CAPITOLO 11

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Pov's Allison
È praticamente una settimana che non esco di casa. Ho deciso di restare da Gonzalo e non ho ancora risposto alle telefonate o ai messaggi. So perfettamente che prima o poi devo vederli e parlarli ma deciderò io il come, quando e perché.
Gonzalo:"Ehi."
Io:"Ehi,com'è andato l'allenamento?"
Gonzalo:"Stancante."
So che vorrebbe dirmi qualcos'altro ma alla fine ci ripensa.
Gonzalo:"Stasera pizza e film?"
Annuisco, mentre lui sorridendomi e dandomi un bacio sulla fronte si allontana per andare a farsi una doccia. Mentre decido quale film vedere, suona il mio cellulare e noto che a chiamarmi e Paulo
Io:"Ehi piccolo bomber."
Paulo:"Ehi piccola peste."
Sorrido ai nomignoli che ci siamo dati
Io:"Come mai mi stai chiamando?"
Paulo:"Volevo sapere  se  stasera ci sareste stati."
Io:"Stasera?"
Paulo:"Sì! Gonzalo non ti ha detto nulla?"
Vedendo che non gli rispondo, continua
Paulo:"Ho capito non ti ha detto nulla. Comunque noi abbiamo organizzato un'uscita tutti insieme."
Io:"Ah. Non lo sapevo. Sicuramente gli sarà sfuggito. Comunque ci saremo."
Paulo:"Perfetto! A più tardi!"
Quando la telefonata si chiude, continuo a guarda il cellulare e a farmi diverse domande: perché non mi ha detto di questa uscita? Perché non vuole andarci? Le miei domande vengono interrotte dai suoi passi, così prima che parli lui intervengo
Io:"Mi ha chiamata Paulo. Voleva sapere se andavamo in pizzeria con loro. Perché non mi hai detto nulla?"
Gonzalo:"Perché ci sarà anche tuo padre e io non voglio vederti stare male. E poi preferisco stare con te."
Sorrido e capisco il perché non mi abbia detto niente. Sta rinunciando ad una piazza di squadra per stare al mio fianco e per non vedermi soffrire. Non li permetterò di trascurare la squadra per me.
Io:"Bene, ti ringrazio per la sincerità e per la tua preoccupazione ma ho detto a Paulo che gli avremmo raggiunti."
Gonzalo:"Ma ne sei sicura?"
Io:"Assolutamente! Non permetterò che a causa dei miei problemi, la squadra si senta trascurata da te o da me. Sono i nostri amici e stasera staremo con loro."
Così mi avvio verso la camera e mettendomi un gibottino mi avvio verso la porta dove con sguardo convinto aspetto Gonzalo. Sapevo chi avrei trovato in pizzeria ma non mi preoccupava, neanche quando la macchina si fermò davanti al locale.
Gonzalo:"Se non te la senti, possiamo tornare indietro."
Io:"Ce la posso fare. Ci sei tu con me."
Gonzalo:"Ci sono io!"
Scendiamo dalla macchina e quando entriamo nel locale vediamo subito i ragazzi. Stanno ridendo e scherzando. Alcune volte sembravano proprio dei bambini. Il primo a vederci e Leo che con un segno ci invita ad avvicinarci. Il mio sguardo incontra quello di mio padre, i suoi occhi sono spenti, vuoti e pieni di tristezza. Non vorrei mai vederlo così, lui è sempre stato forte e adesso mi sembra così indifeso. Vorrei abbracciarlo, so che lui non c'entra nulla con tutta questa storia ma prima di fare qualunque cosa, devo parlare con Valerio. Dopo quasi una settimana sono pronta a prendere la situazione in mano, so che devo farlo e anche subito; prendendo il cellulare in mano gli mando un messaggio
Io:"Ho bisogno di parlarti."
La sua risposta non si fa aspettare
Valerio:"Sono a casa."
Io:"Perfetto, vengo lì."
Rimetto il cellulare in borsa e guardando mio padre, capisco che sto facendo la scelta giusta.
Io:"Devo andare."
Vedo Gonzalo che mi guarda senza capire il perché della mia frase. So che se gli chiedessi di venire con me verrebbe ma io non voglio. O meglio vorrei ma questa cosa devo affrontarla da sola.
Io:"Non preoccuparti! Continua a divertirti. Devo fare una cosa importante ma prometto che ti spiegherò tutto al mio ritorno."
Gli lascio un bacio sulle labbra, prendendo le chiavi della sua macchina e alzandomi corro verso l'uscita e verso casa di Valerio. Per fortuna e grazie alla macchina di Gonzalo arrivo prima del previsto e senza troppi intoppi. Quando suono il campanello, la porta si apre subito
Valerio:"Ciao. Sono felice di vederti."
Lo guardo sapendo che per me non è la stessa cosa.
Io:"So tutto."
Decido di arrivare direttamente al dunque
Valerio:"Sì lo so. Tuo padre.. cioè Gianluigi me lo ha detto."
Lo fermo subito, non voglio che continui a parlare e voglio ritornare al locale immediata
Io:"Hai detto bene, mio padre. Perché è lui mio padre. Sei venuto e hai rovinato una famiglia. Ma ricordati una cosa: tu non sei niente. Quindi lasciami in pace, lascia in pace la mia famiglia."
Lo guardo e mi sembra spaesato ma a me non importa. Esco e ritorno alla macchina dove finalmente posso ritornare a respirare normalmente. Quando arrivo al locale so perfettamente cosa fare. Entrando guardo il nostro tavolo, si sono aggiunti anche quelli della dirigenza e il mister. Mi avvicino al tavolo e mi rendo conto che gli sguardi sono tutti puntati su di me, ma l'unica persona che adesso vedo e mio padre che mi si avvicina
Papà:"Tutto bene?"
Gli Sorrido
Io:"Sì. Adesso sto bene perché finalmente sono a casa."
Vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime e so per certo che anche i miei siano pieni di lacrime ma va benissimo così. Senza pensarci mi butto tra le sue braccia, quelle braccia che mi hanno sempre protetta. Si, sono finalmente a casa.

Pov's Gonzalo
Quando Ali si è alzata per andare via dal ristorante ho subito capito dove stava andando. Lei stava andando ad affrontare Valerio, lo stava facendo per se stessa ma soprattutto per Gigi. Sarei voluto andare con lei ma capisco la sua scelta: è giusto che questa cosa l'affrontasse da sola. Quando lei è uscita, sono arrivati i dirigenti e il mister e tutti gli sguardi erano puntati su di me. Non avrei parlato, non avrei mai tradito la fiducia di Ali. Aveva detto che quando sarebbe tornata ci avrebbe spiegato tutto ed io mi fido di lei. Dal mio sguardo, tutti compreso Gigi, capiscono che non avrei detto nulla ma capiscono anche dove sia andata Ali. Il tempo passa ed io faccio sempre più fatica a respirare finché non la vedo entrare nel locale. Noto subito che il suo sguardo è puntato su Gigi; io come tutti gli altri siamo preoccupati ma ci rilassiamo subito quando alla domanda di Gigi, lei risponde
Allison:"Si. Adesso sto bene perché finalmente sono a casa."
Tutti sorridiamo mentre loro si abbracciano. La famiglia è di nuovo unità. Quando si staccano so che devo lasciare del tempo a loro due e quindi a malincuore mi sposto e mi siedo al posto di Gigi. La serata continua tra risate e chiacchiere ma il mio sguardo e pensiero è rivolto a lei. Più sorride e mi guarda, più avrei voglia di baciarla e strigerla a me. Mi manca averla accanto e come se lei mi avesse letto nel pensiero, si alza per venire verso di me. La vedo avvicinarsi e conto i passi che la separano da me. Contro ogni mio pensiero e stupendomi, si siede in braccio appoggiando la testa al mio petto.
Alison:"Sai, mi sei mancato."
Sorrido perché e quello che avrei voluto dirgli io
Io:"Sono sempre stato qui."
Allison:"Mmm... ma c'era un tavolo lunghissimo a separarci."
Si ha ragione, c'era un tavolo enorme a dividerci.
Io:"Volevo lasciarti un po di tempo con tuo padre."
Allison:"Lo so. Grazie!"
Scuoto la testa perché non c'è nulla di cui ringraziare.
Io:"Stai bene?"
Allison:"Assolutamente. Ma per stare ancora meglio avrei bisogno di una cosa!"
Alza la testa e mi guarda con quel sorriso che fa perdere la testa a tutti
Io:"Di cosa avresti bisogno per essere davvero felice?"
La vedo che si avvicina sempre di più alle mie labbra fino a sfiorarle
Allison:"Di questo!"
Sorrido scuotendo la testa. Anch'io ho bisogno di questo per essere felice. Ho bisogno di lei adesso, perciò unisco definitivamente le miei labbra alle sue. Il nostro bacio ci fa dimenticare di tutti e tutto. Ci siamo solo noi due e ciò che ci unisce.

io + te = la soluzione//Gonzalo HiuguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora