Capitolo 13

192 15 9
                                    

)N.d.A.(
Sono resuscitata dal tartaro! Yeee!
Capitolo più lungo del solito e più...movimentato...
Ditemi se vi è piaciuto!
Buona lettura!

27 Ottobre, ore 16.30

-No. Apollo è sia il nome greco che romano.- sbuffò Reyna. Era lì da solo 10 minuti e già era scioccata da quanto poco sapesse il Newyorchese.

Daniel l'aveva chiamata una ventina di minuti prima, chiedendole sé poteva aiutarlo a studiare mito ed epica romana.
La mitologia romana era il suo forte, e grazie tante.
Lei più di tutti per il suo ruolo di pretore, ma anche tutti gli altri semidei, dovevano conoscere tutto ciò che si poteva conoscere.
Se volevano sopravvivere.
Così ora si trovava in una biblioteca comunale con un biondo che pensava che la forma romana di Apollo fosse 'Sule'.
Non aveva ancora capito da dove avesse tirato fuori quel nome.

-Ma che senso ha! Giove diventa Zeus Buggiolone diventa Era...

-Come hai detto scusa? Buggiolone?
E tu domani avresti una verifica?- La mora sospirò.
Sarebbe stata dura, ed entro le otto di sera doveva tornare per via del coprifuoco.

Reyna cominciò a fargli varie domande, e si rivelò meno peggio del previsto.
Conosceva i miti base, come Lupa e simili, ma doveva approfondire sugli dei.

-Allora, Venere...-Cominciò lei, aspettando che lui continuasse.
Lui si mise con il gomito appoggiato sul tavolo, e appoggiandoci poi il viso sopra, aspettando che lei continuasse.
Lei alzò il sopracciglio destro.
Poi sbuffò, a metà fra il divertita e l'irritata.
-D'accordo, spiego io poi tu ripeti.

E si buttò nei miti, poi non così inventati, su Venere.
Forse si lasciò sfuggire dettagli non opportuni, come il fatto che cambia d'aspetto a seconda del tuo tipo di bellezza ideale, ma Daniel sembrò apprezzare.

Quando toccò a lui ripete andò niente male. Lei comunque lo corresse varie volte.
-No, non condannò Psiche alla morte eterna. Non credo neanche esista questo termine.

Il pomeriggio passò in fretta, fra mugolii del biondo e sbuffi della mora, alla fine Daniel le chiese se voleva fare merenda.

-Merenda?
-Sì, merenda. La merenda è il pasto più importante della giornata.

Reyna lo guardò, cercando di capire se stesse scherzando o no. Poi capì che era serissimo.
-D'accordo.- Lui si stava già lasciando andare in un sorriso felice, ma lei lo interruppe -Però scelgo io!

Lei ovviamente scelse la cioccolata calda. Reyna adorava la cioccolata calda, soprattutto con la panna montata e la cannella!

Ridendo e scherzando persero venti minuti buoni, così Reyna pagò e ritrascinò Daniel sui libri.

Erano quasi arrivati alla biblioteca, quando lo vide.
Grosso, brutto e decisamente poco amichevole.
Un Lestrigone.

-Dan- chiamò lei, con tono autoritario- comincia a entrare.
-Reyna...cosa...?
-Daniel, entra.

Lui la guardò stranito, ma poi entrò in biblioteca, comunque esitante. Poco prima di varcare la soglia, si spot se a guardarla, con aria interrogativa.

Reyna tirò fuori là spada d'oro imperiale che teneva nello zaino, uno zaino magico ovviamente.
Con un lungo fischio richiamò l'attenzione del mostro.

Quello si girò, indossava solo un orrendo perizoma verde vomito.
La guardò negli occhi, e grugnì.
Nelle grosse mani tozze reggeva un bastone.
Reyna notò che aveva una sacca allacciata al fianco. Sembrava contenere qualcosa di sferico.
Il mostro con una specie di ruggito si buttò a capofitto sulla romana, che però lo schivò e con l'elsa della spada lo colpì forte sulla nuca, facendolo barcollare e poi cadere a terra.
Si era fatta insegnare quel trucchetto da Percy.

Dopodiché affondò la lama d'oro imperiale nella schiena del lestrigone, riducendolo in polvere, letteralmente.
L'unica cose che rimase fu la sacca. Era di juta, e conteneva una sfera delle dimensioni di una pallina da tennis, solo completamente trasparente. Ma, appena la toccò, all'interno della sfera si accese una specie di luce purpurea e cominciò a essere talmente fredda da congelarle le dita.
Reyna la lasciò andare immediatamente, rimettendola nella sacca.

Devo parlarne con Chirone...

Corse dentro la biblioteca.
-Daniel, devo scappare, emergenza con...con Piper! Continua da solo, chiamami, non subito possibilmente, se non hai capito qualcosa. Ciao!

E corse fuori, sentì Daniel urlare: -MA È PER QUESTO CHE TI AVEVO CHIAMATO: PERCHÈ NON CI CAPISCO NIENTE!

E poi un coro di ''Shhh!".

10 minuti dopo

-Chirone, bongiorno. Ho recuperato un oggetto da un lestrigone che staziava vicino alla biblioteca comunale.- Gli porse la sacca di juta- Che cos'è?

Chirone la salutò. Era non ancora abituato al fatto che lei lo trattasse come il generale di un esercito, e non come una specie di zio come facevano praticamente tutti i greci. Prese la sacca, slegò il rustico fiocco che la teneva chiusa e tirò fuori la sfera. Appena la toccò, questa si illuminò di arancione e lui la mollò immediatamente, poggiandola sul tavolo.

La ispezionò per cinque minuti circa, poi la guardò negli occhi.
-Chiama tutti i capocabina del campo. Dobbiamo fare una riunione d'emergenza.

)N.d.A.( p.2

Tan Tan Tan!
*Suspance*
E ora inizia la vera storia!
Una storia di solo amore la trovo personalmente un poh noiosa.
Mettiamoci dentro delle scazzottate e mitologia greca inventata di sana pianta!
(Si perché le cose che leggerete nei prossimi capitoli non la troverete in nessun libro, appare questo.)

Adueu

 Di Come Reyna sì rifece una vita sentimentale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora