Jacob Sartorius

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La vecchia abitazione era un totale disastro: il pavimento era tutto rovinato, alcune travi erano cadute dal soffitto ed intralciavano il passaggio, le scale che portavano al piano superiore erano totalmente distrutte, sui muri la carta da parati mancava in alcuni spazi, andando avanti si poteva notare un pianoforte nero con qualche schizzo di sangue e dal soffitto cadevano varie funi. Il buio della notte spaventava i due ragazzini, che avevano preso la stupida idea di entrare lì dentro.

La bionda si stringeva contro il braccio del castano, non per la paura, ma solamente per potergli stare più vicina con una scusa plausibile. Quest'ultimo era spaventato, ma non lo dava a vedere, poiché voleva apparire forte e maturo agli occhi di Daria.
Si fece forza ed avanzò tra le macerie, sotto a qualche asse si potevano vedere i ratti scappare da quei esseri umani che stavano occupando la loro 'casa'.

-Andiamo di sopra!- esclamò la ragazza eccitata. Prese la mano di Jacob e lo trascinò per le scale, con alcuni scalini mancanti. Il cuore del ragazzo si riempì di gioia quando le loro mani si toccarono, talmente tanto da dimenticarsi di essere in una casa completamente trasandata, dove non entravano da un bel po' di tempo.

-Sai la storia, vero?- domandò la bionda camminando per la stanza, che in passato sarebbe dovuta essere una cameretta per bambini. Jacob, nonostante la conoscesse bene, mentì solo per poterla sentire parlare a lungo.
Gli occhioni verdi della bionda si chiusero, mentre prendeva un respiro profondo.

-Si narra che questa casa sia stata costruita da un celebre uomo d'affari, Sir Monsoir. Viaggiava molto, ma avendo parecchi soldi ogni talvolta che si spostava da una città all'altra si rifiutava di andare a dormire in un'osteria qualunque, così faceva costruire una casa.
Come avrai già intuito arrivò anche qui, in Virginia, solo con una piccola differenza: c'era anche la sua amata. Non era tipo da infatuazioni, ma Paige Rovery gli aveva rubato il cuore.
I due si conobbero in uno dei tanti bar a Parigi e lì scoppiò l'amore.
L'amava così tanto da portarla in uno dei suoi viaggi, ma non portò solamente lei, ma anche loro figlio, che cresceva nella pancia della madre.
Arrivati qui l'abitazione possedeva più di dieci camere, tra cui tre dedicate interamente al bambino, che nacque dopo tre settimane. Qui passò i suoi primi due giorni della sua vita...- disse la bionda indicando la stanza intorno a loro. Jacob ascoltava curioso e spaventato la storia, la seguì anche quando si spostò nella camera di fronte che sembrò essere la peggiore delle altre: c'erano vari dipinti inquietanti che rappresentavano due signori e un bambino dagli occhi rossi.

-Quando il piccolo Jonatan nacque la prima cosa che spiccò in lui furono i suoi occhi: erano di un rosso accesso, che solo nei film con vampiri veniva creato questo colore. Quando lo videro non ne furono felici, aveva un qualcosa di diverso dagli bambini e loro non potevano permettersi di essere diversi. Per questo il bambino si tenne nascosto per i suoi primi due anni, che passò in sette case diverse, fatte costruire su ordine del padre. Il 28 settembre 1899 la famiglia Monoir tornò nella Virginia. Il bambino stravedeva per quella casa, ed era piuttosto nascosta, quindi nessuno avrebbe notato il bimbo dagli occhi rossi. I giorni passavano e i due coniugi erano talmente disperati che decisero di contattare un chirurgo per 'risolvere' la questione.
Il 14 ottobre il chirurgo operò il piccolo, ma l'operazione non andò a buon fine, poiché la pupille non cambiarono colore, anzi erano più rosse di prima. In un momento di follia presero la loro auto e si diressero verso il bosco che si trovava alle spalle della casa. Abbandonarono il piccolo Jonatan aspettò, piangendo, i genitori per tre mesi, poi morì per ipotermia.
Il suo spirito però rimase, e tormentò i genitori fino alla fine dei loro giorni.
Qui ci sono i genitori e questo è Jonatan.- disse la bionda indicando i quadri che inquietavano Jacob, ma che intrigavano Daria. Erano l'opposto, eppure si sa che gli opposti si attraggono, ma sappiamo l'acqua spegne il fuoco.
Si spostarono in un'altra stanza dove c'era un lampadario sul pavimento e specchi rotti. Jacob deglutì e si spostò verso la porta, avendo paura.

-Qui accadde una delle scene più raccapriccianti: la madre si stava truccando e vestendo per una cena molto importante, che si sarebbe tenuta per la promozione del lavoro del marito. La donna notò da quando mise piede nella stanza che qualcosa non andava, ma lasciò scorrere. Fu quando posò il rossetto porpora sulle labbra che comparve il figlio da dietro di lei. Al che non rimase troppo shockata, a differenza del marito credeva in queste cose, ed era pronta alla sua morte, di qualsiasi tipo essa fosse. Pronunciò solo 'Adesso saprai come ci si sente' prima di strapparle gli occhi e gettarli nel cestino. Le urla delle donne furono sentite dal marito che preoccupato andò a soccorrerla, quando entrò nella stanza trovò la moglie morta sdraiata a terra e suo figlio con il classico sorriso da angioletto, che si trasformò presto in un ghigno pieno di odio. Spaccò lo specchio addosso al padre, il quale morì qualche minuto dopo a causa dell'incisione sul petto, 'Red eyes always see you' aveva scritto il bimbo.
La polizia trovò i corpi un'ora dopo, visto che gli ospiti si erano accorti che qualcosa stava andando storto.
Questa storia va avanti da più di un secolo, e si pensa che ogni 14 ottobre il piccolo faccia la sua comparsa e spaventi chiunque entri qui dentro.- disse sorridendo in modo compiaciuto Daria. Jacob era a dir poco spaventato, e non si trattenne dal dimostrarlo questa volta: uscì dalla stanza e dalla casa. Aveva il cuore a mille dallo spavento e dalla paura.
La bionda lo raggiunse ridendo.

-Non è divertente, per niente.- si offese il castano portando le mani sulle ginocchia coperte dagli skinny neri strappati. La ragazzi si avvicinò a lui e lo fece rimettere in posizione eretta, a quella vicinanza Jacob arrossì e divenne totalmente imbarazzato.

-Io lo trovo divertente...- gli sussurrò prima di posargli un bacio all'angolo della bocca. Il castano chiuse gli occhi a quel contatto e le sue gambe divennero gelatina, mentre il suo cuore andava ad una velocità incontrollabile.
Daria ridacchiò e cominciò a correre per il bosco.
Il suo cappotto verde scuro svolazzava nell'aria, mentre correva in quel verde di quel paesino troppo stretto per lei. Le vans bianche, ormai consumate dal tempo, battevano sulla terra, sporcandosi. Si passò una mano tra i capelli, spostandoli da davanti il viso, aumentò la velocità per poi fermarsi sul precipizio che si affacciava sull'oceano.

Jacob la raggiunse spaventato e ringraziò tutte le divinità per averla trovata tutta intera. Prima che potesse sgridarla per il colpo che gli aveva fatto prendere, la bionda lo precedette.

-Partiamo, andiamo via da qui. Non ci voglio rimanere in questo posto di merda, non voglio ritrovarmi a quarant'anni sposata con un uomo che non amo e con una vita infelice, voglio vivere, voglio rischiare, voglio sentire il brivido del pericolo, voglio correre: voglio vivere! So che lo vuoi anche tu Jacob, quindi facciamolo. Possiamo avere una vita felice, sorridere fino alla morte, vivere per sempre. Ti prometto che non andrà niente per storto. Andiamocene, senza dirlo a nessuno. Non ho niente che mi possa fermare.- disse Daria allargando le braccia e chiudendo gli occhi. Jacob sentendo la proposta si sentì immensamente felice, perché l'aveva chiesto a lui e non ad un altro. E furono quelle promesse a convincerlo e a stare seduto per più di dieci ore su uno sporco sedile di un autobus diretto per il Kentucky. Ma a lui stava bene, perché finché aveva lei aveva tutto.

SPAZIO ME!
SCUSATEMI IMMENSAMENTE! So una pessima persona, vi ho fatto aspettare anni ed anni per quest'immagina e non è neanche chissà che cosa. Mi spiace thewifeofcamdallas se hai atteso molto. Spero ti piaccia!
Byee

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