3.

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Louis si sedette sul letto, letteralmente senza fiato, la sua mano ancora sotto il lenzuolo, ed il suo corpo debole; la sua testa era buttata all'indietro, come se avesse appena corso una maratona.

"Cristo," sospirò. "Non mi facevo una sega del genere da quando avevo 15 anni."

I suoi sogni erano stati incentrati sull'immagine fugace dei fianchi di Harry ( e di come sarebbero apparsi premuti contro i suoi), i suoi capelli ricci sparpagliati sul suo cuscino, gli occhi chiusi, mentre mordeva le sue labbra fino a farle diventare ancora più rosse ed emetteva piccoli versi di piacere dal fondo della gola. Inutile dire che Louis si era svegliato con un'erezione quasi dolorosa. Prima di realizzare quello che stava facendo, le sue mani erano già nei pantaloni del pigiama, e si stava spudoratamente toccando al pensiero di quello scenario.

Uscì prudentemente dal letto e arrancò fino al bagno per pulirsi. Si lavò mani e faccia per poi lavarsi i denti, fissandosi allo specchio. Decise che sarebbe potuto stare un giorno o due senza farsi la barba, e uscì dal bagno strofinandosi gli occhi. Si tolse i pantaloni e li buttò su una pila di vestiti sporchi in un angolo della sua camera, per poi infilarsi un paio di pantaloni della tuta e una maglietta raccolta dal pavimento, che dall'odore sembrava abbastanza pulita. Ripescò il suo cellulare dalla tasca dei jeans che indossava la notte precedente e, uscendo dalla stanza, controllò i messaggi.

C'era solo un messaggio e dopo averlo letto, si chiese, frastornato, se fosse davvero reale. Lo lesse una seconda volta, e rise di se stesso silenziosamente. Pochi minuti prima era nel suo letto a farsi una sega pensando a Harry e ora sul suo cellulare lampeggiava un messaggio dello stesso ragazzo, con una fottuta faccina con l'occhiolino alla fine di esso. Dopo averlo letto una terza volta, era solamente confuso. Come aveva fatto Harry ad avere il suo numero? Non era così tanto messo male la notte scorsa. Si sarebbe sicuramente ricordato di aver dato il suo numero a qualcuno. Quindi, non era stato lui. Questo voleva dire che lo aveva fatto qualcun altro.

Louis trovò Liam in cucina, seduto sul tavolo con la sua chitarra fra le braccia, lo sguardo concentrato mentre strimpellava qualche accordo. Alzò rapidamente lo sguardo, per poi riconoscere Louis di fronte a sé. "Hey."

"La scorsa notte Zayn ha dato il mio numero a Harry per caso?"

"E buongiorno anche a te, Louis" gli rispose Liam, suonando una melodia delicata.

Louis si lasciò cadere su una sedia. "Ho ricevuto un messaggio da quel tipo della scorsa notte, Harry."

Liam alzò le sopracciglia, "Oh davvero?"

"Già." Louis fece scivolare il suo cellulare sul tavolo e Liam lesse lentamente il contenuto del messaggio, tentennando.

"Non sembra lui, vero? Non sembra scritto dalla stessa persona della scorsa notte."

"Già." Ripetè Louis nostalgicamente, ricordando il movimento che facevano le labbra di Harry mentre parlava. Era ancora eccitato dal suo sogno. Sbattè le palpebre e si concentrò sulla conversazione. "Okay, cosa stai dicendo? Che non è lui che mi ha scritto?"

Liam fece un sorrisetto. "Sembri terribilmente pieno di speranza, Louis."

"Oh, finiscila. Sono serio."

"E' lui, okay? Gli ho dato io il tuo numero stamattina."

Il modo in cui lo disse così con noncuranza, come se fosse una cosa fottutamente normale dare in giro il numero di qualcun altro senza il suo permesso, fu quello che fece irritare maggiormente Louis. Fece un respiro profondo per trattenere se stesso dall'urlare e appoggiò le mani davanti a lui, sul tavolo. "Tu gli hai dato il mio numero?"

Bittersweet Pill - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora