Quello che provo

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*Scorpius* (sera prima)

Sto cercando di escogitare un piano per andare alla festa senza che mio padre se ne accorga, ma non sono portato per queste cose. Se ci fosse Albus sarebbe tutto più facile...
Basta. Voglio farle un regalo, così sarà un po' meno delusa, sempre che lo sia..o forse mi sto immaginando tutto. Forse non le piaccio minimamente, forse mi sto preoccupando per nulla. Ma, d'altronde, non dimenticherò mai l'espressione che le comparve in viso giorni fa, quando le dissi che sarei andato alla festa. Sembrava liberarsi di una grande preoccupazione, che forse aveva a che fare con me.
Deciso : le scriverò una lettera. Senza pensare a come spedirla, prendo della carta dalla scrivania e la penna a inchiostro verde. Appena metto la penna sul foglio la porta della mia camera si apre, ed entra mio padre. Come se niente fosse, faccio finta di non vederlo, e inizio a giocherellare con la penna tra le dita.

"Non sarai ancora arrabbiato?" mi chiede lui.

"Per cosa?" uso il tono più indifferente che esiste.

"Andiamo Scorpius, lo sai, e ho una buona ragione per non mandarti a quella festa."

"E questa buona ragione...sarebbe?"

Mio padre espira a lungo e silenziosamente per poi sedersi di fianco a me sul letto.

"Non voglio che tu diventi come tutti gli altri ragazzi."

"In che senso come gli altri?"

"Sono tuo padre okay? So cosa succede alle feste piene di sedicenni, ci sono passato anch'io, e non sono state di certo le migliori serate della mia vita. Quando si sta insieme agli amici ci si diverte, si farebbe di tutto..."

"Papà, queste cose le so anch'io. Anch'io ho sedici anni, anch'io ho voglia di stare con i miei amici, ma se pensi che sarei capace di fare quello che fanno gli altri da ubriachi, allo..."

"Sì, ho capito."

"...ra hai proprio capito male...aspetta, che hai detto?"

Lui sbuffa e poi fa un sorriso sghembo "Ho detto che ti capisco. Ti ho istruito abbastanza bene da fidarmi di te."

"Allora mi.."

"Ti lascerò andare."

"Grazie" gli dico sorridendo.

"Un consiglio: non fare quel sorriso da ebete quando domani sarai di fronte ad una ragazza."

"Annotato."
Mi da una pacca sulla spalla e se ne va.
Io torno a concentrarmi sulla lettera. Inizio con il classico "Cara Rose", e poi il resto..beh viene da sé. Dopo dieci minuti il risultato mi sembra soddisfacente, ma quando devo mettere la firma, non scrivo il mio nome, preferisco usare una caratteristica. Infilo la lettera nella busta e sul retro ci scrivo: "A Rose Weasley da parte di un biondo cenere con gli occhi grigi." Manca solo l'indirizzo, e non posso fare altro che chiamare l'unica persona che può darmelo.

*Rose* (mattina dopo)

La lettera dice:

"Cara Rose,
voglio augurarti il più felice dei compleanni, e spero di poterti incontrare questa sera. Non ti prometto che ci sarò, ma farò il possibile per rivederti. Penso che tu abbia qualcosa da dirmi, o forse sono io quello che deve dire qualcosa a te, chi può dirlo? Il nostro ultimo incontro non è stato dei migliori, entrambi eravamo a disagio, ma il fatto è che da quel giorno ti penso sempre. Penso ai tuoi occhi verdi, ai tuoi capelli rossi, e al fatto che forse sei stata l'unica a darmi retta da quando sono arrivato. Forse sto sbagliando, forse non dovrei dirti queste cose, e magari sarei capace di negare tutto quando me le chiederai. Sappi solo questo: non so cosa significhi quello che provo, ma so che è importante. Ancora tanti auguri."

Non ti biasimo se mi odi || scoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora