Hayes Grier

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Era il trentuno di dicembre, e come ogni trentuno di dicembre che si rispetti Eleonora doveva festeggiarlo con i parenti. Questo era uno dei tanti motivi per cui lo odiava, ogni volta era sempre la stessa storia: cenone di capodanno, giochi di società, lo zio ubriaco che faceva battute idiote e poi gli urli per l'inizio dell'anno. La trovava una cosa patetica e stupida.

Erano ancora le undici e mancava solamentevun'ora alla fine di quell'anno. Eleonora, nonostante non lo volesse ammettere, sperava in un anno migliore: con un ragazzo, tanti amici e felicità, ma dentro di sé sapeva che non sarebbe mai stato così. Quindi accantonò ogni speranza in un angolino e continuò a scrivere tweet su quanto odiasse quel giorno.

-Eleonora, metti via quel telefono e vieni a festeggiare con noi!- la rimproverò la madre con il bicchiere di vino in mano. Lei, sbuffando, si alzò dal comodo divano in pelle rosso e fingendo un sorriso si sedette vicino a sua cugina di tre anni e davanti a sua zia. La bambina ridacchiava e batteva le mani, almeno lei, a differenza della castana, si divertiva.

-Allora Eleonora, come va la scuola?- domandò suo zio versando del vino nel suo bicchiere. La ragazza rispose con un semplice ed annoiato 'bene', liquidandolo velocemente. Ma quest'ultimo non si scoraggiò e continuò con le 'patetiche' domande, come le definiva lei.

-Il ragazzetto ce l'hai?- chiese sorridendole. Eleonora avrebbe voluto tirargli la candela rossa che era posta al centro del tavolo per aver attirato l'attenzione di tutti i parenti nella sala.
«Che cos'hanno da guardare?» si domandò interiormente la ragazza, mentre giocherellava col braccialetto verde che aveva al polso.

-No.- rispose poi appoggiando la schiena alla sedia. Dopo quella risposta ognuno continuò a parlare con qualcuno, e lei si auto-escluse sa qualsiasi conversazione.
Senza farsi notare riprese il telefono da sotto il tavolo e notò di aver ricevuto un messaggio, sentendosi stranamente felice del fatto che qualcuno si stesse annoiando come lei.

Da: Haas
Sono fuori, esci.

Sorrise involontariamente. 'Haas' che era il soprannome di Hayes, il migliore amico di suo cugino Alexander, che in quel momento si trovava ad una festa, dove i suoi genitori non l'avevano, ovviamente, lasciata andare. Aveva fatto amicizia con quel ragazzo quattro mesi prima.
La ragazza inventandosi la scusa del 'Esco a prendere una boccata d'aria' si chiuse la porta di casa alle spalle.

Le temperature erano piuttosto basse, costringendo la castana ad abbassarsi il vestitino nero che aveva indossato sotto l'ordine della madre.
Dopo aver percorso due metri nel suo giardino vide il ragazzo seduto sulla staccionata. Così velocizzò il passo per avvicinarsi. Stava sorridendo involontariamente così si strinse la sciarpa sotto il naso, per non darlo a vedere.

-Hey El, come va la cenetta?- la prese in giro Hayes. Lei in tutta risposta gli alzò il dito anulare, perché diceva che il medio lo facevano ormai tutti e lei voleva distinguersi dalla massa.
Il moro ridacchiò per poi passarsi una mano tra i folti capelli.

-Deduco sia una palla mortale... Perciò ti faccio una proposta: io, te, la festa a casa di Zach.- disse improvvisando un balletto idiota, che scaturì una risata da parte della castana.
Sebbene l'idea fosse allettante non poteva scappare. I suoi l'avrebbero messa in punizione a vita.
Per questo si ritrovò a declinare l'invito.

-No, non posso... Mi piacerebbe molto...- rispose sbuffando. La tradizione di famiglia la trovava una cosa stupida e inutile. Perché una quindicenne, come lei, non poteva andare a festeggiare capodanno con i propri amici? Quando suo cugino, di solo un anno più grande, c'era andato?

-Dai... Non vorrai ritrovarti a fingere di ridere a quelle stupide battute di tue zio ancora un'altra volta?- le fece notare Hayes. Non aveva tutti torti, ma ancora un'altra volta qualcosa le impediva di correre il rischio. Era sempre stata ubbidiente e non aveva mai infranto una regola posta dai suoi.

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