Capitolo 3

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-Vieni, devi farti controllare da qualcuno- disse trascinandomi a casa di qualcuno.

-Ei, Mickey!- disse una ragazza bruna, facendoci entrare in casa sua.

-Clary, lei è Fiona, Ian e Lip- disse Mickey presentandomeli.

-Ma che diavolo vi è successo?- chiese carota Ian, avvicinandosi a me, controllandomi meglio.

-Giù le mani stronzo!- urlai allontanandomi, scacciando con uno schiaffo la sua mano.

-Cazzo, è più cazzuta della russa con la quale sei stato, Mic!- disse ridendo Lip, mentre si sistemava sul divano, bevendo una birra.

-Come? Russa?!- chiesi con le mani sui fianchi verso Mickey che andava a prendersi una birra, ignorandomi.

-Sono un paramedico- disse avvicinandosi con cautela Ian, alzando le mani. Annuii, per poi osservare sempre Mickey in cerca di risposte.

-Allora, vuoi spiegarmi?- chiesi appena Ian si allontanò per prendere dell'ovatta e dello spirito.

-Che cazzo devo spiegarti? Sono stata con una russa, e be?- disse Mickey, sedendosi affianco a Lip, bevendosi la birra e guardando la tv.

-Non quello cazzone, i tizi che ci hanno aggredito- dissi ignorando Ian, che mi era davanti e mi stava curando la ferita al sopracciglio e al labbro, mentre ero seduta.

-Un affare andato male- disse sbrigativo.

-Cazzo, stai attento- dissi appena Ian mi toccò sulla zona delle costole, allontanandomi dolorante.

-Hai una costola inclinata, hai bisogno di una fasciatura- mi spiegò Ian, cercando delle garze bianche.

-Col cazzo- dissi alzandomi dalla sedia, avvicinandomi a Mickey, per sapere di più.

-Alzati la maglia- mi ordinò Ian, seguendomi: io non lo pensai e aspettai delle spiegazioni da Mickey che non arrivarono. Ian mi alzò di prepotenza la maglia scoprendo i miei lividi ancora freschi e altre cicatrici.

-Caaaazzo...chi cazzo ti ha ridotta così?!- disse alzandosi Lip, osservandomi preoccupato. Imbarazzata e anche un po' infastidita, guardai altrove, non rispondendo.

-Vado a prendere delle pomate- disse Ian, andando in camera.

-Mickey, chi cazzo è stato?- chiese Lip, puntando il dito verso di me, guardando Mickey furioso.

-Suo fratello, un drogato alcolizzato- disse con poca gentilezza, Mickey. Mi abbassai velocemente la maglia e mi diressi alla porta.

-Me ne vado a casa- dissi con voce rotta.

-Ian deve ancora medicarti!- mi urlò Lip, da casa.

-Sa dove abito, fallo venire lì- dissi distrattamente. Qualche minuto dopo, Ian mi raggiunse e mi mise la pomata sul mio addome, osservandomi con cura i vari lividi.

-Tuo fratello è violento?- azzardò indeciso sulla domanda. Sorrisi amaramente, alzando lo sguardo incontrando il suo dispiaciuto verso di me.

-Quando beve o si fa, viene da me: mi picchia e questi sono i risultati- dissi indicandomi.

-Anche il sopracciglio spaccato? È fresco- spiegò. Risi a quell'affermazione.

-Un piccolo scontro con una ragazza stamattina a scuola- dissi con leggerezza.

-Cazzuta la ragazza che ti ha sfidato- disse facendomi ridere, mentre si levava i guanti e mi finiva la fasciatura intorno all'addome.

-Grazie- dissi appena chiuse la sua borsa medica.

-Quando vuoi, sai dove trovarmi- disse facendomi l'occhiolino, per poi andare via.

-E per la cronaca, sono gay- disse prima di andarsene. Non avrei mai detto fosse gay e poi non ho nessun tipo di problema con loro. Andai a letto, facendo attenzione alla fasciatura che Ian mi aveva fatto. Qualche minuto dopo sentii la porta e i passi pesanti e veloci di Mickey, entrare poi in camera.

-Smettila di fare finta di dormire- sbuffo, per poi alzare le coperte e vederlo a petto nudo, che cerca una maglia da mettersi.

-Ne vuoi parlare?- sapeva che mi riferivo a quei bestioni della sera.

-Quei rincoglioniti si sono fumati l'erba che dovevamo consegnare, ma si può essere più coglioni di così?!- sbottò lanciando una maglia sulla sedia, facendomi ridere. Vidi il suo volto rasserenarsi e sorridermi.

-Stai ridendo...? Stai ridendo??- disse correndo poi verso il letto e saltandomi sopra a cavalcioni.

-Fai piano! Ho la fasciatura- dissi dandogli qualche colpetto sul petto.

-Devo fare piano anche dopo?- mi chiese avvicinandosi e sussurrandomelo a fior di labbra. Sorrisi: ah, quanto lo amo.

Call my name - Mickey MilkovichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora