Capitolo 2: Chierico

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Per tutta la durata del viaggio nessuno dei due proferì parola tanto che fui tentato più volte di infilarmi le cuffie ma desistetti per il timore verso l'uomo; dopo un paio d'ore di viaggio in mezzo al nulla arrivammo a una vecchia cattedrale -era davvero immensa, tanto che mi incollai al finestrino per poterla osservare a pieno- e non appena fummo entrati, dopo aver attraversato il ciclopico cancello in ferro battuto che stava all'ingresso, vennero ad accoglierci due uomini vestiti completamente di nero,uno portava sulla testa un vecchio cappello che gli copriva il viso lasciando fuoriuscire da sotto alcuni ciocche di capelli canuti, l'altro sembrava più giovane e in forze e al fianco portava una vistosa fondina con annessa pistola. Se il chierico mi aveva intimorito, verso quegli uomini provavo paura,una paura mai provata, tanto da rimanere paralizzato a fissarli con la bocca aperta mentre parlavano con il gigante che mi aveva portato lì; << Ti piace la mia pistola ragazzo?>> mi disse il giovane essendosi probabilmente accorto che il mio sguardo si era fissato sull'arma – il fatto è che era proprio una bella pistola,un revolver a 6 colpi, completamente in argento con rifiniture in oro...un vero spettacolo- << mi-mi scusi>> balbettai imbarazzato portando lo sguardo dall'incredibile manufatto al terreno, <<si vede che è figlio di Stefany>> se ne uscì l'altro <<ha la sua stessa passione; tranquillo da qui a breve ne avrai una tutta tua>>, improvvisamente ogni paura di quei figuri si diradò tanto che trovai il coraggio di rialzare lo sguardo e chiedere: <<Quindi voi conoscete mamma? E cosa mi farete adesso? E quando inizia l'addestramento? E quando avrò la mia pistola? E...>> <<Calma ragazzo, calma...ogni cosa a suo tempo; per rispondere alla prima delle tue infinite domande: sì,conosciamo tua madre, era stata reclutata con noi e abbiamo lavorato insieme per un po' di tempo....era davvero brava Stefany....ma mi sto dilungando troppo, passiamo alle presentazioni, io mi chiamo Gascogne e sarò il tuo maestro>> disse porgendomi la mano il più anziano, << io mi chiamo Markus, ma puoi chiamarmi Mark, sono l'armaiolo dei Cacciatori della Chiesa, molto piacere>>; <<il piacere è mio>> risposi timidamente -probabilmente mi ero lasciato andare un po' troppo con tutte quelle domande, ma diventavo un chiacchierone quando ero in ansia-.

Dopo quell'imbarazzante dialogo il Chierico che mi aveva portato lì se ne andò e Gascogne mi accompagnò all'interno dell'abazia, in una stanza enorme con all'interno degli strani macchinari; <<Ora inizia il tuo addestramento Caleb, il primo passo è subire una trasfusione di sangue; devi sapere che il Sangue è fondamentale peri Cacciatori come per le belve che andiamo a cacciare, è il filo rosso che ci collega ad esse e ci rende gli unici in grado di sterminarle. Ti parlerò chiaramente, non sarà facile, il sangue cheti inietteremo è infettato dalla piaga, sta a te essere abbastanza forte da resistere e vedrai che tutto andrà bene, ora togliti la giacca e preparati ad iniziare>>. Non ebbi il coraggio di aprire bocca, semplicemente, alla fine del discorso, annuii e mi preparai.

Sistematala giacca su un attaccapanni lì vicino mi sdraiai su un lettino e l'uomo mi legò polsi e caviglie -penso fosse una sorta di precauzione, in caso non ce l'avessi fatta-, poi infilò l'ago in vena e prima di iniziare mi disse << Stai per diventare un Cacciatore a tutti gli effetti, ma farà male, molto male...ricorda solo questo: colui che riesce a controllare il sangue riceverà poteri inumani, ma chi si lascia corrompere e se ne inebria finirà per diventare una belva. Tieni duro Caleb>>; appena la sua voce si affievolì sentii il sangue che dalla sacca scorreva sino dentro alle mie vene, e in quel preciso istante mi sentii bruciare, provavo un dolore che mai avevo sentito prima, come se tutte le mie ossa si stessero frantumando all'unisono, la testa mi stava per scoppiare e sentivo una brama di sangue che lentamente mi divorava, quando all'improvviso, in quel turbinio di emozioni e incubi, il mio sguardo si posò per caso sui vecchi occhialoni che avevo posato sul tavolino vicino al letto, mi ricordai di chi me li aveva regalati e di chi più volte me li aveva riparati, e subito tutto il dolore sparì, la fame si placò; dovevo resistere non per me, ma per chi amavo. Dopo qualche minuto Gascogne mi staccò l'ago dal braccio e quando i brividi si furono calmati mi slegò, ero ancora intorpidito, mi sentivo diverso, strano, ma strano in meglio; appena mi fui ripreso,mi rizzai e mi incamminai verso il fondo della stanza dove avevo appeso la giacca, quando il vecchio mi chiamò con un fischio e mi lanciò contro il coltello che aveva appoggiato precedentemente sul tavolino in acciaio di fronte a lui, pensavo di essere spacciato vedendo la lama arrivarmi dritta in mezzo al viso; ma quando riaprii gli occhi, che avevo sbarrato dalla paura, vidi, con mia grande sorpresa, che ero riuscito a fermare il coltello a qualche millimetro dal bulbo oculare, <<mi sa che ce l'hai fatta, sì, ora sei un Cacciatore a tutti gli effetti, ma per diventare Chierico ti mancano ancora un'arma bianca e una da fuoco...ora muoviti che siamo già in ritardo>>; avrei voluto urlargli dietro tutta la mia rabbia ma aveva effettivamente ragione, ero riuscito a controllare il sangue.Quindi mi rivestii rapidamente e mi misi a inseguire Gascogne che sene stava già andando.

