SAMANTHA'S POV
Questo vestito non mi piace, i capelli sono senza volume e il trucco è troppo appariscente.
Da circa 10 minuti sono immobile davanti allo specchio, rendendomi conto che più mi guardo, più difetti trovo.
"Rilassati tesoro. Sei splendida." Mi sussurra Jada all'orecchio.
Sono tesa in una maniera assurda.
Non ho mai avuto molti appuntamenti, anche perché fino a qualche anno fa la mia vita sociale era pari a zero.
Rimanevo sempre chiusa in camera mia a leggere un libro, mentre una dolce melodia di Mozart o Chopin suonava in sottofondo. Non ero certamente il tipo da feste e alcool a volontà.
"Sam, se Ryan si azzarda anche solo a dirti che hai un capello fuori posto, io lo sbatto fuori dalla band a calci nel culo." Dice ironicamente Cloe, mentre mi punta un dito contro, in segno di avvertimento. Rido per la battuta, e finalmente riesco ad alleggerire la tensione che mi pervade i muscoli.
"Fra quanto passa?" Chiede Jada.
"Dovrebbe arrivare a momenti." Rispondo nuovamente nervosa.
Neanche a farlo apposta, il campanello suona.
Rimaniamo immobili. Nessuna si azzarda ad andare ad aprire.
Ovviamente le mie amiche si aspettano che vada io, ma è come se i miei piedi si fossero inchiodati al pavimento.
Poi, come se ci fosse stato un segnale di avvio invisibile, Cloe e Jada scattano giù per le scale. Il tempo di rendermi conto della situazione, e le raggiungo.
Ci fermiamo davanti alla porta. Ora tocca a me.
Apro la porta, e dopo due ore di attesa finalmente vedo...Matthew?
"Ma quanto tempo ci avete messo?" Dice in modo scocciato.
"E tu razza di idiota dove hai messo le chiavi?" Gli chiedo infuriata. So che non è colpa sua, ma sono troppo nervosa, ed ora lui è diventato la mia valvola di sfogo.
"Le ho dimenticate." Risponde, un po' sorpreso dalla mia agressivitá.
"Tu lo sai che mi hai fatto prendere uno spavento? È da due ore che aspetto Ryan, sono in ansia da morire e tu che fai? Suoni illudendomi sia lui alla porta?"
"Sam guarda che-"
"No Matt perché hai rovinato tutto?"
Samantha ti rendi conto che il tuo discorso non ha nessun senso?
Sì, ma non me ne frega niente.
"Samantha c'è-"
"Perché lui ha la testa nel mondo dei sogni allora io devo sempre-"
"Cazzo Sam c'è Ryan alla porta!" Sbotta all'improvviso mio fratello.
Mi blocca immediatamente, e mi giro lentamente verso la porta.
Ryan mi sta guardando con sguardo sorpreso e compiaciuto, con il braccio appoggiato allo stipite della porta.
Cavolo, è bellissimo. Ha un jeans stretto nero, una camicia nera che mette in risalto i suoi muscoli e un paio di scarpe da ginnastica nere.
Divento paonazza, rendendomi conto che ho appena fatto la figura della isterica al prima appuntamento.
Complimenti Sam, bel lavoro.
"Vogliamo andare?" Sussurro, tanto che ho paura che non mi abbia nemmeno sentito.
"Sì." Risponde anche lui con un filo di voce.
Saluto velocemente le mie amiche e guardo con dispiacere Matthew. Povero fratellino mio!
Raggiungo la moto di Ryan e mi ritrovo ad avere problemi ad allacciare il caso, a causa del tremolio alle mani.
"Aspetta, ti aiuto." Dice con voce rassicurante. Non bastava la figura dell'isterica, ci mancava pure la figura dell'incapace.
Se il buongiorno si vede dal mattino, non prevedo una serata tranquilla.
"Grazie." Dico, non appena si allontana da me.
Per tutto il viaggio rimaniamo in silenzio, ovviamente data la situazione non avremmo potuto fare altro.
Quando arriviamo, noto in lontananza una piccola birreria in fondo alla strada.
"Comunque sei bellissima." Dice un po' in imbarazzo Ryan.
Sento le mie guance surriscaldarsi, segno che fra meno di 10 secondi assomiglieró ad un pomodoro, e anche bello maturo.
"Grazie anche... anche tu." Dico balbettando. Spero vivamente di mangiare il prima possibile, così che la mia bocca rimanga occupata e non spari qualche idiozia.
"Com'è andata la settimana?" Chiede per rompere il ghiaccio.
"Abbastanza bene. La tua?"
"Bene grazie."
Cala di nuovo il silenzio, uno di quelli super imbarazzanti, ma questa volta sono io a parlare per prima.
"Mi hai portato in una birreria?" Chiedo con tono scettico, ma anche divertito.
"Si. So che non è molto romantico, ma hai detto che dovevamo conoscerci meglio, e penso che questo posto possa essere un buon inizio." Dice, aprendo la porta di ingresso. Entro, e subito un odore di pollo mi pervade le narici.
"Mi sta venendo l'acquolina in bocca solo a sentire l'odore." Dico in estasi.
Ci sediamo al bancone, ma rimango un po' sorpresa per la scelta del posto.
"Ciao tesoro, come stai?" Dice una signora dietro il bancone. Devo ammettere che è davvero bellissima.
Mora, occhi scuri, fisico tonico e ben proporzionato. Dai lineamenti penso sia sudamericana, oppure spagnola.
"Ciao zia. Tutto ok, tu?"
"Io bene, anche se sono un po' affaticata. Sai com'è, passare le giornate qui diventa estenuante." Dice con tono stanco.
"Ma chi è questa splendida ragazza?" Aggiunge con tono un po' troppo euforico. Cavolo, si è ripresa in fretta!
"Piacere sono Samantha, un'amica di Ryan." Rispondo cordialmente stringendole la mano.
"Piacere Gabriella. Beh, se sei SOLO una sua amica, mio nipote dev'essere davvero un idiota." Dice ridendo, mettendomi in imbarazzo.
"Zia, se siamo qui è perché ci sto lavorando su questo punto." Risponde sorprendendo sua zia, e anche me.
"Sei intelligente, nipote! Allora qualcosa da me l'hai presa!" Dice scherzando, facendomi ridere.
"Si zia, se lo dici tu. Ora potremmo ordinare?" Chiede con tono divertito.
"Certo. Cosa vi porto?"
"Portaci il classico. E due birre rosse." Dice senza neanche consultare il menù.
"Va bene. Arrivano subito." Conclude Gabriella, prima di raggiungere la cucina.
"Mi fa piacere che tu mi abbia consultata prima di ordinare." Dico in tono canzonatorio, ma anche divertito.
"Sammy quando si viene qua non c'è bisogno di consultare niente e nessuno. Fanno il pollo migliore di tutta l'America, per non parlare della birra."
"Ed è importante per te solo perché ci lavora tua zia oppure..." Dico lasciando la frase in sospeso.
"In realtà ci venivo sempre da piccolo. Mia madre è morta quando avevo 9 anni. Diciamo che mia zia era rimasta l'unica figura femminile che mi era rimasta, e lavorando qua la sera mi doveva portare con sé. Ho fatto amicizia con ogni persona che lavora qui. Diciamo che sono stati come una specie di famiglia adottiva."
"E tuo padre?"
"Mio padre era un delinquente. Non che fosse una cattiva persona con me, ma non era molto presente per via del lavoro che faceva. So che è tornato in città, però non lo sa che ci siamo trasferiti qua con zia a vivere."
"Prima dove stavate?"
"Prima stavamo a Boston, poi dato che il locale si è spostato qua, mia zia ha deciso di trasferisi qui, e ha portato anche me."
"È per questo che mi hai portato qua? Insomma, per il fatto che sia una parte di te, della tua infanzia."
"Si esatto." Dice, alzando il suo sguardo verso di me.
Lo guardo per un istante. Osservo il ragazzo davanti a me, ed inizio a capire il perché di alcuni suoi comportamenti. Può sembrare un po' chiuso o introverso all'inizio, ma cambia radicalmente non appena inizia a fidarsi della persona che ha davanti.
"Perché me?" Chiedo improvvisamente.
"Cosa intendi?" Domanda un po' spaesato.
"Insomma, si vede che sei una persona riservata, che si apre solo quando si fida cecamente di una persona. Allora perché ti sei aperto proprio con me, visto che ci conosciamo appena?"
Mi guarda per qualche istante, sorpreso ma anche soddisfatto che gli abbia fatto quella domanda.
"Sai, sinceramente non lo so proprio. Mi aspettavo che me lo chiedessi, curiosa come sei. Però non so. Hai presente quando hai quella sensazione che ti puoi fidare della persona che hai davanti, nonostante tu non la conosca nemmeno? Beh, diciamo che è la sensazione che ho io quando sto con te." Dice accennando un piccolo sorriso. Sorrido, spostando lo sguardo da un'altra parte, sentendomi nuovamente in imbarazzo.
"Chi non muore si rivede." Dice un signore sbucando fuori dalla cucina.
Vedo Ryan girare lo sguardo verso l'uomo, per poi scoppiare a ridere.
"Questa affermazione vale per me, o per te?" Vedo il signore pensare un attimo alla battuta, per poi scoppiare a ridere.
"Non credo di aver capito." Dico a bassa voce, mentre arrivano i piatti al nostro tavolo.
"Sammy, stava per morire di infarto neanche due mesi fa." Sussurra. Ci penso qualche istante prima di scoppiare a ridere anche io.
"Posso dirti che è davvero pessima come battuta." Dico fra una risata e l'altra.
"Almeno ti ho fatta ridere." Dice, facendomi tornare seria.
"Comunque come stai Simon?" Chiede Ryan, spostando l'attenzione sull'uomo davanti a noi.
"Meglio grazie. Scusami ma devo tornare in cucina, sono appena entrati dei clienti." Dice, voltandosi per entrare in cucina, senza aspettare la risposta di Ryan.
"Wow. Non ho mai mangiato un pollo così buono. Strano che non ci sia molta gente." Dico non appena finisco il primo boccone.
"Sammy, oggi è mercoledì. In settimana non c'è moltissima gente. Ma se dovessimo venire il weekend, beh, stai pur certa che non troveremo posto a sedere."
La cena procede serenamente, fra una chiacchierata e l'altra, anche su argomenti generali.
Abbiamo parlato un po' della mia vita privata e del mio rapporto con Cloe e Jada.
Ho scoperto che Ryan non ha mai avuto molti amici, ma che adesso si è trovato molto a suo agio con i membri della band.
Dopo aver assolutamente insistito sul fatto che non dovessi neanche provare a tirar fuori il portafoglio per pagare la mia parte, usciamo dalla birreria.
"Ti andrebbe di fare un passeggiata?" Chiedo con la speranza che accetti.
"Certo." Risponde sorridendo.
Camminiamo per un po' senza proferire parola, ed ho paura che il silenzio imbarazzante sia tornato di nuovo.
"Ho passato una splendida serata Sammy." Dice improvvisamente.
"Anche io." Rispondo voltandomi verso di lui.
Per un attimo spero che mi baci, ma rimango abbastanza delusa quando lo vedo girare lo sguardo nell'altra direzione.
Ho fatto qualcosa di sbagliato? Mi era sembrato che la serata fosse trascorsa molto bene...per entrambi.
"È ora di tornare a casa." Afferma, più a se stesso, che a me.
Lo seguo fino alla moto. Infilo il casco e lo vedo intenzionato ad aiutarmi.
"Ce la faccio Ryan." Dico chiudendo finalmente il gancetto.
Ci avviamo verso casa, avendo così la possibilità di pensare alla serata trascorsa. Mi continuo a chiedere come mai non mi abbia baciata.
So che è incoerente da parte mia rifiutare il bacio prima, e pretenderlo adesso, ma ero davvero convinta che le cose potessero andare come avevo previsto.
Arriviamo davanti a casa. Indugio un po' nel prendere le chiavi, così da poter guadagnare del tempo, ma lui sembra non smuoversi.
"Grazie per la bella serata." Dico con sorriso forzato.
"Grazie a te. Allora io vado." Dice, prima di andarsene.
Rimango qualche secondo impalata alla porta, mentre lo osservo allontanarsi da me.
Mi rigiro, sentendo le lacrime sul punto di uscire.
Le mani mi tremano di nuovo, e per questo fatico a centrare il buco della serratura.
"Entra stupida chiave." Sussurro a denti stretti. Le lacrime ormai mi rigano il viso, e non capisco se è per la delusione o per la stanchezza.
"Sammy stavo pensando.." Dice Ryan alle mie spalle, ma si blocca non appena vede il mio viso.
"Ehi, che succede?" Chiede dolcemente abbracciandomi.
"Io ... ho fatto..o detto... qualcosa di...sbagliato?" Chiedo fra un singhiozzo e l'altro.
"No, certo che no. Perché pensi questo?"
Improvvisamente mi sento una perfetta idiota. Lui non ha voluto semplicemente baciarmi, ed io l'ho presa come se in realtà mi avesse scaricata in mezzo ad una strada senza darmi una spiegazione.
Mi allontano sentendomi una perfetta scema, ma lo vedo ancora preoccupato in viso.
"Non è nulla. Forse sono solo un po' stanca." Dico cercando di essere il più convincente possibile.
Lo guardo e gli sorrido, cercando di tranquillizzarlo. Però mi guarda intensamente, e non sembra voler andare via.
"Porca puttuna." Sussurra prima di avventarsi sulle mie labbra.
Rimango stupita all'inizio, ma mi riprendo subito rispondendo al bacio. Finalmente mi sento bene.
Allaccio le braccia al collo, mentre le sue si stringono intorno al mio busto.
Sorrido mentalmente all'idea che poche ore prima pensavo che la serata sarebbe trascorsa malissimo. Fortunatamente, qualche volta, sbaglio pure io.
"Pensavo non volessi baciarmi." Dico staccandomi da lui.
"Non l'ho fatto perché pensavo fosse troppo presto per te." Risponde senza fiato.
Sorrido involontariamente rendendomi conto che non mi ha baciata solo per rispetto nei miei confronti.
"Forse è meglio che tu vada ora." Dico spingendolo via scherzosamente.
"Si, anche perché non vorrei fare casino sapendo che ci sono i tuoi in casa." Risponde con tono malizioso. Sorrido vedendolo andare via, ed entro in casa.
Mi lavo, mi strucco e mi butto sul letto, ormai stanca morta.
Per l'ennesima volta sorrido pensando a Ryan e alla serata trascorsa, con la nuova consapevolezza che pian piano sto aprendo il mio cuore a lui.-------------------------
Che ne dite? 💛 Spero vi piaccia!!
Alla prossima 💜
Alias90 💙
STAI LEGGENDO
We Are Friends(#Watty2017)
أدب نسائيCapitolo 1 POV'S JADA Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, ed è in quel momento che tra noi cambia qualcosa: l'aria si carica di tensione, aspettativa, desiderio; il mio cuore inizia a battere più velocemente e le mie guance iniziano a sur...