Tuesday you had me screaming.
Quella tranquillità apparente non poteva durare, era scontato.
Non mi ci volle molto prima che trovassi una scusa per urlarti contro, la differenza però era che adesso rispondevi anche tu urlando.
Ed io ti guardavo inerte, mi tremavano le mani perché così non avevamo mai litigato.
Adesso non c'era più la paura di perderti a correre davanti all'orgoglio per sistemare le cose.
Sembrava solo che volessi farti del male, il più possibile.Sebbene dipingermi come il cattivo della storia mi venga facile, guardando i fatti la colpa non era soltanto mia.
Di me sembrava sempre importartene poco ed in quel periodo non mi ascoltavi più.
Dicevi sì senza guardarmi, rispondevi sempre "Come vuoi tu" o "Per me è lo stesso", chiaramente invece non ti andava di fare niente.Avrei voluto piantarti in asso, lì in quel momento, urlarti basta.
Basta, non ce la faccio più.
Ti prego, esci dalla mia vita.
Si, avrei voluto.
Avrei voluto mettere una pietra sopra ogni cosa, chiudermi dentro casa e restarci, chissà fossi esplosa nel tentativo di non piangere mai più.«Basta!»
Tu mi hai preceduta, il tuo basta mi ha fatto gelare il sangue nelle vene.
«Basta?!» - ho urlato di rimando, incredula.
«Non ce la faccio più con te!»
«Nessuno ti ha chiesto di starmi vicino!»
«Fottiti Jade, vaffanculo.» - hai risposto. Sapevo che ti avevo fatto male, non stavi urlando.
Sentivo le lacrime affollarsi nei miei occhi, offuscandomi la vista.
Le parole riecheggiavano tra le pareti chiuse della roulotte.«Benissimo.» - ci ho provato, davvero, ma la mia voce tremava e non c'era modo di camuffarlo.
In fretta e furia presi la borsa e la giacca, avvicinandomi alla porta.
«Sai cosa?» - ho detto, il mio solito sorriso ipocrita stampato sul viso. Mi sono voltata a guardarti e ce l'ho messa tutta per non far scendere nemmeno una lacrima.
«Vacci tu a farti fottere Beck e divertiti.»
«Volentieri.»
Non sapevo se l'avevi detto per ferirmi o perché lo pensavi davvero.
Ha fatto male in qualunque caso.
Tanto.
E senza rendermene conto mi sono diretta verso di te a grandi falcate, ti ho dato un schiaffo con tutta la forza che avevo.
Non piangere era impossibile anche per me.«Vaffanculo!» - sentivo le lacrime scendere lungo le mie guance, cosa che mi fece soltanto stare peggio.
Ti ho spinto, per stringere i pugni subito dopo. Tu ti sei passato una mano sul viso, cercando di prendermi il braccio con l'altra mano.
«Jade-»
«Ma vaffanculo, non toccarmi.» - non ti ho fatto finire, asciugandomi in tutta fretta le guance con il dorso della mano sinistra e scansandomi. Sono uscita dalla roulotte sbattendo così forte la porta che per un attimo ho avuto paura di averla rotta.
Volentieri.
Camminavo così veloce che temevo di non riuscire a mantenere il ritmo e cadere, il cuore continuava a battere forte nel mio petto e non c'era verso che si calmasse.
Come hai potuto dirmi una cosa del genere?
Si, eri arrabbiato, ma sul serio?
Migliaia di pensieri mi affollavano la testa, mi sembrava di non riuscire a respirare. Non vedevo nemmeno dove stavo andando.Stavi con me mentre in testa avevi tutte le altre? Se era così, da quanto tempo andava avanti? Perché non riuscivo a credere che fosse stata tutta soltanto una farsa.
Mi passai un'altra volta le mani sulle guance, più arrabbiata di prima, le strofinai così forte da farmi male.
Tirai su col naso, mi mancava l'aria.
Non mi resi nemmeno conto di star attraversando la strada fino a quando il suono di un clacson non mi risvegliò dai miei pensieri, la mia figura curva su se stessa illuminata a giorno dai fari di quell'auto che se non mi avesse scansata mi avrebbe probabilmente uccisa.
Inizialmente pensai egoisticamente che avrei preferito l'avesse fatto.
Avrei voluto vedere la tua reazione.
Vedere se veramente l'avresti fatto così volentieri.
Adesso le mie gambe tremavano per lo spavento.
Rallentai, chiudendo gli occhi mentre percorrevo incerta il marciapiede.La gelosia mi stava mangiando.
Potevo sembrare pazza ad una così stupida come Tori o Robbie, ma non lo ero per il piacere di esserlo.
Lo ero perché avevo paura di non essere abbastanza per te e la risposta che quella sera mi hai dato non aveva fatto altro che amplificare le mie paure ed i miei demoni.Magari non ero abbastanza brava.
O abbastanza bella.
Non ti bastavo più io?
Odiavo quella sensazione di debolezza, ero stanca. Alzai lo sguardo, cercando di capire se, nell'impeto della rabbia, almeno avessi imboccato la strada giusta per tornare a casa. Mi sono stretta nella giacca, quasi fosse la mia armatura ed ho continuato a camminare.
Quella città di sera era bella, forse di più di quanto lo fosse di giorno. Il mio sguardo saltellava da un posto all'altro, s'incantava a guardare le luci. Io amante del buio, mi ero innamorata di una luce che era troppo lontana da me.
Il battito del mio cuore si era calmato, seguiva l'andamento dei mei passi, anch'essi più lenti.Fu tornando verso casa, in mezzo all'allegria colorata della sera che mi accorsi che in qualunque caso, in qualunque modo fosse andata a finire, la vita sarebbe andata avanti comunque.
Per quanto fossi ferita, dovevo imparare ad ignorarlo perché il mondo intorno a me sarebbe andato avanti ed io non potevo permettermi di rimanere indietro.
Jade West ha una certa reputazione.Il cellulare vibrava nella mia tasca, ma non avrei risposto.
Di nuovo, l'orgoglio.
Non avevo nessuna intenzione di chiarire niente, volevo solo essere lasciata in pace.
Dovevo correre per stare al passo con il resto del mondo.Se tu non c'eri non faceva differenza.
Cercavo di convincermene, mentre sapevo che da quel momento non ci sarebbe più stata speranza di tornare come prima.
******
Non ho moltissimo da dire perché questa storia parla già per sé, solo che sto cambiando un po' la trama a cui avevo pensato all'inizio, spero questo capitolo vi piaccia.
Anywaay, se scrivessi una storia con dei personaggi che ho inventato io, senza che ci siano né Beck, né Jade, qualcuno di voi la leggerebbe?
Perché ho una storia in testa da qualche anno che non ho mai scritto, magari potrei iniziare a lavorarci sul serio.Idk, fatemi sapere, love u ♡
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Who are you?
Genç KurguSi stavano allontanando, sempre di più. Un giorno sembrava che avessero il mondo in mano, quello dopo tutto si sgretolava. Jade se ne stava accorgendo, l'aveva capito. O forse non aveva capito niente. Ma lei aveva bisogno di capire. Capire chi sareb...