Ci incamminammo in un lungo corridoio le cui pareti erano tappezzate di vecchi quadri, "saranno tutti i chierici che si sono allenati qui"pensai ma non ebbi il coraggio di aprire bocca; per tutto il tragitto non si sentì altro che i nostri passi rimbombare, finché dal fondo del corridoio tuonò una voce familiare <<Hei Vecchietto, il ragazzo ce l'ha fatta? O dobbiamo preparare un'altra fossa?>> <<Quando imparerai che odio quando mi chiami così, Markus? >>sbraitò il mio maestro <<ce l'ha fatta, comunque, lo sai che gli serve adesso>> ; non appena finì la frase sbucammo in una stanza piena zeppa di ogni tipo di arma, dalle sciabole agli spadoni,dalle pistole ai cannoni; e io rimasi lì, sull'uscio, a osservare meravigliato quello spettacolo di metallo. <<Caleb, dai entra,che fai ancora lì?>> mi chiamò Mark da dietro un gigantesco bancone in legno, <<è l'ora di armarsi amico mio, ma prima devi sapere una cosa, sei pronto ad ascoltare una piccola lezione?>>feci cenno di sì con la testa e l'artigiano iniziò <<devi sapere che tutti i Cacciatori si ispirano allo stile di combattimento dei "Primi", i quali usavano un'arma bianca e una pistola; ti sembrerà stupido utilizzare una semplice pistola contro delle bestie che posso essere anche sei volte più grosse di te, beh non lo è, le Belve temono solo due cose, il fuoco e il mercurio, si da il caso che i proiettili delle nostre armi siano in puro mercurio brevettato dal sottoscritto, perciò capirai quanto possa essere fondamentale una buona pistola in uno scontro...devi scegliere bene>> <<per non parlare del armi bianche, le lame>> lo interruppe Gascogne << ogni cacciatore sviluppa un proprio stile di combattimento ed è essenziale trovare l'arma più adatta, essa diventa parte di te, devi imparare a usarla al meglio e a prendertene cura>> non riuscivo a credere alle mie orecchie, tutto ciò era straordinario, ero carico e pronto a iniziare. Vedendo il mio entusiasmo Mark tirò fuori da sotto il bancone una gigantesca valigia, <<Queste le ho costruite per te, ho studiato per bene il tuo carattere e il tuo modo di fare, spero ti piacciano, ci ho lavorato giorno e notte per delle settimane>> detto ciò aprì il sarcofago e all'interno vi era una bellissima spada a doppio filo,lunga circa un metro e cinquanta, completamente nera con dei ricami tribali rosso fuoco e un impugnatura interamente rivestita da del tessuto color pece , <<Lei è Nemesi, è tua ora>>intervenne Gascogne; la sollevai e iniziai a palleggiarla nella mano,era perfetta, bilanciata, la sentivo come parte di me, come se lo fosse sempre stata. <Vedo che ti piace ragazzino, beh tanto meglio, non te ne avrei di certo fatta un'altra>> sghignazzò<<ma ora passiamo a un altro pezzo forte, questa è....>>disse passandomi in mano un bellissimo revolver a 8 colpi, anch'esso nero con l'impugnatura in ebano e delle decorazioni in oro, <<questa è Redemption>> dissi io strappandogliela di mano <<ed è bellissima, grazie mille Mark....magari sorvolo sul fatto che mi avete spiato>> -non so che mi fosse preso, ma non avevo più alcun timore, era come se li conoscessi da una vita-.

Stavo per andarmene quando Gascogne mi fermò urlando <<Dove pensi di andare? Non hai neanche preso la fondina e il fodero, pensi di tenerle in mano per sempre quelle bellezze? >> Mi girai imbarazzato da morire e vidi Markus che cercava di nascondere un sorriso sotto la folta barba color sangue, <<Mi-mi scusi tanto maestro>>, <<Così va meglio, e poi ti mancano ancora i tuoi nuovi abiti da cacciatore, e sì puoi tenere gli occhiali. Markus forza mostragli che abbiamo preparato per lui>>all'ordine del Chierico Mark scattò nel retro e ritornò con un cappotto impermeabile completamente nero, con tanto di cappuccio e spalla destra ricoperta da delle placche di metallo lucido, sulla schiena era raffigurato, in rilievo, un avvoltoio; mi lasciarono scegliere poi cosa mettere al di sotto del cappotto: scegli di tenere gli anfibi e i jeans strappati che accoppiai con una camicia bianca e un gilet nero. Gascogne mi guardò e con una sottospecie di ghigno mi disse: <<stai proprio bene così Caleb, ora sei a tutti gli effetti un Cacciatore delle Chiesa, per oggi puoi riposarti, ma ricorda che domani inizia il vero addestramento, quello fisico, e non vedo l'ora di farti sputare sangue>>. Io lo guardai con gli occhi spalancati e ripiegai su una risata sarcastica, ma non aveva tutti i torti, mi sentivo davvero pronto, ora non avevo più alcun pensiero, nessuna paura, nessun ripensamento, volevo solo una cosa:diventare un vero Chierico, il migliore.

CALEB'S INFERNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora