Capitolo 6

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-Calma con le parole, stronzo! Sai perché ha una maglia di uno dei miei fratelli? Perché è venuto suo fratello che l'ha importunata a pranzo, chiedendole dei soldi e avendo ricevuto uno schiaffo così forte da farle sanguinare molto il labbro, ha dovuto cambiarsi la maglia sporca di sangue- spiegò Fiona, venendo in mio aiuto.

Mickey cambiò espressione, diventando meno dura e più comprensiva, mordendosi il labbro e chiudendo le mani in pugni, consapevole della cazzata appena detta.

-La maglia è mia- si intromise Ian, voltandosi con il capo dal divano, osservando Mickey.

-Non me ne frega un cazzo- sentenziò Mickey, con il solito vocione da duro, camminando poi spedito in direzione mia. Mi strinse a sé, come era solito fare.

-Finirà per farsi ammazzare dal sottoscritto- mi sussurrò all'orecchio Mickey, lasciando più volte dei baci sul mio capo, mentre singhiozzavo e mi rifugiavo tra le sue braccia.

Appena a casa, cenammo con un toast veloce, buttandoci poi nel letto, stremati.
Appena mi misi a sedere a letto, vidi Mickey uscire una pistola da dietro la sua spalla.

-Mickey...- lo richiamai, vedendolo alzare lo sguardo verso di me e poggiare la pistola sul comodino, dalla sua parte di letto.

Quando finì e si concentrò a guardarmi, parlai.

-Perché hai una pistola?- chiesi irrigidendomi.

-A che cazzo serve secondo te? A proteggermi- rispose per poi mettersi a letto.

Mi stesi anche io, voltandomi verso di lui su un fianco.
Era difronte a me, su un fianco, già con gli occhi chiusi.

Portai la mia mano sul suo collo, massaggiandolo e passando la mano nei suoi capelli corvini, che amavo.

Sorrise appena e aprì i suoi occhi color oceano.

-Com'è andata a scuola?- mi chiese mentre continuavo a passare le mie dita tra i suoi capelli.

-Lip ha preso a pugni Jack, per avermi chiamata puttana- dissi divertita.
Mickey rise, scuotendo lievemente la testa.

-Ah, i Gallagher- disse per poi richiudere gli occhi.

-Notte, Mic- dissi chiudendo anche io gli occhi, cadendo tra le braccia di morfeo.

L'indomani, passai l'ennesima giornata di scuola, scortata dai fratelli Gallagher, i quali divennero poi una figura presente nella mia vita: eravamo al posto di lavoro di Fiona, che gestiva lei, era ormai tarda sera e mi avevano invitato per una serata di divertimento e alcolici.

Ovviamente optai per un jeans e una maglia molto casual, raggiungendo poi Ian, che mi stava aspettando fuori dalla casa, in macchina.

-Come siamo belle- mi accolse Ian, appena entrai in auto, con un gran bel sorrisone.

-Grazie, carotina- dissi accennando un sorriso, mentre allacciavo la cintura.

Appena arrivati davanti al negozio, Fiona mi venne ad abbracciare fasciata da un lungo vestito rosso che le stava da dio.

-Vieni! Ti offro da bere!- disse accompagnandomi dentro, sentendo musica e gente bere in delle tazze.

-Caffè per me Fiona, non bevo!- dissi ridendo, sedendomi ad un tavolo vicino alla finestra, affianco a Ian, che parlava con un ragazzo riccioluto.

Fiona mi guardò male, ma mi porse comunque un bicchierino.

-Un cicchetto solo per me- disse sorridente.
E come rifiutare? Lo presi e buttai tutto giù sentendo poi la gola bruciare e la testa girarmi.

-Cazzo se è forte!- urlai divertita, seguita da Ian, che si alzò e iniziò a ballare con il ragazzo riccioluto, con mosse molto poco caste.

Raggiunsi anch'io la mischia, ballando a ritmo di musica: poco più lontano da me, si avvicinò Lip, che ballava difronte a me, facendomi appoggiare con le mani sul suo collo, dato il mio precario equilibrio per quel po' di alcool ingerito.

Dietro di me, c'era qualcun'altro, un po' troppo vicino a me, che mi stava dando un po' fastidio. Inizialmente lo feci fare, ma quando lo sentii tirarmi a lui con uno strattone, gli tirai un pugno in faccia, vedendolo indietreggiare con la mano sul naso sanguinante.

Lip, mi toccò la spalla.

-Tutto bene?- mi chiese preoccupato, guardandomi per capire se mi aveva toccata in qualche maniera.

-No...- dissi istintivamente, sentendo le lacrime agli occhi farsi prepotenti e minacciare di uscire da lì a poco tempo.

Lip mi osservò dispiaciuto e incazzato, così mi prese per mano e mi fece uscire da quel piccolo inferno. Uscimmo dal retro, all'aria aperta, mentre io mi appoggiai al muro freddo, cercando di ricacciare le lacrime ma divenne difficile e caddero lungo le mie guance silenziosamente.

Chiusi gli occhi e alzai la testa: improvvisamente sentii un calore a lato del mio collo ritrovando la mano di Lip appoggiata ad esso, mentre con l'altra sulla mia guancia, si avvicinava a me baciandomi.

Non so perché ma ricambiai il bacio, chiudendo gli occhi e poi mi resi subito conto che Lip mi stava baciando, così lo spinsi via.

-Cazzo Clary, mi disp...- non finì la frase che gli arrivò un pugno dritto in faccia da qualcun altro.

-Ti spacco quella cazzo di faccia di culo che ti ritrovi, Gallagher!- ruggì Mickey, pronto a fiondarsi ancora una volta su Lip.

Call my name - Mickey MilkovichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora