Capitolo 10

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[Clarke POV]

Non lo credo ancora possibile che, dopo una giornata come quella appena trascorsa, mi ritrovo a cenare con pizza e birra, chiacchierando in completo relax del più del meno con un'amica.

E chi se lo sarebbe mai aspettato? Ma la cosa ancora più incredibile è che non mi dispiace per niente. Purtroppo per me, però, l'idillio dura poco.

"Ehi doc, adesso che ti sei scolata un paio di birre, vuoi raccontarmi cosa cavolo è successo tra voi due?".

Ci metto un paio di secondi a digerire la domanda.

"Ok, a patto che tu prima mi spieghi una cosa...".

"Che cosa?", mi chiede incuriosita.

"Prima, nel messaggio hai scritto una cosa che fatico a capire... Cosa volevi dire che la situazione al distretto è complicata... senza Lexa?", enfatizzo le ultime due parole.

"Esattamente quello che ho detto: dopo aver litigato con te, o qualunque altra cosa abbiate fatto, è tornata su a pezzi. Era rannicchiata per terra in ascensore e piangeva a dirotto... ha preoccupato persino Tom, l'agente Klimb, fa parte della SWAT... Non so se hai presente il tipo...".

Annuisco facendole segno di continuare.

"Dopo è corsa in bagno, quando l'ho raggiunta aveva appena vomitato l'anima... era letteralmente uno straccio! Allora le ho chiesto che cavolo fosse successo e mi ha raccontato delle grosse cazzate che aveva appena combinato... ho cercato in tutti i modi di farla reagire, l'ho insultata pesantemente, solitamente funziona... ma non c'è stato verso. Non ha reagito, non l'ho mai vista così neanche subito dopo la morte di Costia. Sembrava svuotata, e priva di emozioni... Poi, mentre stavamo ancora parlando, ha detto che non stava bene, che sarebbe andata a casa e se la potevo coprire con il capitano... E così è la seconda volta questa settimana... non è da lei...".

Rimango quasi scioccata, non riesco a dire niente, nonostante tutto quello che è successo, sentire quelle parole, mi fa preoccupare per lei.

"Non lo so Clarke, spero solo che non combini qualche altra cazzata!".

"Lo spero anche io Anya... lo spero anche io".

Sospiro prendendo fiato e comincio a raccontarle tutto quello che è successo, beh, oddio, non proprio tutto... diciamo che ometto tutti i dettagli piccanti.

"Anya, non so cosa fare. È vero, ero talmente arrabbiata, che l'ho cacciata fuori dal mio ufficio, ma non volevo che se ne andasse...".

"E cosa volevi Clarke?".

"Quello che volevo... o meglio... quello che voglio è che continui a lottare, per me, per noi... voglio ancora sposarla, costruire una famiglia, ed invecchiare insieme... Ma forse è chiedere troppo... Non può prima fare l'amore con me con una passione tale da farmi impazzire e poi dirmi che sarò al sicuro solo lontana da lei... Anya non può farlo! Io non la voglio lasciare, lei è tutta la mia vita... io la amo da morire... Non può avermi fatto una cosa del genere!", faccio fatica a finire la frase che le lacrime cominciano a rigarmi il viso di nuovo.

Anya mi abbraccia dolcemente lasciandomi sfogare.

Dopo qualche minuto riesco a calmare il mio pianto isterico.

"Lexa è cocciuta e orgogliosa, è sempre stata una testa matta. Ormai ho perso il conto delle volte che mi ha salvato il culo... forse la conosco meglio di sé stessa, e se c'è una cosa che so, è che quella grandissima cretina, per non definirla peggio, ti ama alla follia. Tutte le stronzate che ha fatto, e che continua a fare, le fa perché per lei è il solo modo di salvarti, sacrificando sé stessa e l'amore che provate l'una per l'altra". Alzo lo sguardo e vedo Anya sorridermi dolcemente.

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