CAPITOLO 10

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Pov's Allison
Mi sveglio di soprassalto, all'inizio guardandomi intorno non capisco dove sono ma poi come un pugno nello stomaco, torna tutto a galla. Le faccie dei ragazzi, la rivelazione di mio padre, la mia caduta, le mie lacrime e Gonzalo. Sono in camera sua, lo capisco perché sento il suo profumo, qui c'è tutta la sua roba: il borsone di calcio, i suoi vestiti, le sue foto. Mi alzo piano dal letto e esco dalla sua stanza; non conosco casa sua quindi mi muovo seguendo i rumori che mi portano alla cucina. Lui è lì intento a girare qualcosa nella pentola mentre canta l'inno della Juventus. Rimango immobile a guardarlo con un sorriso sulle labbra. Sembra così tranquillo, così a suo aggio. I miei pensieri vengono interrotti quando, girandosi i nostri sguardi s'intrecciano.
Gonzalo:"Ehi dormigliona."
Mi sorride ed io mi sciolgo
Io:"Ehi. Quanto ho dormito."
Gonzalo:"Non molto. Un'oretta. Eri davvero distrutta."
Si lo so. Lo sono ancora ma adesso non voglio pensarci
Io:"Cosa stai cucinando?"
Gonzalo:"Sto provando a fare la parmigiana."
Lo guardo mentre guarda la teglia, così curiosa mi avvicinò per controllare
Io:"Provando?"
Lui mi sorride e annuisce, il profumo è invitante e dal suo aspetto penso sia uscita davvero buona.
Io:"Sembra buona!"
Gonzalo:"Quindi ho superato questa prova?"
Io:"Ho detto che sembra. Per averne la certezza dovrei mangiarla."
Gli sorrido e aiutandolo premiamo la tavola. Devo ammettere che era davvero buona e che per tutto il tempo non ho pensato a ciò ch'è successo. Il suo sorriso e rassicurante e in sua presenza mi senti protetta. Mentre mi siedo sul suo divino il mio cellulare continua a suonare, tante tantissime chiamate: papà, i ragazzi, Lorenzo, mia madre e Valerio. Nessuna di queste chiamate ha avuto una risposta perché in questo momento non voglio nessuno.
Gonzalo:"Non puoi continuare a non rispondere a nessuno."
Dovrei arrabbiarmi, dirgli che non sono fatti suoi ma non lo faccio. So perfettamente che ha ragione
Io:"Lo so. Adesso però non riesco a sentire nessuno."
Gonzalo:"Ti capisco! Non dico che devi farlo adesso. Quando sarai pronta."
Lo guardo e gli sorrido. Gli devo tanto, se non fosse stato per lui sarei davvero crollata del tutto.
Io:"Grazie!"
Gonzalo:"Per cosa?"
Io:"Per oggi. Se non ci fossi stato tu, sarei davvero crollata."
Sorride, quel sorriso che ogni volta mi fa perdere un battito
Gonzalo:"Non devi ringraziarmi. Sei una delle persone a cui tengo di più. Non avrei mai permesso che ti succedesse qualcosa. Mai!"
So ch'è sincero, ne sono sicurissima. Lo capisco dal suo sguardo, da come mi guarda, da come mi ha stretta a se quando sono crollata. Ci sono ancora tante cose irrisolte tra noi, tante cose da scoprire ma gli credo, credo alle sue parole. Mi fido così tanto che quando si avvicina e unisce le sue labbra con le miei, non mi tiro indietro anzi lo avvicinò ancora di più a me. Lo voglio vicino e sento che anche lui lo vuole. Il bacio diventa sempre più intenso, più affamato, più desideroso e so che potremmo spingerci fino al punto di non ritorno ma stranamente non mi interessa perché è quello che voglio. Il nostro bacio ci lascia senza fiato e soprattutto viene interrotto dal suono del campanello, quel campanello che suona ininterrottamente e che ci obbliga ad allontanarci.
Gonzalo:"Giuro che chiunque sia non vivrà ancora per molto."
Gli sorrido e aggiustandoli la maglietta gli sorrido. Sbuffando si alza dal divano e dandomi un bacio sulla fronte va ad aprire la porta.

Pov's Gonzalo
Sbuffando mi avvicinò alla porta, pronto ad uccidere chiunque ci abbia interrato. Quando apro la porta mi trovo di fronte tutta la squadra che sorridendo e senza invito entrano in casa facendo un casino tremendo.
Paulo:"Ehi mi spieghi perché ci hai messo così tanto per aprire?"
Gli seguo in salotto, senza degniarli di una risposta. Cavoli sono incazzato nero. Perché sono venuti proprio ora?
Paulo:"Allora non ci degni neanche di una risposta?"
Allison:"Ehi ragazzi."
I ragazzi sapevano che Ali era da me ma trovandosela davanti tutti rimasero senza parole. Non sapevano cosa dire e avevano paura di vederla di nuovo stare male.
Allison:"Wow, vi faccio questo effetto?"
Allison ci scherza sopra mentre loro continuano a guardarla impietriti.
Daniele:"Stai bene?"
Allison:"Ho passato giorni migliori ma adesso sto bene."
Con la sua risposta e il suo sorriso riesce a rassicurare tutti ma per mia sfortuna le domande continuano
Mario:"C'è una cosa che non capisco."
Guarda sia me che Allison
Mario:"Eravate entrambi svegli ma nessuno dei due è venuto ad aprirci."
Allison mi guarda sorridendomi mentre loro continuano
Claudio:"Ci avete fatto aspettare davanti alla porta per cinque minuti. Quando vuoi qui non avevate nulla da fare."
Mi viene quasi da ridere ma mi trattengo. Gli vorrei dire che qualcosa da fare c'è l'avevamo
Allison:"Veramente qualcosa da fare c'è l'avevamo. E poi cosa vuoi che siano cinque minuti?"
Tutti la guardano con gli occhi sbarrati, cavolo questa è una scena da riprende. Non mi aspettavo questa affermazione ma vedere le facce dei ragazzi non ha prezzo.
Dani Alves:"Volete dire che abbiamo bloccato qualcosa?"
Vorrei rispondere ma non sono sicuro di fare la cosa giusta così guardo Allison che annuisce sorridendomi
Io:"Può essere."
Gli guardo e inizio a ridere, cavolo le loro facce sono troppo buffe.
Io:"Allora come mai siete qui?"
Leo:"Volevamo accertarci che Ali stesse bene. E volevamo fare qualcosa tutti insieme."
Sapevo che sarebbero passati ma pensavo se n'è sarebbero andati subito. Senza darmi il tempo di trovare una scusa plausibile si preparano per sfidarsi a fifa e a me non resta che sedermi sul divano e giocare con loro. La serata passa tra giochi, risate e scherzi. Sono felice perché so che Ali lo è. Sorride e sembra non pensare a ciò che le ha raccontato Gigi. Molte volte i nostri sguardi si sono incrociati e sono più che certo che anche lei prova ciò che provo io.

io + te = la soluzione//Gonzalo HiuguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora