12.

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Il mattino seguente, nonostante non avessi chiuso occhio speranzosa che prima o poi avrei avuto notizie di Adam, mi alzai presto. Sembravo uno zombi; nessun correttore avrebbe coperto il mio violaceo contorno occhi. I miei capelli avevano vita propria. Il mio colorito era bianco quasi quanto quello di un cadavere.
Adam non fu però l'unica causa della mia insonnia. Ciò che mi creava ansia e preoccupazione, tanto da non riuscire a chiudere occhio, era lo stalker e la piega che stava prendendo la situazione.
Bussarono alla porta e con un balzo mi precipitai ad aprirla sperando fosse Adam, ma quando aprii non vi trovai nessuno. Mi affacciai per controllare il corridoio e quasi inciampai su un pacchetto. Lo raccolsi frettolosamente e richiusi la porta. Aprii il pacchetto e vi trovai un cellulare usa e getta.
Non stava scherzando.
Accesi il cellulare e vi trovai un messaggio: "Viviamo in un era dove la tecnologia è tutto. Perché non sfruttarla? Sarà più semplice comunicare qui per messaggio."
Del mittente era visibile il numero. Probabilmente anche quello era un telefono usa e getta.
Tenni il cellulare stretto tra le dita, indecisa se chiamare per ascoltare la sua voce o mandare un semplice messaggio. Non ebbi nemmeno il tempo di prendere una decisione che iniziò a squillare e quasi sussultai per lo spavento.
«Pronto», risposi con voce tremante.
«Nina, cara. Finalmente ascolto la tua voce. Mi mancava, lo sai?» La voce era artefatta; non riuscivo a capire nemmeno se era un uomo o una donna.
«Cosa vuoi da me?»
«Voglio arrivare ad un compromesso e così salvare la tua reputazione.»
La mia reputazione? «In che modo rovineresti la mia reputazione? Per quale assurdo motivo dovresti farmi questo?»
«Pensi che non pubblicherò quelle tue foto? Non ti piacciono? Vuoi che te ne mandi altri con altre rose bianche?»
«Foto? Di cosa stai parlando? Io non ho ricevuto nessuna foto. Sei un bugiardo...» esclamai ma poi mi interruppi improvvisamente. Le rose bianche erano in cucina con una busta da lettera vuota. Qualcuno ne aveva già preso il contenuto. Che foto erano?
«Se vuoi te le rimando. Anzi, no. Te le invio ora su questo telefono.»
Il cellulare vibrò. Spostai il cellulare dell'orecchio e misi il vivavoce per poter guardare le foto. Sgranai gli occhi alla vista di queste. Erano foto mie, nuda. Completamente nuda. Come ha queste foto?
«Come hai queste foto?»
«Ti seguo da tempo. So tutto di te. Ho tutto di te.»
«Perché dovresti pubblicare foto mie nuda? Cosa ti ho fatto? Cosa vuoi da me?» chiesi con un filo di voce. Posai il telefono sul tavolino avanti al divano e mi sedetti su quest'ultimo prendendomi la testa fra le mani.
«Nina, cara. Non ti disperare. Mi raccomando se mai volessi piangere, non sciupare quel tuo kimono rosso di seta che indossi ora.»
Io indossavo proprio quello. Come faceva a saperlo? Mi stava guardando in quel momento?
«Non indosso un kimono rosso», mentii per metterlo alla prova.
«Sei seduta sul tuo bel divano in quella enorme suite troppo grande per te. Oggi Adam non ha dormito con te?»
Corsi subito alla finestra per capire chi fosse e da dove mi stesse guardando.
«Oh, che ingenua che sei! Pensi davvero io ti spiassi dalla finestra?! Ti ripeto, la tecnologia ha fatto passi da gigante.»
Rabbrividii al pensiero che questo squilibrato avesse visto qualsiasi cosa di me. Aveva foto mie in camera da letto mentre mi cambiavo o in bagno mentre facevo la doccia o il bagno. Ero terrorizzata al pensiero che avesse violato del tutto la mia privacy senza sapere come.
«Cosa vuoi?»
«Voglio il settanta percento del guadagno che ricaverai da questo film.»
«Inizialmente pensavo volessi che io stessi lontana da David. E sai che ho rotto con lui, visto che mi spii. Ora mi chiedi dei soldi. A che gioco stai giocando. Ho fatto quello che volevi.»
«David era un passatempo per te. L'ho capito solo dopo. Pensavo di conoscerti bene e invece mi hai sorpreso. Adam. Chi l'avrebbe mai detto.»
«Smettila», urlai terrorizzata.
«Non usare quel tono con me. E fammi un bonifico di tremila euro circa al numero di carta che ti spedirò a breve. Devo capire se sei una donna di parola. Nel caso mi deludessi, il mondo ti vedrà nuda come un verme grazie alle mie foto vendute al web e hai giornali.»
Riagganciò senza nemmeno darmi l'opportunità di replicare e dopo pochi istanti mi fu inviato il messaggio con i relativi dati per il bonifico.
Non sapevo cosa fare. Non sapevo se dirlo a qualcuno o meno. Lui mi vedeva. Conosceva ogni singola mossa che avrei potuto fare.
Adam dove sei?
Avevo paura.
Presi i miei vestiti e li chiusi in valigia. Non so cosa avrei fatto, ma dovevo agire. Magari farmi cambiare stanza.
E se qui ci fossero delle micro telecamere?
Presi un jeans, un top e un paio di scarpe e mi precipitai avanti alla porta di Justin. Bussai più e più volte, ma non rispose nessuno. Non potevo di certo andare a bussare alla porta di David per chiedergli di fare una doccia? Cosa avrebbe pensato se lo avessi fatto sul serio?
Tornai nella mia stanza.
Mi stesi nel mio letto, sotto le lenzuola e lì mi vestii. In questo modo non avrebbe avuto altro materiale con cui ricattarmi.
Afferrai la mia borsa e ci buttai dentro i due telefoni. Uscii dalla suite e prima di chiudere la porta lanciai alla stanza un dito medio. Corsi verso l'ascensore. Quando arrivò le porte si aprirono e all'interno c'era Nicole. Potevo fidarmi di lei?  Non sapevo più di chi fidarmi.
«Buongiorno, Nina.»
«Nicole. Che ci fai qui?»
«Sono venuta a trovarti. Ti va di andare a fare colazione insieme?»
«Ehm, si. Ok», risposi pensierosa.
«Tutto bene? Hai una strana espressione in volto.»
«Si è rotta la doccia e non esce più acqua dai rubinetti. Avrei davvero bisogno di lavarmi prima di venire a fare colazione.»
«Puoi venire da me, se vuoi.»
«Ti ringrazio, ma credo andrò giù nella reception a lamentarmi dei problemi idraulici e poi, dopo aver fatto la doccia e tutto, sarò pronta per la colazione.»
«Ti accompagno.»
E ora? Cosa racconterò?
Arrivammo a pian terreno e le chiesi di aspettarmi lì vicino all'ascensore.
Mi recai alla reception dove vi trovai un ragazzo di bell'aspetto.
«Buongiorno Jake», esclamai guardando il cartellino con il suo nome.
«Signorina Clarke», mi salutò chinando la testa mentre i suoi riccioli biondi gli ricadevano sul viso. Incarnava il perfetto uomo stile australiano: occhi azzurri, capelli ricci abbastanza lunghi e biondi e pelle abbronzatissima.
«Volevo qualche informazione sulla palestra o sulla piscina.»
«Certamente. Allora, entrambe sono aperte dalle sette del mattino fino alle undici di sera. Può usufruire gratis delle docce all'Inter dei bagni. E se vuole un personal trainer io sono disponibile», conclude con un sorriso.
Bingo! Docce, bagni e personal trainer super sexy.
«Vorrei davvero, davvero, fare un bagno in piscina. Se solo tu potessi chiuderlo a pubblico per due orette, sarebbe davvero magnifico, così io e la mia amica lì giù potremmo passare un po' di tempo in totale relax», gli dico con tono svenevole.
«Beh...», si schiarisce la voce. «Potrei portarla al centro benessere. So fare anche ottimi massaggi. E ovviamente anche lì potreste usufruire del bagno e delle docce.»
«Sai credo tu mi abbia capito al volo. Avrei davvero bisogno di un bel massaggio e di rilassarmi. Accetto l'opzione "centro benessere" se mi prometti che ci saremo solo noi tre.»
«Cioè voi due ed io?» chiese arrossendo.
«E chi altro se no?!»
«D'accordo. Avviso il mio superiore.»
«Perfetto», esclamai ammiccando.
Raggiunsi Nicole.
«Hanno detto che posso usare la doccia del centro benessere e che,per scusarsi del disagio, possiamo usufruire per queste due ore di piscine, sauna e massaggi fatti dal nostro caro Jake.»
«Chi è Jake?»
«Lui», rispondo indicandolo mentre si avvicina a noi.
«Piacere di conoscerla. Sono Jake, il vostro massaggiatore, bagnino e personal trainer se volete.»
«Nicole. Piacere mio.»
Nicole lo stava letteralmente mangiando con gli occhi.
Entrammo in ascensore.
«Io devo passare in stanza a prendere il costume», annunciai.
«Giusto. Il costume. Io non lo indosso ora.»
«State tranquille. Jake ha la soluzione a tutti i vostri problemi. Nel nostro centro vi regaliamo il kit con asciugamani, infradito, accappatoio, costume e shampoo e bagnoschiuma per la doccia post relax.»
«Wow!» esclamammo all'unisono Nicole ed io.
L'ascensore si aprì e Jake ci fece strada. Ci consegni il nostro kit e ci indicò gli spogliatoi dove cambiarci.
Ci cambiammo frettolosamente, impazienti di rilassarci come si deve.
Mentre infilai le cose nel mio armadietto, sentii un telefono squillare. Terrorizzata all'idea che potesse essere "quel" telefono, lo ignorai e chiusi a chiave il mio armadietto.
«Sei pronta?» chiesi a Nicole.
«Mi servono altri cinque minuti. Comincia pure ad entrare, ti raggiungo tra poco.»
Annuii e mi avviai all'ingresso. Luci soffuse e profumi orientali.
Il pavimento era ovviamente bagnato e scivoloso, non era certo il massimo per i miei standard di equilibrio.
Jake fu subito avanti a me, spuntando chissà da dove, facendomi prendere uno spavento. Guardandolo meglio mi accorsi che non c'era molto di cui spaventarsi in realtà. Jake era a petto nudo, indossava solo un costume rosso a pantaloncino. Wow! Che fisico!
Era davvero molto sexy. Muscoloso abbronzato e con qualche tatuaggio tribale che gli copriva il braccio sinistro.
«Allora, Jake, con cosa iniziamo.»
«Iniziamo dalla vasca di trenta gradi. Poi facciamo una sauna e infine le farò un fantastico massaggio di cui non se ne pentirai.»
Annuii e lo seguii. Entrammo in vasca. La sensazione dell'acqua così calda rilassò quasi immediatamente i miei muscoli.
«Signora Clarke, la temperatura è di suo gradimento?»
«Chiamami Nina e dammi del "tu". Avremmo più o meno la stessa età.»
«Nina, ehm...» Jake era alquanto imbarazzato. Gli mettevo soggezione.
La cosa mi piaceva.
«Sai Jake, ora avrei proprio bisogno di quel massaggio», lo informo avvicinandomi molto al suo corpo. Quasi lo sfiorai e, nonostante l'acqua calda, la sua pelle divenne d'oca.
«E la sauna?» chiese con un filo di voce.
«Potremmo farla dopo, quando Nicole sarà con noi.»
Indietreggio guardandolo fisso negli occhi con malizia per poi voltarmi e salire con sensualità le scalette della piscina. Sapevo quanto stessi facendo la stronza in quel momento ma avevo davvero bisogno che qualcuno mi desse delle attenzioni e mi facesse sentire desiderata.
Andammo nella sala massaggi e mi sdraiai a pancia sotto su uno dei lettini.
Jake mi si avvicinò e poggiò le sue possenti mani sulla mia schiena. Mi slacciai subito il costume e quasi sentii Jake gemere.
Iniziò il suo massaggio e devo ammette che era davvero bravo.
«Lega i capelli», ordinò.
Obbedii senza chiedere informazioni.
Le sue dita sfiorarono il mio collo e delicatamente scesero fin giù all'altezza dei buchi di Venere. In quel momento era la mia pelle ad essere diventata d'oca.
Continuò il suo massaggio lateralmente verso le costole e quasi sfiorò il mio seno.
«Scusami», mormorò mortificato.
Mi alzai sicura di me mantenendomi il pezzo di sopra del costume e mi avvicinai di nuovo a lui. «Non ti ho detto di fermarti.» Mi voltai di spalle e le sue mani poggiarono di nuovo sulle mie spalle. Tremava al contatto con la mia pelle. Era eccitato ed io ne ero consapevole.
«Ehi, dove siete?»
Sentimmo la voce di Nicole ed io mi affrettai ad allacciarmi il costume.
«Ora mi dirai che questo sarà il nostro piccolo segreto, non è vero?»
«Quale piccolo segreto? Non c'è stato niente tra di noi, se è questo quello a cui ti riferisci. Stavi facendo semplicemente il tuo lavoro.»
«Si, si. Giusto...» si affrettò a dire.
Nicole ci raggiunse.
«Avete iniziato il massaggio senza di me?» chiese delusa.
«Si, ma ora è tutto tuo», la informai ammiccando.
Lasciai la stanza dei massaggi e tornai agli spogliatoi per fare una sana doccia fredda.
Dopo la doccia mi vestii e raccolsi i capelli in una crocchia.
Sentii il mio telefono squillare. Aprii l'armadietto e lo cercai nella borsa. Per fortuna era il "mio" telefono ed era Zachary.
«Brooks, buongiorno.»
«Nina, tra mezz'ora si gira. Ti voglio qui sul set, ora», ordinò.
Le riprese! L'ho dimenticato completamente.
«Certo! Stavo appunto arrivando.»
«Bene», esclamò e riattaccò.
Lasciai un post-it sull'armadietto di Nicole informandole del mio improvviso cambio di programma e uscii.
Mentre raggiungevo il set, riprese a suonare uno dei due cellulari. Frugai nella borsa e questa volta purtroppo non era il mio ma l'altro.
«Pronto.»
«Come è andato al centro benessere? Jake ti ha fatto un buon massaggio?»
«Tu che ne sai?»
«Io so tutto. Ah, comunque, se mai ti stessi chiedendo dove fosse Adam, visto che non lo senti e vedi da due giorni, posso dirti dov'è stato.»
«Ora pedini anche lui?»
«In realtà seguivo Nicole. Sai, è tanto carina e poi sembrate essere diventate buone amiche. Anche se, detto tra noi, io starei attenta. Lei e Adam ultimamente passano molto tempo insieme. Ha dormito da lei in questi due giorni...»
«Stai mentendo!»
«Perché dovrei? Chiedilo personalmente ad uno dei due.»
Attaccai immediatamente. Ero sconvolta. Non poteva essere vero.

Resterò al tuo fianco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora