Toronto 30 ottobre 2016, 11 am
I giorni passavano lenti, tra male e sopportazione. Avevo sviluppato un ulteriore livello del dolore, avevo imparato a controllare il male e il più delle volte, a renderlo sopportabile. La cura sperimentale che stavo seguendo, passo dopo passo riduceva il mio dolore e, come speravano tutti, anche il mio male. Il medico era stato molto chiaro, la cura era sperimentale e rischiosa, ma io no avevo nulla da perdere e cosi accettai di provarla. Ci vollero 2 mesi per cominciare a vedere qualche miglioramento, almeno per la parte dolorosa della mia malattia. Lo scopo della nuova cura era quello di rallentare il progredire del tumore, cercando anche di ridurre le sue dimensioni. Un famoso neurochirurgo americano, specializzato in questo campo, aveva ricevuto la mia cartella clinica e mi aveva visitato un mese dopo durante un seminario proprio a Toronto. La sua diagnosi era uguale alla precedente ma, a differenza degli altri medici, lui affermava che se il volume del tumore fosse diminuito, avrebbe potuto operarmi con una nuova tecnica e rimuovere le cellule maligne dalla mia testa. Fui molto scettico all'inizio, ma il medico mi fornì nuove ricerche, nuovi apparecchi e questa nuova cura sperimentale che doveva preparare il mio cervello all'operazione. Decisi di fidarmi della sicurezza che dimostrava, cosi come della buona stella che aveva portato il mio caso tra le sue mani. Non ci speravo totalmente, ma almeno avrei provato a resistere, a vivere, a mantenere la promessa fatta a mia madre durante uno dei tanti sogni in cui mi aiutava a non crollare.
"Resisti, combatti Gabriel."
Le sue parole risuonavano come un mantra nella mia mente e decisi di farlo, di sperare, di lottare, di essere forte.
Lo sconforto era sempre dietro l'angolo, ma le persone che amavo e che mi amavano erano vicine a me, mi sostenevano e mi impedivano di affondare nel buio.
Ero un angelo con le ali spezzate, cosi Callie mi aveva sempre definito e io volevo almeno provare a farle risanare quelle ali, per superare gli ostacoli.
La mattina era stranamente calda, io avevo sempre una temperatura più bassa del normale ma, quella sensazione di calore mi colpì dai primi raggi del sole. Steso nel mio letto, quella luce riscaldava il mio viso, tenevo gli occhi chiusi godendomi quel tepore, quella carezza divina che mi dava sollievo e quella lieve vitalità, per affrontare una nuova giornata.
"I santi non si muovono... ascoltano chi li prega, nient'altro."
Avevo imparato l'umile dote della preghiera, avevo avvicinato lo spirito al corpo, tacitamente fatto ammenda dei miei peccati, dei miei errori. Avevo pregato il cielo, di darmi il tempo per espiare le mie colpe, di concedermi il miracolo dell'assoluzione divina.
Avevo sentito il calore delle mani di Grace nelle mie, il profumo del frutteto in fiore, la voce dell'angelo più bello che avessi potuto mai incontrare, perfino la risata gioiosa di una bimba in pace.
La preghiera mi dava tempo, spazi indefiniti dove assaporare la vita, i ricordi, l'essenza della felicità.
Pregai che quel calore durasse abbastanza, per portarmi nelle splendide estati calde, dove con la mia famiglia, ci stendevamo all'ombra dopo il pranzo, ascoltando il rumore dei grilli e lo scricchiolare della sedia a dondolo di mia madre.
Il tepore era cosi lieve e il sollievo mi faceva come galleggiare sopra ogni cosa, anche me stesso. Non durò a lungo, il sole cresceva e abbandonava la mia finestra, lasciando spazio solo alla luce. Aprì piano gli occhi, sospirando. Presi dal comodino il Tau che tenevo sempre vicino, lo sfiorai con le labbra e ringraziai il cielo per quell'attimo di serenità.
Come San Francesco, avevo tenuto quel simbolo della dignità dei figli di Dio, perché è la Croce che ha sorretto Cristo e che speravo aiutasse anche me. È un segno che mi ricordava che dovevo essere anch'io forte nelle prove, pronto all'obbedienza e docile nella sottomissione, come è stato Gesù davanti alla volontà del Padre, anch'io avrei accettato la mia sorte.
STAI LEGGENDO
Gabriel Emerson - La Vita dopo Il Paradiso
ChickLitGabriel E. è un uomo tormentato, introverso e schiavo di silenzi spesso troppo assordanti. Un uomo privato della sua luce, un uomo che cammina tra le tenebre dell'inferno, nel quale è alla ricerca del suo angelo: Beatrice. Gabriel e Julia sono ani...