Capitolo 5

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Passai il pranzo e la giornata a casa Gallagher, mentre condividevo l'accaduto del giorno con Ian, Fiona, Lip e Carl, a tavola, mentre morivano dalle risate.

A interrompere quella quiete e animo felice e sereno che si era formato, fu qualcuno che bussò troppo forte alla porta di casa Gallagher, così Lip si alzò e andò ad aprire.

Appena sentii la sua voce, tremai.

-Clary, è per te- disse Lip, urlando dalla porta. Mi alzai dalla tavola e con un sorriso mi scusai. Appena arrivai affianco a Lip, mi guardò con la fronte corrugata.

-Lo conosci?- sussurrò sporgendosi verso di me, così da farsi sentire solo dalla sottoscritta. Annuii, vedendolo poi appoggiare la mano sulla mia spalla e dirigersi di nuovo in cucina dagli altri.

-Cosa vuoi Bobby?- chiesi portandomi le mani ai gomiti, come messa alle strette.

Mio fratello si guardava intorno, mentre con le mani nelle tasche della sua tuta nera, mi guardò poi come si guarda qualcuno al quale stai chiedendo un favore.

-Mi servono soldi- esordì con voce roca. Sentii una ventata puzzolente provenire dal suo alito, già ubriaco a quell'ora.

-Non ho soldi con me- dissi cercando di chiudere lì il discorso: era impensabile che mi venisse a cercare anche a casa di altri ed elemosinare soldi, ancora.

-Dammi quei fottuti soldi!- urlò rabbioso, facendomi tremare e sussultare.

-Non sono una cazzo di banca, Bobby! Ricordati che sono tua sorella, non uno spacciatore dal quale ti servi!- urlai in preda alle lacrime.

Mi diede uno schiaffo così forte da farmi cadere a terra, lontano dalla porta, raggiunta poi velocemente da Ian e Lip, che mi chiedevano come stessi.

Il labbro già precedentemente rotto, sanguinò più del dovuto, facendomi sporcare anche la maglia.

-Ti spacco la faccia, stronzo!- urlò Lip, scagliandosi contro Bobby che se la filò a gambe levate.

Lip sparì, forse all'inseguimento di mio fratello, mentre Ian mi aiutava ad alzarmi da quella brutta caduta.

-Come stai?- mi chiese Fiona, portandomi una pezza per tamponarmi il labbro.

-Ho il culo indolenzito- dissi facendo scoppiare una risata generale. Ian, mi fece cenno di seguirlo sopra, facendomi sedere nella stanza che forse era dei fratelli Gallagher, di conseguenza anche di Ian.

Ritornò dal bagno con un batuffolo in mano, sorridendomi appena.

-Se continui così, sarà difficile che ti passi- disse riferendosi al mio labbro, dopo aver tamponato la parte lesa con cura e delicatezza.

-Prima o poi lo sparo a quella testa di...- mi fermai appena vidi Ian, ridere e quasi mi contagiò.

-Ti manca...? Intendo Mickey- mi chiese diventando tutto d'un tratto un romanticone.

-Sì...è lui quello che di solito assiste a certe scenate. È lui che di solito prende a pugni e parolacce mio fratello Bobby. È lui che mi ha salvata quando stavo per fare la stessa fine di mio fratello...- dissi iniziando a sentire gli occhi pizzicare, iniziando a vedere sfocato.

-Cazzo, testa di carota, smettila di farmi piangere o davvero divento una femminuccia- dissi dandogli uno spintone amichevole, vedendolo sorridere e annuire, sempre con quel suo sguardo dolce. Si diresse verso uno degli armadi, lanciandomi poi una maglia addosso.

-E' mia, cambiati la tua, visto che è parecchio sporca di sangue- mi propose Ian, uscendo poi dalla stanza, chiudendosi dietro di sé la porta.

-Spero Mickey non mi ammazzi- dissi vedendo la maglia tra le mani, soffocando una risata: alcune volte sa essere troppo protettivo e stronzo.

In serata, mentre stavano vedendo la tv e bevendo birra i fratelli Gallagher, sentimmo qualcuno bussare alla porta, con una certa insistenza. Io ero in cucina con Fiona, alle prese con delle bollette non pagate.

-Oooh, Mickey!- salutò Carl, fiondandosi da lui e abbracciandolo.

-Cazzo Carl, ma che capelli hai? Sembri Cristo!- disse divertito Mickey, osservando i capelli sciolti e lunghi del ragazzino, che sorrise a quella frase sincera.

Dopo aver salutato anche Ian e Lip con un cenno del capo, si fermò osservandomi da lontano.
Appena scesi dallo sgabello e mi avvicinai a lui, mi fermai appena vidi il suo sopracciglio alzarsi, segno che fosse irritato da qualcosa, e sapevo anche cosa.

-Di chi cazzo è quella maglietta?- disse indicandomi. Non mi fece parlare che subito continuò.

-Ti lascio con i Gallagher nemmeno per 20 ore, che già ti scopi qualcuno della loro famiglia?!- sbottò più che incazzato.

-Chi ti sei scopato?!- ruggì ancora, guardando furioso i fratelli Gallagher seduti sul divano alla sua destra.

Sentivo già le lacrime spingere contro i miei occhi, pronte ad uscire.

Call my name - Mickey MilkovichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora