CLOE'S POV
La mattinata è iniziata più che bene.
Ho litigato con Melanie, ho pestato una cacca e sono stata nuovamente sbattuta fuori durante l'ora di matematica.
Bella mattinata di merda, nel vero senso della parola.
"Signorina Brown. Che piacere vederla."
"William... cioè signor Monroe!"
"Che ci fai qua fuori?"
"La prof mi ha sbattuta fuori. Cose che capitano." Dico con nonchalance.
"Si, cose che capitano." Ripete, continuando poi a camminare verso l'uscita.
"Prof! Le posso parlare un minuto?"
Lui mi scruta per qualche istante, prima di accettare e seguirmi.
"Volevo parlare della questione-"
"Si, immaginavo. Cosa vuoi che ti racconti?"
"È lei mio padre?" Chiedo istintivamente. Cavolo, perché non mi mordo la lingua ogni tanto.
"Oh mio dio, no! Certo che non sono io. Insomma io e tua madre siamo stati insieme per due anni, prima che conoscesse poi tuo padre."
"Quindi lei sa chi è mio padre?"
"Si. Ma non credo sia giusto che sia io a dirtelo."
"Signor Monroe mia madre non mi ha mai detto nulla a proposito di lui. E sicuramente non lo farà in futuro. La prego, mi dica qualcosa. Ho bisogno di sapere, e penso che 17 anni all'oscuro di tutto siano già stati abbastanza."
Mi guarda come per capire se sto dicendo o no la verità, per poi farmi cenno di sederci.
"Cloe, io e tua mamma ci siamo lasciati proprio perché lei mi aveva tradito con tuo padre. Ammetto di esserci rimasto malissimo, ma in fondo lo avevo sempre saputo. Quando uscivamo insieme lei stava spesso con lui, si vedeva che c'era molta attrazione fisica fra loro. Io però credevo di essere la persona giusta per lei, anche se l'intesa non era come con Xavier."
"Xavier sarebbe... mio padre?"
"Esatto. Con lui era tutto più...superficiale. Ma in fondo eravamo giovani ed era ancora presto per capire quali fossero le cose importanti e quali quelle più inutili. Io la amavo, ma lei non amava me. Com'è che si dice? In una coppia c'è sempre uno che ama di più e uno che ama di meno. Non gliene faccio una colpa. Poi se non ci fosse stato lui, tu non saresti mai nata."
"E neanche Melanie." Sussurro a bassa voce.
"Melanie? Hai una sorella?"
"Si, è più grande di me di cinque anni. Ma lei da quanto tempo non vede mia madre?"
"Dal 1993. Quando l'avevo beccata a scambiarsi effusioni con Xavier."
"Poi non l'ha più rivista?"
"Si, una volta nel 2002, se non sbaglio, era al supermercato, ed io ero lì con la mia ex ragazza. Ci siamo semplicemente salutati da uno scaffale all'altro, ma niente di più. La seconda ed ultima volta è stato nel 2009. Ci siamo visti in un locale nel centro. Lei lavorava come barista, ed io ero andato a passare una serata con dei miei amici." Tira un sospiro di frustrazione. Dev'essersi legato molto in passato a mia mamma.
"So come si sente, signor Monroe. Anche io sono stata tradita."
Mi guarda, con sguardo sorpreso ma anche divertito.
"Ah si? E come ti sei sentita?" Chiede divertito.
"Se posso essere schietta... una merda."
Dico, facendo poi ridere il prof.
"Quando l'ho visto con la ragazza, nel retro del bar, devo ammettere che non volevo crederci. Non mi lego facilmente alle persone, ma con lui era stato diverso. La situazione lo era. Però avevo comunque scelto di...mantenere i miei standard. Non so se mi spiego." Dico, vedendolo poi annuire.
"Lui però non ha saputo aspettare. Adesso mi ha chiesto scusa ed io ho deciso di perdonarlo, nonostante tutto."
"Beh, è stato coraggioso da parte tua perdonare una persona che ti ha fatto un torto così grave."
"Infatti non l'ho perdonato. Ho detto che l'avrei fatto, ma non so se ci riesco." Lo guardo un istante, rendendomi conto che sto raccontando la mia vita privata ad una persona che, fondamentale, neanche conosco.
"Scusi, non volevo trattenerla con questo genere di cose, io-"
"Non preoccuparti. Ogni tanto c'è bisogno di un parere esterno. Tua madre che ne pensa di tutto ciò?"
"Mia mamma... non... non sa nulla."
"Ma come-"
"È meglio che vada. Mi ha fatto piacere parlare con lei e sinceramente mi dispiace sapere che lei non è mio padre. Sarebbe stato ottimo come tale." Dico prima di uscire dall'aula.
La giornata finisce lentamente, fra un pensiero e l'altro.
Jason mi ha invitata a casa sua oggi pomeriggio, ed io ho deciso di accettare.
"Cloe, oggi che fai?" Chiede Samantha all'uscita di scuola.
"Dovrei andare da Jason, perché?"
"Volevo che mi accompagnassi da una parte."
"A fare?"
"A fare.. shopping." Dopo qualche istante scoppio a ridere. Samantha che vuole fare shopping. In quale mondo parallelo sono capitata?
"Guarda che non sto scherzando. Domani esco con Ryan e-"
"Ah! Ora si spiega tutto. Allora dico a Jason che rimandiamo a domani."
"No non preoccuparti. Magari fai un salto da me stasera."
"Va bene. Tanto verso le 17 abbiamo le prove, quindi passo da te. Allora a dopo."
"A dopo."
Un po' mi sento in colpa. Nell'ultimo periodo ho trascurato tantissimo le mie amiche. Jada quando si era messa con Alex era rimasta comunque presente, e non ci aveva messo da parte per lui.
Io, invece, mi sto comportando come se mi stessi creando una nuova vita della quale loro non fanno parte.
Quando arrivo a casa mi butto sul divano a peso morto, non accorgendomi che sulla poltrona c'è qualcun'altro.
"Immagino che tu abbia passato una bella giornata." Sento il sarcasmo nella sua voce.
"Già. Merito anche di tua nipote." Dico alzando la testa dal cuscino.
"Che cosa è successo?"
"Abbiamo litigato come al solito sui turni in casa."
"Immagino che non abbia voglia di farne neanche uno vero?"
"No, infatti."
"Le parlo io stasera. Tu invece, com'è andata scuola?"
"Tutto bene grazie. Oggi esco."
"Ah si? E chi sarebbe il povero sfigato?"
"Eh basta zio! Ancora con 'sta storia!"
Lo vedo venire verso di me ridendo. Mi abbraccia, iniziando a farmi il solletico sui fianchi.
"La mia nipotina sta diventando grande." Dice con tono affemmininato.
Non riesco a smettere di ridere.
"Basta! Basta ti prego!" Dico tra una risata e l'altra.
Zio Spencer è venuto a stare da noi dopo che nostra madre è stata rinchiusa in clinica. Se non ci fosse stato lui, io e Melanie saremmo finite in un orfanotrofio fino alla maggiore età.
Dopo avermi lasciato un momento di tregua, mi alzo dal divano e raggiungo la cucina.
"Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?"
"No, devo scappare alla centrale. Ho il turno fino alle 22."
"Ok, allora ci vediamo o stasera o domani."
"Va bene. Buona giornata." Dice, prima di uscire dall'appartamento.
Dopo aver mangiato un boccone mi avvio verso casa di Jason. Cammino per qualche metro prima di sentire un clacson suonare da dietro.
"Posso dire che capisco per quale motivo mio fratello si sia impegnato con te."
"Bravo." Dico continuando a camminare.
"Ovunque tu stia andando, vuoi un passaggio?" Chiede. Lo guardo per capire se sta scherzando, ma lo vedo serio.
"Ok, comunque sto andando a casa tua." Dico entrando in macchina.
"Bene. Allora non dovrò fare più strada di quanto ne debba già fare."
"Tu e Jason siete molto diversi."
"Ma meno male."
"Sei molto sicuro di te."
"Anche tu."
Dopo di che cala il silenzio. Dalla radio suona una musica che conosco molto bene. Mi meraviglio che anche lui ascolti i Police.
"Ti piace questo genere?"
"Si, sono andato anche ad un concerto dei Metallica. È stato grandioso."
"Io...Suono." Dico un po' in imbarazzo. Non so perché, ma ho come la sensazione che da come sono iniziate le cose fra me e lui, sia addirittura imbarazzante conoscerci meglio, aprirci l'uno con l'altro.
"Davvero? Che cosa?"
"La chitarra. Ma non solista, accompagnatrice. In realtà sono la cantante della band di cui faccio parte."
"Che genere fate?"
"Principalmente Rock leggero. Ma anche il Rock puro. A mo' di Led Zeppelin e quant'altro."
"Mi piacciono le ragazze fuori dagli schemi Cloe." Dice voltandosi verso di me. Siamo fermi al semaforo, e spero vivamente che diventi verde il più in fretta possibile.
"Jake ci stai provando con me?" Chiedo con sfacciataggine. Per un attimo lo vedo sorpreso dalla mia domanda.
"Sai Cloe. Mi piaci. Insomma, non nel senso che vorrei uscire con te, ma mi piaci per mio fratello. Spero solo che si renda conto della persona che ha affianco, e che non combini una delle sue cazzate come al solito."
"In realtà l'ha già combinata." Sussurro più a me stessa che a lui.
Penso alle parole di Jake lungo il viaggio, ed inizio a chiedermi se veramente lui non si sia accorto di quanto valgo.
Insomma, non mi reputo il meglio del meglio, ma so chi sono e so quanto valgo. L'ho dimostrato anche a lui, ma ha comunque preso la sua scelta.
Chi dice che per perdonarlo dobbiamo tornare per forza insieme?
"Siamo arrivati."
Scendo dalla macchina in silenzio. Prendo l'ascensore accompagnata da Jake.
Il silenzio regna nuovamente sovrano fra noi.
"Cloe, per quello che ti ho detto prima-"
"Tranquillo, non dirò nulla a Jason."
"Beh volevo solo farti sapere che anche se il nostro primo incontro non è stato dei migliori, non vuol dire che non possiamo rimediare in futuro."
Sono un po' delusa. Forse in fondo, ma in fondo in fondo, avrei voluto veramente che lui ci provasse con me.
Ma no. Probabilmente è meglio così. La situazione è già compilata di suo.
Apre la porta, e quando varco la soglia di casa, vorrei sprofondare sotto terra.--------------------
Salve gente. Questa è solo la prima parte, il nuovo personaggio ve lo mostrerò nella seconda parte💛
Alla prossima 💜
Alias90 💙
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We Are Friends(#Watty2017)
ChickLitCapitolo 1 POV'S JADA Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, ed è in quel momento che tra noi cambia qualcosa: l'aria si carica di tensione, aspettativa, desiderio; il mio cuore inizia a battere più velocemente e le mie guance iniziano a sur...