Capitolo 20

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[Lexa POV]

"Fate irruzione!", ordino con una certa angoscia nel cuore.

Sfondano la porta.

"CLARKE... CLARKE... CLARKE...". La mia foga diventa inarrestabile... la cerco disperatamente, cerco i suoi occhi... Poi li trovo, trovo quell'azzurro penetrante ora celato dalle lacrime e dalla paura. È ancora rannicchiata a terra, probabilmente in seguito allo sparo.

Mi faccio largo e corro da lei, in tutto il trambusto è riuscita a liberarsi dalle corde che le legavano le mani.

"Clarke... stai bene? Sei ferita?", sussurro riuscendo a stringerla forte a me.

Lei mi stringe più forte, comincia a dar sfogo a tutte quelle lacrime che probabilmente aveva cercato di trattenere finora, e io cedo insieme a lei, liberandomi di tutte le mie paure.

"Oddio... Lexa, pensavo che non ti avrei mai più rivista ...", la sua voce è poco più di un sussurro spezzato dal pianto.

"È tutto finito amore mio... è tutto finito... Ora sei salva, andrà tutto bene!", replico cercando di tranquillizzare sia lei che me.

Allontano leggermente il volto per poterla guardare. Asciugo con estrema dolcezza le sue lacrime, accarezzandole con tenerezza le guance. Le mie preghiere sono state esaudite, finalmente sei di nuovo tra le mie braccia...

Azzero la distanza tra di noi posando le mie labbra sulle sue per un tenero bacio... il suo sapore è salato, bagnato ancora di quelle lacrime che non smettono di scendere, ma carico di trasporto e passione intensa. Le nostre bocche continuano ad incontrarsi, non curandosi di niente e nessuno. In questo preciso momento il nostro bisogno l'una dell'altra viene prima di tutto il resto. Quasi in affanno siamo costrette a sciogliere quel bellissimo contatto. Appoggio la mia fronte alla sua, tirando un sospiro di sollievo.

"Ti amo Clarke... ti amo talmente tanto che non so cosa avrei fatto se ti avessi persa... ho avuto tantissima paura... ero letteralmente terrorizzata dall'idea di non rivederti mai più...".

"La tua paura era la mia... ma ora, siamo qui, l'una tra le braccia dell'altra, ed è solo questo quello che conta... Ti amo".

Con tutta la foga del momento non ci siamo nemmeno rese conto di essere nel bel mezzo di un'irruzione e che ci sono moltissimi agenti intorno.

"Clarke, sei sicura di stare bene? Vuoi che ti porti in ospedale?".

"Lexa, tranquilla, sto bene, ora che tu sei al mio fianco! E tu come stai? Mi dispiace per Anya".

"Anya è viva... Era una trappola. Abbiamo diffuso la notizia della sua morte per fare abbassare la guardia ad Echo e trovarti".

Lei mi sorride ed io la stringo più forte come per controllare che sia tutto vero e non frutto della mia immaginazione... Poco dopo sciolgo l'abbraccio e guardandomi intorno, lo vedo: il corpo. Lascio la mano di Clarke e mi avvicino al cadavere, inginocchiandomi su di esso. Controllo, non so neanche io il perché, il battito. È morta.

"Come hai potuto farmi una cosa del genere? A me? Ad Anya? Come hai potuto uccidere tutte quelle persone? Uccidere Costia? Ora forse non ti interesserà più, ma sappi che non ti perdonerò mai per quello che hai fatto... mai! Ah dimenticavo, un'ultima cosa... ci tengo a dirti che conto di essere spudoratamente felice con al mio fianco la donna più bella del mondo, che presto diventerà mia moglie... E ora, Echo, puoi goderti l'inferno!".

Sapevo benissimo che quelle parole non sarebbero mai arrivate a destinazione, ma è stato più forte di me, dovevo liberarmi di tutto quel dolore che mi aveva causato quella donna.

NYPD - The story continueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora