Un'altra settimana passò in fretta. A differenza della precedente, passai molto più tempo con Adam che con David, il quale non fu molto contento del mio ravvicinamento al mio "damerino".
Le riprese andavano a gonfie vele e il signor Brooks era molto contento e fiero di se stesso per averci ingaggiato in questo suo film. Dopo ogni ripresa, David cercava sempre di risparmi per portarmi in qualche incantevole posto, quello che non sapeva è che Adam ci seguiva. Ma non era l'unico. I paparazzi erano ovunque, come se conoscessero ogni nostro minimo movimento o riuscissero a leggerci nella mente. Ogni piccola azione, anche la più innocua, diventava una prima copertina con qualche titolo scandalistico. Potrei fare mille esempi, ma quelli più lampanti sono quelli accaduti due o tre giorni dopo la partenza di Chloe: David mi portò in un grande parco, camminammo mano nella mano quando improvvisamente un moscerino finì nel mio occhio, iniziai a lacrimare e lui prese il mio viso tra le mani e iniziò a soffiarci dentro; quella scena fu immortalata e messa in prima pagina su un giornale di gossip con uno dei loro titoli scandalistici "David Cooper asciuga le lacrime della sua nuova modella Nina Clarke. Che abbia deciso di lasciarla già?".
L'altra copertina, uscita pochi giorni dopo, ritraeva me e David a mare abbracciati, indossavo un semplice costume a fascia molto chiaro, il mio seno fu pixellato celando le immaginarie "nudità". Il giornale riportò il seguente titolo: "effusioni e nudità per i due attori del nuovo film del regista Brooks. Approverà Zachary queste loro libertà?".
Non avrei mai pensato che un giorno potessi vivere così tanto sotto i riflettori.
Intanto ogni volta che passavo del tempo con David mi ritrovavo qualche minaccia o qualche dispetto da questa persona misteriosa.
Adam per tutelare la mia incolumità decise di trasferirsi nella mia suite. Ogni giorno comprava tutti i giornali di gossip che raccontavano di me e David, studiava e analizzava bene le foto e trovare qualcosa, o meglio qualcuno, che destasse sospetto.
Anche se Adam era del tutto ignaro, io conoscevo i suoi sentimenti nei miei confronti, infatti ogni volta che ero a conoscenza del fatto che lui ci stesse seguendo evitavo di dimostrarmi troppo amorevole nei confronti di David proprio per non ferire Adam, ma ci pensavano i paparazzi a mettere in bella mostra il tutto.
Una sera, tornata in stanza, trovai Adam addormentato seduto sul divano sommerso da riviste. Mi avvicinai in punta di piedi e posai tutte le riviste sul tavolo del salone.
«Adam», lo chiamai dolcemente accarezzandogli un braccio. «Adam», ripetei ma a quanto pare dormiva già profondamente. Mi sedetti accanto a lui e iniziai a fissarlo. Era così innocente. Il suo profumo era così buono che non resistetti molto prima di avvicinarmi ancora a lui e poggiare la mia testa sul suo petto marmoreo.
Il suo cuore batteva forte, quasi sapesse consciamente che io fossi davvero lì vicino a lui. Magari mi stava sognando.
Improvvisamente tremò. "Forse sta facendo un incubo". Girai la testa verso il suo viso e cominciai ad accarezzarlo sulla guancia per tranquillizzarlo. Funzionò. Non riuscii a smettere. Continuai ad accarezzarlo finché non mi addormentai anche io con la testa sulla sua spalla.
Il mattino seguente mi ritrovai tra le sue braccia. Mi stringeva forte al suo petto e la sua pesante testa era poggiata sulla mia. Era impossibile muoversi. Stavo così bene che non avevo proprio intenzione di svegliarlo o di alzarmi.
«Nina, sei sveglia?» bisbigliò piano accarezzandomi i capelli.
Era una situazione troppo imbarazzante. Cosa avrei mai dovuto dire? Come avrei dovuto giustificare il mio comportamento? Finsi di continuare a dormire.
Adam mi accarezzò per tutto il tempo. La mia pelle diventò subito d'oca e un brivido mi percorse per tutta la schiena. Mi strinse più forte a se.
«Vorrei dirti tante cose, ma non ne avrò mai il coraggio. Ho paura di perderti. Resta con me ed io resterò al tuo fianco, sempre», sussurrò al mio orecchio.
Bussarono alla porta e quasi sobbalzai.
Adam mi spostò delicatamente e si alzò dirigendosi verso la porta. Mentre fu di spalle, scappai in camera mia e chiusi piano la porta senza far rumore.
«David. Cosa c'è?»
«Dov'è Nina?»
«Dorme», rispose secco.
«Vado a svegliarla.»
«Tu qui non entri. E soprattutto le mani addosso non le metti.»
«Che fai mi denunci?» lo canzonò.
Preoccupata che la situazione potesse degenerare, indossai una vestaglia per coprire i vestiti della sera prima e uscì sbadigliando.
«Buongiorno», biascicai stiracchiandomi.
Adam mi guardò incredulo. David si addolcì ed entrò dando una spallata ad Adam.
«Tesoro, buongiorno!» disse prendendomi tra le sue braccia e stampandomi un bacio sulle sue labbra. «Vestiti. Ti porto a fare colazione che tra due ore dobbiamo girare.»
Adam tenne lo sguardo basso per tutto il tempo.
«Magari la prossima volta. Stamattina non ho molta fame...»
«Vuoi che rimanga qui? Posso prepararti qualcosa.»
«Non ti preoccupare, davvero. Ci vediamo tra un po' per le riprese», dissi accompagnandolo verso la porta.
«Sei sicura?»
«Si», affermai dandogli un bacio fugace sulle labbra.
«D'accordo. Passo a prenderti?»
«Ci vediamo sul set.» David annuì e, dopo averlo salutato, chiusi la porta. Mi appoggiai a questa con la schiena e sospirai forte.
Adam continuava a tenere lo sguardo fisso verso il basso, finché non sentì il mio stomaco brontolare.
«Ti preparo qualcosa da mangiare», affermò dolcemente mentre raggiungeva la cucina. Non ebbi nemmeno il tempo di contraddirlo. Ma perché farlo? Era così dolce avere qualcuno che ti preparasse da mangiare.
Andai dritta in camera mia. Tolsi la vestaglia e i vestiti del giorno prima. Trovai una camicia di Adam sulla sedia e, non sapendo cosa mettermi per la colazione, la indossai. Profumava. Odorava di lui. Immersi il mio viso nella stoffa e inspirai profondamente. "Cosa sto facendo?"
Uscii dalla stanza e mi recai direttamente nel salone per accendere lo stereo. Non ricordo precisamente quale canzone trasmettessero, forse era Shakira con "hips don't lie". Fatto sta che cominciai a improvvisare dei passi agitando i fianchi e tenendo le braccia in alto cercando di essere più sensuale possibile. Adam era poggiato all'entrata del salone, appena fuori la cucina, e si stava godendo lo spettacolo ridendo.
Lo fissai maliziosa e lo tirai a me.
«Vediamo cosa sai fare», dissi in tono di sfida. Senza batter ciglio, iniziò a ballare e rimasi incantata per quanto fosse bravo e al contempo dannatamente sexy. Lo raggiunsi in questa pista improvvisata e ballammo fino allo sfinimento. Finita la canzone mi prese la mano, mi fece fare una giravolta e mi attirò a se. Le mie braccia erano attorno al suo collo e i nostri visi ansimanti erano molto vicini.
«Sei una pessima ballerina», sentenziò prendendosi gioco di me.
«Tu sempre essere uscito da uno dei film di step up», affermai sorridente.
Restammo con lo sguardo fisso e perso in quello dell'altro, sperando forse che accadesse qualcosa. "Baciami. Baciami. Baciami." Era l'unica cosa che riuscii a pensare in quel momento. Perché mi comportavo così? Da quanto Adam era diventata la mia "preda"? Sapevo quello che provava Adam per me ma ciò non significava mica che io provassi lo stesso. Poi, io avevo David.
«Nina.»
«Si?»
«Le frittelle si bruceranno se non corro a salvarle», disse ridacchiando.
«Giusto», affermai delusa e sciolsi le braccia attorno a lui per lasciarlo libero.
"Che stupida!" Avevo davvero fatto la figura della stupida.
Lo raggiunsi in cucina e mi appoggiai di schiena al ripiano vicino ai fornelli mentre lui finiva di cucinare un'altra frittella da mettere nel piatto. Ne presi una con le mani e l'addentai. Era così buona che le mie papille gustative fecero la ola.
«Ti piacciono?»
«Altroché!»
Mi afferro con la mano libera impedendomi di imboccarmi e mi ordinò: «Ora posa questo pezzo. Non ci ho messo ancora lo sciroppo d'acero. Aspettami seduta in soggiorno e ti porterò tutto l'occorrente per fare una buona colazione.»
«D'accordo», annuì ancora con il boccone in bocca. Lui mi teneva ancora la mano ferma per impedirmi di mangiare l'ultimo pezzo, così lo presi con la mano libera e lo infilai direttamente nella sua bocca la quale fu pronta ad addentarlo. Mi sorrise e continuò a girare l'ultima frittella. Soddisfatta andai a sedermi a tavola. Nel mentre, bussarono alla porta.
«Vado io!» gridò Adam dalla cucina ma ormai ero già vicino alla porta.
Aprii e mi trovai un cesto pieno di fiori. Non erano fiori qualunque ma quella tipologia che si usa solitamente portare ai cimiteri. Un brivido mi percorse lungo tutto il corpo. La cesta era lì per terra avanti alla mia porta. Nel corridoio non c'era nessuno. Con lo sguardo perso nel vuoto entrai dentro casa. Adam invece si chinò in cerca di una lettera o qualsiasi altro indizio. Chiuse la porta e chiamò la reception pregandoli di venirsi a prendere quel cesto avanti alla nostra suite e si giustificò dicendo che era stato uno stupido scherzo. Quando si sedette a tavola aveva un foglio tra le mani.
«Cos'è?» chiesi tremando.
«Niente.»
«Adam. Cos'è?»
«Niente.»
«Adam. Dimmi cosa diavolo è», urlai sbattendo le mani sul tavolo.
«Mangia o si fredderanno», disse in tutta calma indicando le frittelle.
Mi alzai nervosamente e mi recai nella mia stanza sbattendo la porta alle mie spalle. Poco dopo Adam fu lì a bussare.
«Nina. Apri!»
«No.»
«Nina. Ti ho detto di aprire!»
«No.»
«Sta lontana dalla porta. Ora la butto giù se non la apri», sibilò nervoso.
Raggiunsi la porta e la aprii.
«Mi dici cos c'è scritto lì sopra?» chiesi indicando il foglio.
Adam sospirò e annuì. Ci sedemmo sul mio letto e mi lesse cosa c'era scritto.
«"È un po' che cerco di avvertirti, ti ho detto che devi stare lontana da lui. Io vi seguo, so ogni vostro spostamento. Sta attenta, quando meno te lo aspetti"», Adam si interruppe.
«Continua», dissi con voce rotta.
«"sarò lì avanti a te. P.s. Spero ti piacciano i fiori, non sapevo quali scegliere."» Rabbrividì.
«Nina, vogliono solo spaventarti a...»
«...a morte. Lo so.»
«Ti proteggerò io.»
Gettai le braccia attorno al suo collo poggiando la testa sul suo petto e scoppiai in lacrime. Non smettevo di singhiozzare. Adam mi teneva stretta a lui e mi accarezzava la schiena.
«Stai tranquilla. Non succederà nulla. Te lo prometto.»
La mattinata sul set passò in fretta e dopo le riprese Zachary chiamò in disparte me e David. Lo raggiungemmo e notai subito che aveva le riviste di gossip tra le mani.
«Ragazzi...»
«Zachary possiamo spiegarti tutto», intervenni sulla difensiva. David e lo stesso Zachary mi guardarono perplessi.
«Dicevo, non mi interessa se state insieme davvero o...», ma Zachary venne interrotto di nuovo, questa volta da David: «Noi stiamo insieme», disse orgoglioso sorridendomi. "Ah. Davvero?"
«Posso parlare ora senza essere interrotto?» chiese stufo, noi annuimmo e lui continuò: «come dicevo poc'anzi, non mi interessa la vostra vita privata, cosa fate o con chi state. Mi interessa questo», disse indicando le riviste, «voglio che voi continuiate a far parlare di voi. Voglio che la gente cominci a vedervi come una reale coppia, che possa sperare in una duratura relazione, e così via. Questo perché?! Perché porterà tanti benefici al film che stiamo girando. Al mio film. Al vostro film. Ci siamo intesi?»
«Si, Zachary. Non dovrai minimamente preoccuparti», rispose sicuro di se David.
Io avevo invece i miei dubbi. Non mi piaceva mentire, soprattutto non avevo piacere che i giornali parlassero di me e della mia vita o delle mie relazioni senza avere un minimo di privacy. E poi da quando in qua io e David eravamo una coppia? Aveva deciso lui per me? Prima avrei fatto salti di gioia, ma con quello che stava accadendo da giorni riguardo le minacce non ero più sicura di niente.
«Tu, Nina?» chiese Zachary, «Sei d'accordo?»
Colta alla sprovvista, annuii.
«Bene. E vissero tutti felici e contenti», sghignazzò dandoci le spalle e tornando dal suo staff.
«Cosa ti va di fare?» chiese David malizioso.
«Beh, io... non so...», farfugliai.
«Potremmo comprare cinese e mangiarlo nella mia suite», propose ammiccando.
Pensai che fosse un ottima idea, sicuramente saremmo stati lontani da occhi indiscreti e da paparazzi.
«D'accordo. Ci vediamo direttamente da te. Prendi tu il cibo, vero? Io vado a cambiarmi», dissi tutto di un fiato, lo salutai con un bacio sulla guancia e ritornai verso il nostro hotel con Adam. Sempre al mio fianco.
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Resterò al tuo fianco
Mystery / ThrillerNina Clarke, modella inglese, è una delle donne più affascinanti di Londra. Un giorno Justin Cook, suo manager, le informa che è stata appena scritturata come protagonista per un film di Zachary Brooks, famoso regista australiano. Sarà così costret...