgeranno ma ora non è né il momento né il luogo adatto, perciò rilassati e appena avremmo finito ti spiegherò tutto>>; Io non replicai ma mi limitai a osservare il ragazzo armeggiare con il mio braccio. Ci volle circa un'ora prima che il lavoro fosse finito, dopo di ciò ci ritirammo in una stanza completamente bianca, praticamente spoglia se non per un tavolino al centro al di sopra del quale era posta una vecchia bottiglia di rum e qualche bicchiere attorno.

Il ragazzo mi fece accomodare su una delle sedie che circondavano il tavolo e versò in due bicchieri il liquore, io gli feci segno di non volerne e quindi travasò il contenuto del mio nel suo; dopo un lungo sorso iniziò << Sai anche io ero un cacciatore della Chiesa come te, e come te ero dedito al mio compito perché lo ritenevo giusto, quello che non sapevo, quello che tu non sai è che il compito della Chiesa non è solo eliminare le bestie ma anche "prevenire" il contagio, e con "prevenire" intendo dare alle fiamme ogni città in cui ci sia anche solo la possibilità della presenza della malattia...questi sono dei rapporti di "prevenzione" che sono riuscito a rubare prima di andarmene dalla cattedrale>>, li lessi attentamente, erano siglati dal Chierico Anziano... rimasi stupito, schifato, arrabbiato; sebbene nella mia testa ruggivano mille pensieri non riuscii a emettere un suono, fissavo il vuoto, immobile, come corpo esanime. <<È un duro colpo, lo so, tutto quello in cui credevi è andato in fumo, ma c'è ancora una cosa che devi sapere e non ti piacerà...>> <<Vai avanti..>> riuscii a dire solo questo, <<Tuo padre, uno dei grandi cacciatori, è stato ucciso dalla Chiesa perché si era ribellato all'ordine di dare alle fiamme una città>> Buio, quello che vidi fu buio, nero, poi mi sentii morire <<No, non è possibile...tu come fai a saperlo?>> <<Jack Jones, tuo padre, è stato il mio mentore durante il mio servizio sotto la Chiesa, ho imparato tutto da lui... gli devo la vita>> Poi cadde un profondo silenzio, ci guardavamo negli occhi, ognuno con i propri pensieri, finché, forse vedendo che non avevo intenzione di parlare, Dante ricominciò <<Allora ragazzo, ora che hai intenzione di fare? Io non posso impedirti di ritornare alla Chiesa... ma se vuoi qui c'è un posto per te...>> <<Mi vendicherò...combatterò perché più nessuno soffra a causa della Chiesa,.. perciò sì, accetto volentieri il posto...ma prima Noemi dov'è?>> In quell'istante, dalla porta alle mie spalle fece il suo ingresso una ragazza alta e slanciata, completamente vestita di nero, le braccia, scoperte, erano ricoperte da tatuaggi, i capelli tinti con varie sfumature di verde, un rossetto nero e un pesante trucco di pari cromia attorno agli occhi faceva risaltare la carnagione pallida; <<Hei fratello, la ragazza si è svegliata e mi ha chiesto di vedere il cacciatore>> <<Falla pure entrate>> disse Dante sorridendo, la giovane fecce cenno dietro di lei e qualche secondo dopo Noemi entrò nella stanza, mi corse incontro e mi abbracciò, io ricambiai... fu quasi infinito quell'abbraccio, come se fossero secoli che non ci vedevamo, poi la Corva mi sussurrò all'orecchio <<Mi dispiace per tuo padre, davvero non potevo immaginare che quella che ho sempre considerato la mia seconda famiglia fosse capace di cose simili>> io la strinsi ancor più forte, <<La pagheranno>> le dissi, <<Io sono con te>> continuò lei.

<<Che bella scenetta>> ci interruppe con tono sarcastico la sorella di Dante <<Mi dispiace interrompere ma dobbiamo andare, il lavoro ci chiama>> e se ne andò. Dante mi sorrise <<Se non lo aveste capito lei è mia sorella Izzy, è un po' dark ma ha un cuore d'oro e soprattutto è una letale assassina, perciò non fatela arrabbiare...ora andiamo, dovete prepararvi, e Caleb, ho qualcosa per te..>> Non feci nemmeno in tempo a replicare che il ragazzo era già uscito, diedi una veloce occhiata a Noemi, la presi per mano e lo seguimmo.

Arrivammo in una gigantesca stanza strapiena di armi e di vestiti, da dietro un armadio sbucò Dante con un bellissimo cappotto nero, lacerato sulla base, con decorazioni rosse sparse per tutto l'abito e una grossa catena avvolta attorno al braccio destro, <<Questo era di tuo padre, ora è tuo, indossalo e rendigli onore>> <<Sono più che onorato di indossarlo...non ti deluderò papa>> <<Così mi piaci ragazzo...per ora dovrai tenerti le armi che ti hanno dato alla Chiesa, con il tempo le modificheremo>> Era davvero ballo quel cappotto, sentivo come se mio padre, sebbene non lo avessi mai conosciuto, fosse lì con me.

Izzy spuntò poi dal nulla con un cappotto per Noemi <<Questo è per te, è uno dei miei vecchi soprabiti, perciò trattalo bene o ti squarto>>, la Corva, leggermente intimorita lo accettò e se lo mise... era davvero incantevole: le maniche avvolte fino al gomito rendevano visibili le rune incise da poco sulla pelle della ragazza, l'abito completamente color pece era decorato da una rosa blu sulla spalla destra e terminava con un lungo spacco. Ci guardammo e sorridemmo, eravamo pronti a combattere chi aveva fatto soffrire tanto dei poveri innocenti, chi voleva eliminare il fratello di Noemi e chi mi aveva strappato il padre, eravamo diventati Eretici.

CALEB'S INFERNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora